Accoglienza, Arciuolo: “L’Irpinia si mobiliti”
04.09.2017, Il Quotidiano del Sud
L’appello del dirigente scolastico: “La nostra, una battaglia di civiltà”.
E’ incessante la battaglia culturale per l’integrazione che porta avanti Luciano Arciuolo, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Nusco, Bagnoli Irpino e Castelfrranci. Dall’appello a Papa Francesco lanciato nei mesi scorsi, perché l’accoglienza dei bambini provenienti dai paesi in guerra diventi una realtà e un momento di crescita ci comunità come quelle irpine destinate all’oblio, all’abbandono e allo svuotamento a causa di un’emigrazione che non ha fine.
«Caro Papa – scriveva Arciuolo – da anni assisto allo spopolamento dei nostri paesi e vedo le nostre scuole ospitare sempre meno alunni. Guardo con commozione in tv le immagini dei poveri cristi che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste e sono costretto a cambiare programma per la sofferenza. Qualche settimana fa ho avuto un’idea: perché non ripopolare le nostre scuole e i nostri borghi ospitando i minori senza accompagnatori? Allora ho scritto ai sindaci dei tre comuni delle scuole che dirigo e mi hanno risposto di no tutti e tre».
Un appello rimasto senza risposta che restituisce il senso delle contraddizioni con cui deve fare i conti l’Irpinia, delle tante resistenze che si avvertono sul territorio ma Arciuolo non si arrende convinto che si tratti di una situazione rispetto alla quale nessuno di noi può sottrarsi. Perciò continuo a riproporre la mia sfida, perché ci si mobiliti”.
Di qui l’appello alla solidarietà, all’accoglienza, all’integrazione. Un appello che proponiamo di seguito di cui Arciuolo spiega le ragioni nel dettaglio, rivolto questa volta non soltanto agli amministratori dei comuni altirpini ma alla cittadinanza perché le barriere rappresentate da discriminazione e paura siano finalmente superate, rivolto a quelle famiglie che continuano a opporsi all’apertura di nuovi Sprar in Irpinia.
Un appello a far sentire la propria voce perché la solidarietà faccia più rumore dell’indifferenza.
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LETTERA APERTA (di Luciano Arciuolo)
Migranti: siamo ancora in tempo
“Anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti”
(“La canzone del Maggio”, Fabrizio De Andrè)
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Il 31 Marzo scorso è scaduto, per i Comuni, il termine semestrale per avanzare la candidatura finalizzata all’apertura di un centro SPRAR per l’accoglienza di migranti. I Comuni di Nusco, Bagnoli e Castelfranci non hanno ritenuto di aderire. E’ stata una sconfitta, non solo e non tanto per me (ci sono abituato) quanto piuttosto per le nostre zone e, più in generale, per la civiltà.
Ma la porta è ancora aperta: il 30 settembre scade l’altro termine per aderire al sistema. A Marzo lo hanno fatto tanti paesi della nostra zona, anche più piccoli del nostro, quasi tutti dichiarandosi disponibili ad accogliere famiglie e minori non accompagnati.
Solidarietà, accoglienza, integrazione, lavoro, freno alla desertificazione e allo spopolamento. Queste erano le ragioni della proposta avanzata ormai sei mesi fa (e alla quale, sia detto per inciso, non ho mai avuto una risposta …). Quelle ragioni sono ancora valide. Lo sono ancora di più per i bagnolesi, perché da noi la crisi ha assunto, negli ultimi mesi e per altre ragioni, un volto ancora più feroce.
Voglio dunque lanciare un nuovo appello affinché il Comune dichiari la propria adesione allo SPRAR, nelle forme che riterrà più opportune, dichiarandosi disponibile ad accogliere almeno minori non accompagnati.
Lo faccio con una lettera aperta perché, stavolta, intendo rivolgermi non solo alle autorità locali ma a tutta la cittadinanza e, in modo particolare, alle persone che pure, sei mesi fa, hanno condiviso l’iniziativa ma non hanno avuto l’occasione, o il coraggio, di far sentire la propria voce.
Sappiano queste persone che se il centro SPRAR non si è fatto non è solo a causa dei razzisti, che pure sono tanti. Se non è stato possibile è anche perché i favorevoli non hanno detto niente.
Io sono convinto che un uomo è fatto dei propri sogni e delle proprie idee. Senza sogni e senza idee, ma anche senza la voglia di darsi da fare per affermare gli uni e le altre, semplicemente non si è.
Avanti dunque con questa che è una vera e propria battaglia di civiltà, oltre che di sviluppo. E senza aver paura di sembrare, come qualcuno ha detto, dei Don Chisciotte: il “Cavaliere Triste” è pur sempre uno dei più grandi e fantastici personaggi mai creati dalla mente di un essere umano. Anche perché se è vero che combatteva contro i mulini a vento, è anche vero che, ogni volta, risaliva in sella al suo rachitico ma fedele cavallo e si lanciava contro un altro avversario. Insomma: era vivo.
IL QUOTIDIANO DEL SUD
(03.09.2017)