Questa intervista non s’ha da fare!
07.03.2016, Articolo di Mimmo Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Marzo 2016, Anno X, n. 1)
Retroscena di una conversazione realizzata e mai pubblicata.
Viviamo in un piccolo paese dell’Alta Irpinia dove la libertà di espressione, in tutte le sue manifestazioni, è fortemente contrastata da chi, assumendo un atteggiamento simile ad un “capobastone”, è abituato ad avere il controllo sistematico del territorio e dei suoi abitanti. Ogni iniziativa è sempre vista con sospetto, passata al setaccio, soppesata nei minimi particolari per valutarne gli effetti e le conseguenze che potrebbe avere sulla propria immagine, sui propri interessi, sulla propria cricca di riferimento.
Tutto questo monitoraggio diventa poi ossessione, tormento, incubo infernale, quando si trattano alcune tematiche, questioni attorno alle quali probabilmente ruotano tanti, ma proprio tanti, interessi.
L’intervista preannunciata (e realizzata) a Pietro Pagnini – sul tema delle seggiovie del Laceno e relativo contributo (perso!) di 15 milioni di euro per il suo ammodernamento – è arrivata inspiegabilmente nelle grinfie del “lupo” prima ancora della pubblicazione sul giornalino “Fuori dalla Rete”. Il predatore dei monti Picentini, d’istinto, e rievocando il mitico incontro tra Don Abbondio e gli sgherri, ha immediatamente lanciato il suo anatema: «Questa intervista non s’ha da fare!»
I “bravi” si sono messi subito all’opera. Andato a vuoto il primo tentativo di bloccarne la pubblicazione su PT39, si è scelto abilmente la strada della “persuasione” all’intervistato. Risultato raggiunto: il sig. Pagnini ci ha ripensato (“a nuttata porta cunsigliu”) e ha chiesto la cortesia di non rendere più pubblica quella intervista.
Come mai tanta inquietudine? Perché ci si agita in modo così scomposto per una intervista? Sono risultate più indigeste e sgradite le domande, imbarazzanti e scomode le risposte o dirompenti e deflagranti il mix delle due?
Il lupo, si sa, nella fase declinante della sua vita abbandona spesso il branco, frastornato e confuso vaga solitario alla ricerca di quella serenità perduta da tempo. E non ha troppa voglia di dare spiegazioni.
Quanto accaduto, però, ci indigna profondamente e non va assolutamente sottaciuto considerata anche l’aggravante della recidiva (“Il lupo perde il pelo ma non il vizio”).
La libertà di azione e di pensiero rappresentano valori inalienabili, patrimonio inestimabile dell’associazione, della comunità bagnolese e di tutte le persone veramente libere.
Quando in quel lontano autunno del 2007 si costituì “PalazzoTenta39” tutti (ma proprio tutti!) i soci fondatori condivisero un motto diventato pietra miliare del Circolo in questi anni: “Chi siamo? Persone animate dal desiderio di voler mettere in discussione i propri convincimenti dal (libero e civile) confronto con le altrui certezze”.
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La redazione di PT39, nonostante «l’indebita ingerenza» di qualche notabile locale, ha deciso di pubblicare integralmente (almeno) le domande, lasciando al lettore ogni valutazione di merito sulla loro opportunità e adeguatezza.
INTERVISTA A PIETRO PAGNINI, DIRETTORE TECNICO DELLA SOCIETA’ GIANNONI
(di Mimmo Nigro)
PREMESSA
L’argomento “seggiovie” è sempre di grande attualità a Bagnoli. La perdita del contributo pubblico di 15 milioni di euro ha deluso le aspettative di tanti e alimentato polemiche roventi tra i diversi attori della contesa. Sono state rilasciate un’infinità di dichiarazioni (forse anche troppe), ma la sensazione della gente è che chiarezza, almeno finora, ne sia stata fatta davvero poca. Ci si augura che questa intervista al direttore Pagnini, della società Giannoni, possa invece rappresentare un importante passo avanti nella direzione, da molti auspicata, di un confronto serio e costruttivo sul tema dibattuto e più in generale sulle strategie da adottare, e possibilmente da condividere con tutti gli altri stakeholder presenti sul territorio, per il rilancio turistico del comprensorio Bagnoli-Laceno. L’interlocutore, a cui va il ringraziamento dell’associazione PT39 per la disponibilità, non si è sottratto al confronto. Anzi, da buon toscano qual è, ha tirato fuori tutta la grinta e l’energia che l’ha sempre contraddistinto per provare a spiegare, dal suo osservatorio, le diverse vicende che si intrecciano in questa storia. Ne è venuta fuori un’interessante conversazione, con tanti spunti di riflessione.
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DOMANDE
Considerate le scarse precipitazioni nevose, e soprattutto le elevate temperature, il 2015-2016 sembra uno dei peggiori inverni degli ultimi 50 anni. Sig. Pagnini come sta procedendo sul Laceno la stagione invernale?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
I cambiamenti climatici in atto hanno spinto molti osservatori, e tante testate giornalistiche, a sostenere che occorra “riconvertire” quanto prima l’industria dello sci (vedasi, tra gli altri, l’articolo de “Il Fatto Quotidiano” pubblicato di recente sul sito web di PT39), provando a ricercare nuove opportunità di sviluppo dei territori. Cosa ne pensa?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
Il rischio da Lei paventato di una possibile imminente chiusura degli impianti di risalita a Laceno potrebbe infliggerebbe un colpo mortale all’economia del territorio, già da tempo in grave difficoltà. Se venissero meno, come sembra, i contributi pubblici finora erogati a vostro favore, verrebbero meno le condizioni economiche per continuare a fare business a Laceno?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
Il Comune di Bagnoli ha perso il contributo pubblico di 15 milioni di euro per l’ammodernamento delle seggiovie e di tutto il comprensorio. Il sindaco dà la colpa al gestore degli impianti che non ha liberato le aree. La società Giannoni ribalta le responsabilità sull’Amministrazione comunale.
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
Sembra che uno dei “nodi” più delicati fosse rappresentato dalla tutela di legittimi diritti vantati sulle aree da alcuni imprenditori locali (ristorante-bar La Baita, il maneggio, ecc..). È possibile fare chiarezza una volta per tutte su questo punto?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
È vero che la società Giannoni aveva chiesto al Comune una congrua buonuscita, quantificabile in almeno 2-3 milioni di euro per liberare il posto?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
Il sindaco Nigro ha assunto nei vostri confronti un atteggiamento che a molti è apparso incerto, ondivago, per non dire contraddittorio. Dapprima, facendosi forte della sentenza del TAR sulla “convenzione”, sembrava intenzionato ad intraprendere un’azione di forza intimandovi di lasciare l’area (vedasi provvedimento di sgombero del luglio 2014). Poi, attraverso la mediazione dei legali, aveva maturato la convinzione che fosse possibile un accordo con la vostra società. L’impalcatura di quell’accordo, però, si è sciolto come neve al sole in Regione dove i funzionari hanno palesato tutti i limiti di quella transazione (violazione della concorrenza, aiuto di Stato, ecc.). È sembrato un atteggiamento dilettantistico, una gran brutta figura agli occhi delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Cosa non ha funzionato? Chi ha commesso errori così “pacchiani”? Sarebbe bastato il passaggio di questo accordo in Consiglio Comunale?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
Di fronte a questo fallimento, come spiega il silenzio della comunità bagnolese? La gente è apparsa disorientata, confusa, quasi anestetizzata. E pure dovrebbero essere tutti “incazzati neri” per come è andata a finire. O no?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
A proposito, come sono oggi i rapporti personali ed istituzionali con il sindaco Nigro e la sua giunta?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
E con la minoranza che fa capo all’avvocato Aniello Chieffo e alla signora Maria Vivolo?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
Molti ritengono che una sentenza favorevole al Comune (sulla vertenza “concessione”) anche da parte del Consigli di Stato, dopo quella del TAR, risolverebbe alla radice il problema e vi metterebbe definitivamente con le spalle al muro. È così?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
Il rapporto con la cittadinanza locale non è stato mai idilliaco. E pure avete dato, e continuate a dare, occasioni di lavoro a non pochi bagnolesi. Tante aziende dell’indotto devono moltissimo alla vostra presenza sul territorio. I bagnolesi, però, vi ritengono ancora oggi degli “estranei”, nonostante la vostra presenza sul Laceno da diversi decenni. Siete visti come persone poco disposte al dialogo, all’ascolto e alla collaborazione: non avete aderito al Consorzio turistico Bagnoli-Laceno, non collaborate con la Pro Loco e con altre associazioni locali, non interagite con la politica e con la società civile. Insomma cos’è che non va? Gli interlocutori non sono alla vostra “altezza”? Vi sentite accerchiati? O cos’altro?
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
L’immagine esterna appare invece molto più positiva: i turisti che frequentano il Laceno riconoscono la vostra serietà, l’efficienza aziendale, la voglia di intraprendere, di pianificare, di provare a crescere e far crescere questa bellissima località turistica.
(Risposta non autorizzata alla pubblicazione)
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CONSIDERAZIONI FINALI
Le schermaglie delle ultime settimane, peraltro giunte ad intervista ultimata, potranno forse fare la felicità di qualche “tifoso”, ma non danno lustro ad un paese che, per i suoi trascorsi, merita ben altri spot promozionali. Diciamola tutta, non è stato un bel vedere. Il fango schizzato ha prodotto soltanto un inutile scadimento del confronto. Occorre invece recuperare razionalità, unire le forze (c’è bisogno di tutti) e ricercare, fino allo sfinimento, le ragioni di un dignitoso compromesso (al rialzo!), che non è una bestemmia, non è il segnale di qualche debolezza umana, ma la prerogativa delle persone di spessore, degli statisti, dei visionari, di coloro che hanno scritto la storia … anche a Bagnoli.
Per quanto superfluo possa sembrare dirlo, precisiamo che l’intervista a Pietro Pagnini, in qualità di direttore tecnico degli impianti, è stata (metaforicamente) scritta a 6 mani, ovvero concordata è condivisa, anche nei minimi particolari, dalla proprietà della società concessionaria Giannoni.
Mimmo Nigro
Commento di Nello Molinaro:
Caro Mimmo, ho letto il tuo articolo, non riesco ad individuare chi è intervenuto per bloccare l’intervista rilasciata dal sig.Pagnini, allo stesso modo non trovo le motivazioni del perché di questa intervista fatta a questa persona , che di fatto non rappresenta nessuno e nessun titolo di responsabilità nella gestione della società concessionaria. Ne si comprende a quale titolo interviene essendo unicamente un normale responsabile tecnico degli impianti e nulla più, essendo la società concessionaria unicamente diretta dall’Ing. Marzio Giannoni l’unico abilitato a rilasciare interviste ed a esserne responsabile di quanto dichiarato nei confronti dell’ente concessionario.
Per questo ritengo immotivato come questa redazione abbia permesso tutto ciò, ne che si possa accettare che la stessa possa essere usata come comunicatrice di proprie dichiarazioni, unicamente volte a salvaguardare interessi di una società privata e questo non va affatto bene. Le questioni personali e societarie e le problematiche che si presentano devono essere risolte nell’ambito interno societario ed in proprio, ne è compito del comune risolverle. E’ la legge del mercato che lo impone.
Il ricercare giustificazioni con l’uso del nostro giornalino con l’intento di spiegare e/o accusare il ritenuto interlocutore “il rappresentante, in pectore, del popolo nonché dell’Ente pubblico”, ritengo che sia inappropriato permetterlo.