PENA DI MORTE – Legittima offesa
16.12.2011, Articolo di Ilaria Passannanti (studentessa di Giurisprudenza – Università di Salerno)
Il 29 novembre 2011, si è tenuto, presso l’università degli studi di Salerno, un convegno sulla pena di morte. La pena di morte è l’uccisione di un individuo ordinata da un tribunale dopo una sentenza, in ciò consiste la legittima offesa, sanzione come strumento di tutela.
Fin da subito è stata messa in luce l’irrazionalità di questo strumento repressivo della vita riprendendo le parole di Giovanni Paolo II: “I cristiani sono chiamati a non collaborare con queste azioni, perché, se permesse dalla legislazione civile, non sono permesse da Dio.”
La pena di morte ha origini lontane nella storia, si pensi alla crocifissione di Gesù per opera dei romani. I sostenitori la giustificano adottando la teoria della deterrenza, con la quale si ritiene che i soggetti per paura di morire non commettano atti criminali. Teoria non proprio corretta perché chi uccide, ad esempio, non sempre è consapevole del proprio atto.
Altro punto che fa dubitare dell’ efficacia della pena di morte è il rischio dell’errore, non sono rari i casi di uccisione di innocenti. Dal 1990 ben 55 paesi hanno abolito la pena di morte, possiamo affermare che l’Italia in questo è stata molto più precoce, infatti è stata abolita già dal 1889, tranne che in caso di guerra, per questo si dovrà aspettare il1994, con l’abrogazione del quarto comma dell’articolo 27 della costituzione.
Per la prima volta la pena di morte è stata abolita dal Granducato di Toscana il 30 novembre del 1786. Nel convegno ci è stato fornito un esempio del rischio che comporta la pena di morte nel processare un condannato innocente, da un ex detenuto nel braccio della morte Juahin Martinez .Un ragazzo di 24 anni divorziato e padre di due bambine, con una professione commerciale alle spalle, di famiglia spagnola che ha realizzato il suo sogno americano, all’improvviso all’uscita di un negozio viene accerchiato dalla polizia e portato in carcere. Indagini condotte da poliziotti corrotti, hanno portato a un processo sbrigativo ed è stato incriminato per duplice omicidio di due ragazzi coinvolti in spaccio di droga. Martinez passa più di dieci anni nel braccio della morte vittima di un complotto ordito dalla ex moglie con il capo della polizia. Martinez spende milioni di dollari in avvocati e solo così la verità è venuta fuori ed è tornato uomo libero.
Negli Stati Uniti 38 Stati prevedono la pena di morte, in alcuni non viene applicata da diversi decenni, ma in uno stato in particolare avviene con maggiore frequenza, il Texas. Ci si chiede come mai proprio in America il paese democratico per eccellenza sia ancora in vigore una pena così illiberale.
I paesi non abolizionisti sono soprattutto quelli antidemocratici come:Iran, Iraq, Cina. In Cina avvengono molte uccisioni il cui vero numero è coperto da un segreto di stato, può essere causa di morte anche l’evasione fiscale. Le uccisioni possono avvenire a bordo di furgoni e gli organi dei condannati vengono donati. Questi vengono chiamati i viaggi della morte.
Il prof. Amendola sociologo del diritto ha soffermato la sua attenzione sulla dignità del carcerato, se è vero che in Italia la pena di morte è stata abolita, sussistono altri problemi,come il sovraffollamento delle carceri, problema richiamato dallo stesso Presidente della Repubblica. Altra questione affrontata dal prof. Amendola è se sia giusto o meno l’ergastolo, pena a vita del condannato e l’ora d’aria tra l’altro non sempre concessa ai detenuti.
Il prof. Schiaffo della cattedra di criminologia ha posto il problema di come sarebbe cambiata la nostra convinzione della contrarietà alla pena di morte se anzichè l’esempio di un innocente ci fosse stato offerto l’esempio di un assassino realmente colpevole. Semplicemente lo Stato non può rispondere a violenza con altra violenza, regola per avere una convivenza pacifica.