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La GROTTA DI CALIENDO: l’esplorazione continua …

di Rocco Dell’Osso (Gruppo Speleo “G. Rama”)

(Articolo tratto da “Fuori della Rete” 05/2010 – Pubblicato sul sito di “Palazzo Tenta 39″ di Bagnoli Irpino il 13.05.2010)

Sabato 17 aprile 2010, il Gruppo speleo “G. Rama” di Bagnoli Irpino ha effettuato una giornata esplorativa alla grotta di Caliendo; oggetto dell’esplorazione era il cosiddetto “baratros” ovvero il tratto di grotta con andamento anomalo rispetto a tutto il resto del reticolo ipogeo, parzialmente inesplorato e più basso di ponte scaffa di almeno 30-40 metri. L’obiettivo predominante della giornata esplorativa era, per la prima volta, osservare direttamente l’idrodinamica della grotta, cercando i punti o le aree attraverso le quali l’Altopiano Laceno alimenta la grotta di Caliendo. Esplorare la grotta in condizione “attiva” e per di più nel periodo di massimo deflusso idrico (impossibile prima dell’apertura da ponte scaffa), ci ha dato anche la possibilità di individuare il percorso dei cunicoli o dei rami della grotta ancora inesplorati, e quindi trovare le connessioni con i tratti conosciuti. Il gruppo è formato da R. Basile (Palonu), R. Dell’Osso (Tarramoto), Mario e Nello Di Mauro (Li Gemelli), V. Fasulo (Fasolu). Partiamo alle 22.30 dalla caserma forestale, dove abbiamo fatto campo base per la preparazione dell’attrezzatura, ci si è attrezzati in maniera differente, parte con la muta da sub e parte con tute impermeabili, ci aspettiamo una notevole presenza di acqua e attraversamenti di pozze profonde allagate. Arriviamo all’ingresso del pozzo di ponte scaffa e, come al solito, non troviamo la chiave; “Non ce l’ho io, ce l’hai tu, no l’ultima volta hai chiuso tu, no l’ultima volta io non c’ero, e via così …..”. Dopo 10 minuti di discussione troviamo la chiave che, ovviamente, era nel mazzo con tutte le altre. Davanti al pozzo di accesso dobbiamo prima sgombrare dei massi caduti dal versante che bloccano l’entrata e finalmente riusciamo ad aprire la porta di ingresso. Ad accoglierci, come di consueto, “Aniellu e Maculata” due chirotteri che hanno ormai scelto come dimora abituale il condotto di ingresso da ponte scaffa. Scendiamo il pozzo e attraversiamo rapidamente il budello di accesso, arrivando al salto di entrata alla grotta; il rimbombo fragoroso delle cascate di acqua in lontananza è notevole. Scendiamo ancora, uno dietro l’altro, il primo salto dal budello all’androne di Caliendo e pochi metri più in basso, lungo il cono di detrito, riscontriamo la prima risorgenza d’acqua di pochi litri/secondo, che corre rapidamente lungo il bordo meridionale della conoide e si incanala nel tratto principale della grotta. Discendiamo lungo tutta la scarpata detritica fino alla base, ci caliamo lungo il salto da 7 metri e subito risaliamo il salto laterale, che doveva essere il prosieguo del condotto principale: siamo all’ingresso del cosiddetto “baratros”. Percorriamo rapidamente poche decine di metri, attraversando pozze poco profonde e arriviamo ai “tre massi incastrati”, sul ciglio del salto da 15 metri; in un angolo si scorgono i resti della scaletta di “cordina e tubo” utilizzata negli anni 80 per la prima esplorazione. Il rumore dell’acqua è assordante e ci accompagnerà per tutta la durata dell’escursione. A questo punto Mario pronuncia le ultime parole famose: “saranno almeno due-trecento litri/secondo”; in realtà poi vedremo che sono circa 20-30 litri/sec., ma l’ambiente rimbomba come se fossero dieci volte tanto. Prepariamo la discesa del pozzo da 15 metri, bypassando i tre massi in equilibrio precario, e qui la ormai solita frase di rito – r’ Palonu – “stata vota ca vengo qua l’aggia menà ‘mpieri tutti e tre” (ndr: più volte è stata programmata un’escursione con l’obiettivo di buttare giù i tre massi, ma non se ne è mai fatto nulla!). Cominciamo a scendere ad intermittenza, uno dietro l’altro il salto di 15 metri, e finalmente arriviamo nella pozza ai piedi del salto; i primi a scendere stanno già attrezzando la risalita di 4 metri ed il traverso per raggiungere i punti più alti del “baratros” dove verosimilmente sono dislocati i punti di emergenza dell’acqua. Il rumore è sempre assordate, l’atmosfera satura di miriadi di minute goccioline d’acqua, la respirazione e la traspirazione diventano un tutt’uno, non si distinguere il vapore della respirazione e quello che traspira dal resto del corpo. Superato il salto in salita di 4 metri, percorriamo rapidamente i diversi cunicoli che si diramano nelle varie direzioni. Vengono scorti qua e la una moltitudine di punti di emergenza d’acqua, a volta ai piedi dei condotti, altre volte lungo le pareti dei cunicoli, altre ancora direttamente dalla volta delle cavità. Ma come preventivato, la gran parte delle risorgive sono posizionate in corrispondenza dei crolli che hanno interrotto i vari cunicoli e che puntano direttamente sotto l’altopiano Laceno. In uno di questi riscontriamo un moncone di “frascedda” a testimonianza di un accesso esterno diretto; le concrezioni sono quasi assenti, a testimonianza della “attività” del baratros. Siamo attrezzati di videocamera e macchine fotografiche con flash e fotocellule, ma le condizioni sono proibitive. Scattiamo tante foto, alla fine dell’escursione abbiamo contato oltre 140 foto, ma solo una decine sono accettabili. Superata la fase frenetica iniziale alla ricerca delle risorgive, emerge l’istinto esplorativo e Raffaele comincia una risalita lungo una parete a grossi gradoni probabili testimoni della stratificazione dei calcari; poco dopo è seguito da Nello e successivamente dal sottoscritto. La risalita, dopo circa 10 metri porta in un condotto carsico inesplorato, anche questo purtroppo dopo qualche decina di metri ad andamento sub-orizzontale, viene interrotto da un crollo di massi, dalla cui volta che si apre a campana, emerge una risorgiva notevole. Ad oggi questo è il punto più alto raggiunto nel baratros e sulla base delle misurazioni con altimetro, è posizionato circa 40 metri più in basso dell’altopiano Laceno (≈ 1010 m s.l.m.). Scendiamo dal nuovo tratto scoperto e dopo una breve puntata sulla cascata di destra ridiscendiamo tutti il salto di 4 metri e raggiungiamo la pozza alla base del salto di 15 metri. A questo punto Raffaele e Mario decidono di armare il secondo pozzo di 10 metri per raggiungere il sifone terminale di fondo. In dieci minuti è stata approntata l’armatura del pozzo e subito si procede alla discesa. Dall’imbocco dei “tre massi incastrati sono a circa – 25 metri. Dopo poche decine di metri si raggiunge in sub-orizzontale il sifone terminale, dove vengono scorti alcuni rospi, i più grossi sono morti, mentre i più piccoli sono ancora vivi. Probabilmente sono entrati in grotta allo stato di girini e successivamente sviluppatesi allo stato adulto. Sempre nel sifone terminale è stato riscontrato un moncone di tronco del diametro di circa 70 cm, a testimonianza di un’apertura diretta con la piana in tempi recenti. Alle 4.00 circa riprendiamo la risalita del pozzo da 15 metri per raggiungere l’uscita. Sempre Raffaele e Mario all’uscita del baratros scendono lungo il condotto principale di Caliendo per valutare l’entità del deflusso idrico. Arrivano al salto di 17 metri in prossimità del VI° sifone dove non riscontrano venute d’acqua da monte ma solo alla base. Alla fine della giornata intorno alle 4.30 siamo tutti fuori a ponte scaffa, laddove, come al solito, si continua la discussione su quello che abbiamo visto, i possibili proseguimento dei condotti interrotti dai crolli, le teorie sulla formazione delle concrezioni o delle condotte forzate, l’idrodinamica sotterranea, e come di consueto, nonostante tutte le cose viste e le attività svolte, ne restano ancora tante da fare “la prossima volta”. Rilevare e cartografare i nuovi tratti scoperti, correggere il rilievo esistente sbagliato in alcuni tratti, fare delle foto o video decenti, effettuare dei tests con traccianti (fluoresceina) e rilevatori, etc. Siamo appena usciti e già stiamo progettando la prossima escursione. L’esplorazione continua …….

La Grotta del Caliendo: continua l’esplorazione, Rocco Dell’Osso, 02.05.2010 (2,08 mb)

                                                                                                       

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