Pasquale Sturchio e « … l’espressione purificata e schietta d’un Boccaccio»
19.08.2011, Mail di Giuseppe Marano
Spett. Redazione ho avuto il piacere di godere come dallo schizzo brillante della Tronola d’un tempo, una sorsata di purissimo brio “storico affettuoso” nella ‘Storia di Benedetta‘ di Pasquale Sturchio che con gli anni ha raffinato il collier della più bella tradizione e l’ha incastonato nello sfondo verdissimo delle gole di … Strazzatrippa che ci affascinano d’un … fasciame di nostalgia …
Sturchio ha il dono di far sentire l’elementarità sincera e pulsionale della natura velata della espressione purificata e schietta d’un Boccaccio. Dobbiamo ringraziare ferragosto che gli ha fatto rompere i frenuli moralistici rattratti grazie al proverbiale illanguidimento della lascivia femminile ( “ferragosto moglie mia non ti conosco…”), in modo che il buon Pasquale ha trovato la sua musa giusta ch’ è quella delle favolose graziosissime allusioni che s’intrecciano a colpi di shock termici con “pistoccate” o “janchjàte” da etimologizzare con un certo impegno linguistico … Bellissimo articolo Pasquà, ad majòra riporta agli antichi fastigi la “Domus deorum” che ne ha ben d’onde! Ciao Bepy.