Laceno, è questa la fine che lo attende?
22.08.2017, Articolo di Andrea Maglio (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2017, Anno XI, n.4)
Premessa
Sono un giovane appassionato della montagna e frequento il Laceno da quasi 15 anni, mi sono permesso di scrivere questo articolo proprio in seguito alle ultime vicende che hanno visto “chiudere” il bell’altopiano Irpino. E da appassionato quale sono, da quando avevo 4 anni, anche degli impianti a fune (seggiovie, sciovie ecc…) e del settore montagna in generale, ho deciso di “paragonare” quanto sta accadendo con altre località, cercando di mostrare quali potrebbero essere gli effetti di tutto ciò.
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Laceno, 21 maggio 2017. Le seggiovie “Settevalli” e “Rajamagra” concludono il loro ultimo giorno di apertura al pubblico. Il 27 dello stesso mese scade il benestare al pubblico esercizio delle stesse che quindi da quella data resteranno chiuse. La lunga storia che c’è dietro è ormai nota a tutti, bensì racconterò un’altra storia. La storia di un’altra località che ha vissuto quasi le stesse problematiche ormai da 9 anni.
Mi sono infatti recato, a fine maggio di quest’anno, in quel di Marsia, piccola località invernale (un tempo gloriosa) nel comune di Tagliacozzo (AQ), nella Marsica abruzzese. Luoghi fantastici e natura incontaminata, buon cibo e tanta storia (il borgo di Tagliacozzo è uno dei più belli d’Italia) ed anche qui tre impianti fermi ormai a tempo indeterminato. Una storia molto simile a quella del Laceno, anche a Marsia il bacino d’utenza era notevole (1h da Roma e 1h 30′ da L’Aquila), tre gli impianti: una seggiovia monoposto detta “Piccionara” e due skilift al servizio dei principianti, per un totale di quasi 10km di piste. Ma dal 2008 i tre impianti hanno cessato di girare: la seggiovia ha raggiunto la scadenza tecnica e insieme ad essa sono stati fermati anche i due skilift. Da allora giace tutto nel completo abbandono (anche le strutture ricettive e le residenze private) e per i tre impianti pare che il tempo si sia fermato: erba e rovi si sono impadroniti di ciò che erano le piste, le baite, i seggiolini… Gli impianti erano di una società privata, la quale presentando progetti di rilancio degli impianti aveva trovato riscontro negativo da parte dell’amministrazione comunale, dovendo addirittura ricorrere al Tar. Nel frattempo era stata contestata anche la concessione con la quale la società ha operato fin dagli anni ’90. Dal 2010 si sono perse le notizie di questa splendida località, che nel frattempo è decaduta (anche le strade per raggiungerla sono al limite della praticabilità), e nessuno più si è interessato alla questione. In appena 7 anni Marsia è passata da discreto centro invernale ed estivo a poco più di nulla, dove quasi nessuno più si reca neanche per il classico “pic-nic” o qualche escursione.
Con questa breve storia ho voluto sottolineare quali sono gli effetti dell’abbandono e della fine di una località sciistica (l’Italia ne è piena, da nord a sud, di queste storie, vi consiglio una visita al sito http://lost-lift.weebly.com/ ), ma il mio personale auspicio per il Laceno è e resta quello di trovare un vero e serio rilancio della località, non il fermo e l’abbandono, che significherebbero solamente tornare indietro di 50 anni e condannare ulteriormente una comunità già distrutta dalla crisi economica degli ultimi tempi. Ed è per questo che chi di dovere dovrebbe fare un’attenta riflessione, visto che dice di voler pensare al futuro del Laceno, perché mettere in condizioni di chiudere i gestori degli impianti era la prima cosa da NON fare, se si voleva veramente rilanciare la località e pensare a nuovi impianti e piste. Soprattutto alla luce del fatto che il finanziamento che permetterebbe di fare ciò è ancora tutto da vedere e dai modi e tempi incerti, detto in parole povere, ad oggi ancora inesistente. La verità è un’altra purtroppo, ed è sotto gli occhi di tutti: Laceno si sta lentamente avviando verso la fine di Marsia, perdendo in qualità e quantità del turismo e perdendo strutture ricettive e attività turistiche, unico fiore all’occhiello di una provincia mai veramente attenta alle proprie risorse. E si toccherà il fondo in inverno, quando l’altopiano sarà completamente vuoto, tranne quelle domeniche “nevose”, quando ancora ci sarà qualcuno con gli slittini pronto a rischiare di farsi anche piuttosto male, tutto questo ammesso e non concesso che le strade vengano ancora pulite e sgomberate dalla neve, cosa che nell’esempio di Marsia non avviene quasi più o comunque non più come prima.
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Di seguito qualche immagine della visita agli impianti di Marsia (AQ):