Lunedì 13 giugno la “Festività di Santa Nesta”
10.06.2011, La ricorrenza
Il perchè di un appuntamento religioso (e non solo) tanto atteso dalla comunità bagnolese.
Ecco ciò che si racconta … Nel 1142 San Guglielmo da Vercelli, dopo aver fondato il monastero di Montevergine, con alcuni discepoli e con San Giovanni da Matera, dimorò per oltre un anno sull’altopiano Laceno, intenzionato a fondare un nuovo cenobio. Qui, mentre era assorto in preghiera, gli apparve il SS. SALVATORE, che gli comandò di recarsi la dove maggiormente urgeva la sua opera; nella valle dell’Ofanto, dove ancora imperversavano riti cristiani greco-scismatici .
“ NE STES IN LOCO ISTO “, non stare in questo luogo, questo gli comandò il Signore. San Guglielmo si recò nel territorio di Sant’Angelo dei Lombardi dove fondò il “ GOLETO”, un monastero di monache. Sull’altopiano Laceno, sul luogo dov’era avvenuta l’apparizione e dove già vi erano i ruderi di un antico delubro pagano, i monaci di Montevergine edificarono una Cappella dedicata al SS. SALVATORE e un romitaggio.
Sul Laceno esisteva però anche un’altra chiesa, fondata da Santo Amato e che Ambrogio Salvio aveva ricostruito, nel 1540, dedicandola alla Madonna della Neve. I pastori, alla Madonna della neve, loro protettrice, in questa chiesa ogni anno celebravano una festa e facevano la relativa processione.
In seguito al terremoto del 1694 la chiesa crollò, e della festa della Madonna della Neve se ne perse anche il ricordo. Solo nel 1882, in occasione di una terribile siccità che imperversò per tutta la primavera, i pastori allarmati per i pascoli inariditi ripristinarono l’antica festa sul Laceno. Non essendoci altro luogo sacro essi fecero capo alla chiesa del Salvatore che, da allora, denominarono “SANTA NESTA” , parole allusive al comando che il Signore aveva impartito al Santo da Vercelli e che erano incise sul frontone della chiesetta.
Da quella data, il lunedì successivo alle Pentecoste, ogni anno, la statua della Madonna Addolorata, viene portata in processione a Laceno e quì, nei pressi del Lago, tra preghiere canti e abbondanti libagioni tutta la popolazione si intrattiene in festa, facendo ritorno a sera inebriati dall’aria e con il volto arrossato dal sole di montagna. Notevoli sono le frotte dei giovani partecipanti, che con la loro genuina baldanza conferiscono alla festa un clima di spensieratezza ed allegria …
Anno 2009: le foto della processione …
(di Saverio Di Capua)