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L’Amministrazione comunale: «Beviamo l’acqua del rubinetto»

26.04.2011, Ottopagine (di Maddalena Verderosa)

Le sorgenti presenti sul territorio rappresentano una grande ricchezza, da qui il monito dell’amministrazione. La qualità della risorsa idrica viene controllata periodicamente. Ogni due mesi le analisi sono on line sul sito del Comune.

Caso acqua, a metà tra la battaglia e la tutela. Da un lato la continua lotta per difendere una risorsa “scippata” da anni; dall’altro iniziative per valorizzarla e salvaguardarne la qualità.

Un caso che non riguarda soltanto il comune di Caposele, noto per la battaglia contro i prelievi da parte della Puglia e per il raddoppio della Pavoncelli, e ultimamente sotto i riflettori per la quesitone dell’analisi dell’acqua potabile, ma anche latri comuni dell’Alta Irpinia attraversati da sorgenti. E’ il caso di Bagnoli Irpino. Le sorgenti pubbliche che sono presenti nel territorio di questo comune rappresentano una grande ricchezza e un grande valore. Forniscono l’acqua che la popolazione utilizza nelle azioni quotidiane e che arriva nelle case attraverso l’acquedotto comunale.

L’amministrazione, proprio per questo motivo, ha attivato un servizio di controllo continuo sulla qualità dell’acqua.

L’Alto Calore, infatti, effettua dei prelievi periodici da tutte le sorgenti esistenti nel territorio comunale, da alcuni edifici pubblici e dai fontanini pubblici, sulla base della convenzione stipulata con il Comune e sottopone l’acqua a tutte le verifiche urbapreviste per essere considerata potabile. Le analisi così effettuate sono inviate all’Asl, la quale, a sua volta, effettua ulteriori prelievi ed ulteriori analisi. «In questo modo – si legge nella nota del Comune e visibile sul sito dell’ente – viene accertato che la nostra acqua è potabile. Se così non fosse, il sindaco dovrebbe immediatamente emettere un’ordinanza di non potabilità dell’acqua».

Da qui il monito lanciato dall’amministrazione comunale bagnolese: abituiamoci ad utilizzare l’acqua dell’acquedotto anche per bere. L’Italia, infatti, è tra i paesi europei con il maggior consumo di acque minerali. Questo forte consumo non dipende certo dalla migliore qualità di queste acque rispetto a quella dell’acquedotto, quanto piuttosto da forti campagne pubblicitarie che inducono a preferire l’acqua imbottigliata a quella corrente. Gli effetti di questa scelta comportano una spesa in più per le famiglie, una maggiore produzione di rifiuti e un incremento dell’inquinamento atmosferico a causa del traffico dei tanti tir che attraversano l’Italia per la consegna dell’acqua minerale.

L’appello dell’ente bagnolese è allora quello di bere l’acqua che sgorga dai propri rubinetti. I cittadini possono stare tranquilli sulla qualità dell’acqua che portano in tavola. Ogni due mesi, infatti, sul sito del Comune vengono pubblicati gli esiti dei controlli effettuati sulla risorsa idrica.

«In questo modo – conclude la nota – ognuno potrà accertare le caratteristiche e la qualità di questa nostra importante risorsa».

                                                                                                       

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