Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » Articoli

La crisi di un’identità politica

13.11.2011, Articolo di Carmen Gatta

8 novembre 2011: dalle riviste dei quotidiani, dai telegiornali, dalle trasmissioni televisive, si apprende una notizia, o  meglio, “La Notizia Politica”.  Il premier Silvio Berlusconi annuncia le sue dimissioni, non avendo ottenuto la maggioranza parlamentare richiesta dal nostro ordinamento per poter governare e dirigere la politica nel nostro Paese.

Il Nostro Presidente del Consiglio  non gode nemmeno  di una legittimazione popolare, in quanto  le varie opinioni pubbliche che si sono susseguite su varie questioni politiche ed economiche, esprimono un sentimento di dissenso verso la stessa Istituzione governativa, se così si può ancora chiamare. Un sentimento popolare alquanto deluso.

A questo punto sorge una domanda spontanea: a chi esprimere il mio voto? Credo che questo sia un dubbio che affligge molti italiani, soprattutto le nuove generazioni. A prescindere dalle politiche di destra, sinistra e centro ecc, il problema è un altro: è possibile oggi parlare di orientamenti politici? La risposta a mio avviso è negativa, penso, anzi ne sono convinta che attualmente non abbia alcun senso parlare di orientamenti politici! Le ideologie che tutt’ora si diffondono sono una questione di pura opportunità politica.

Attraversiamo, purtroppo, un’epoca  di crisi di identità, personale e sociale, delusi nelle proprie aspettative e impauriti dal futuro, disorientati e sempre meno fiduciosi  verso le Istituzioni. Io credo che attualmente non stiamo vivendo solo una crisi politica, ma anche una crisi che ha radici ben più profonde, della serie: “l’uomo abbandonato a se stesso”!

A partire dagli anni ’90 del XXI secolo, gli Stati Nazionali vengono inglobati in un ottica comunitaria ed internazionale. Con la globalizzazione dei mercati si è verificato un cambiamento di rotta sul fronte istituzionale:  oggi parlare di sovranità significa tener conto di un livello sovrannazionale che indirettamente governa sui cittadini nazionali, o meglio Europei, un sentimento europeo, poco sentito dai popoli della comunità stessa a causa di un deficit del sistema europeo, che si presenta  soprattutto come un sistema più che istituzionale,  economico. Le politiche nazionali sono state assorbite da quelle europee, imponendoci dei vincoli e allo stesso tempo condizionando le politiche interne, soprattutto in settori molto rilevanti e sensibili per la comunità.

Di fronte a questo quadro abbastanza chiaro ed esaustivo, sono convinta che i dibattiti politici, basati sulle ideologie, non abbiano ragione di esistere. Tutto il contesto è stato materializzato dalle logiche mercantilistiche e dagli interessi personali. La volontà, espressa dai Nostri Politici, di voler operare per il bene della Nazione, al fine di attrarre consensi, si rivela  una “presa per i fondelli”; credo che le carte sia state scoperte,  tanto che nelle ultime tornate elettorali si è manifestato un astensionismo al voto.

Un altro aspetto da non sottovalutare,  che ha  contribuito ad aggravare il quadro politico è il multipartitismo esasperato, tipiche delle democrazie parlamentari, e le strategie dei partiti che concludono accordi “politici”( se così si posso considerare), nonostante siano espressione di  linee “ideologiche” diverse, e per tanto si mostrano poco credibili. Un partito che dovrebbe raffigurare e farsi portatore degli interessi di coloro che si confanno ad esso,  non manifesta autenticità e organicità nel suo pensiero. Ebbene sono questi i dati allarmanti e preoccupanti, che fanno si che un sistema si presenti poco credibile.

La mia è una semplice presa di coscienza; non un giudizio, ma  un’analisi obiettiva su cui non ci resta che riflettere. Con quale spirito condurre oggi una campagna elettorale? Con quale coraggio? Eppure oggi si continua ad organizzare campagne elettorali, io penso inopportune e che comportano solo spese all’erario dello Stato. Non voglio assumere atteggiamenti in contrasto al principio costituzionale che sancisce “la libertà di manifestazione del pensiero”, garantito dal nostro ordinamento, ma è opportuno  evidenziare la sua sbagliata interpretazione e la sua strumentalizzazione per fini esclusivamente personali in un contesto democratico.

In virtù della mia riflessione, apertamente confutabile, io credo che il contegno più rispettoso sia attualmente lasciare il popolo libero di farsi le sue valutazioni in merito a quanto accaduto  ed evitare di fare pressioni inutili, anche attraverso i media, oramai quasi tutti di parte. Ritengo che l’unica via percorribile è, allo stato dei fatti, il silenzio o il semplice rispetto della volontà popolare, che  esprime, attualmente,  una profonda e  manifesta delusione.

                                                                                                       

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.