Crack Laceno? Intervista doppia a Gerardo Vivolo ed Eusebio Marano
17.08.2017, Gli imprenditori rispondono (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2017, Anno XI, n.4)
Vi proponiamo in questo numero di Fuori dalla Rete due interessanti interviste, a Gerardo Vivolo titolare del parco divertimenti Lacenolandia e ad Eusebio Marano proprietario della tipografia Dema. Gli argomenti trattati riguardano la situazione attuale in cui versa il nostro paese, le sette domande infatti toccano alcuni temi cari alla classe imprenditoriale bagnolese e lacenese.
Pacato nei toni, realista e costruttivo nel discutere dei problemi che affliggono l’altopiano, Gerardo Vivolo non ha esitato ad ammettere le colpe di una classe imprenditoriale che nel corso degli anni non ha più creduto nelle potenzialità del Laceno. Nonostante i tanti problemi che sta affrontando non ha perso la fiducia e crede ancora in un rilancio turistico della nostra località.
Coraggioso, più istintivo e passionale, invece Eusebio Marano. Complice sicuramente l’ingiusto “trattamento” riservatogli dall’attuale amministrazione, non ha esitato a riconoscere i suoi errori quando ha “vestito” i panni di amministratore. Pessimista, a differenza di Gerardo, crede che la maggior parte dei mali che oggi affliggono il paese siano dovuti ad una cattiva gestione della cosa pubblica.
Unica nota stonata è stata la scarsa adesione al questionario di 7 domande predisposto dall’associazione PT39. Le domande sono state recapitate via email a tutti i soci del Consorzio Turistico Laceno, alla neo società di imprenditori Lacenesi (Lago Laceno Operatori Associati), oltre ad altri imprenditori locali. Per chi volesse approfondire l’argomento vi segnaliamo l’articolo di Mimmo Nigro (seguirà pubblicazione).
La redazione di “Fuori dalla Rete” coglie infine l’occasione per ringraziare Gerardo ed Eusebio per la disponibilità accordataci.
Giulio Tammaro
P.S. Si confida (siamo degli inguaribili ottimisti) che possano pervenire dagli imprenditori locali altre risposte al questionario che, ovviamente, andranno pubblicate sul prossimo numero del giornale e/o sul sito web.
________________
LE INTERVISTE
Negli anni 60-70 si erano create le condizioni per un reale sviluppo economico, un virtuoso turismo di massa: il “Laceno d’Oro”, la nascita del villaggio sull’altopiano, l’apertura di alberghi e ristoranti, la costruzione degli impianti sciistici e tanto altro. Di più, almeno allora, non si poteva fare. Perché dagli anni ‘80 ad oggi quella spinta propulsiva è venuta meno? E’ stato solo colpa del terremoto?
Gerardo Vivolo. Non credo, il terremoto secondo me è stato un evento marginale per il turismo di Laceno. Dopo il terremoto con i vari finanziamenti alle infrastrutture viarie e la costruzione della strada a scorrimento veloce Ofantina, si sono accorciate le distanze dai grandi centri al polo turistico del Laceno. Credo piuttosto che negli anni ‘90 e 2000 la burocrazia non ha creato le condizioni favorevoli, anzi è stata sempre un limite allo sviluppo dell’altopiano. I problemi sono da ricercare in parte nel Piano Regolatore Generale, mai aggiornato dagli anni ’80, nonostante tante cose siano cambiate nel tempo; un Piano regolatore che quindi non ha permesso lo sviluppo né la nascita di nuove attività che potevano diventare fondamentali per la crescita turistica del Laceno. Non possiamo pensare di attirare turisti a Laceno solo con la buona cucina, dobbiamo pensare anche ad altro. Certamente ci sono anche altre colpe, queste imputabili a singoli imprenditori. Forse negli anni si è persa quella fiducia che caratterizzava l’altopiano negli anni ’70 e ’80. Non avendo fiducia nelle potenzialità del Laceno gli investimenti sono diminuiti e pian piano c’è stato un deperimento delle strutture con conseguente riduzione di clienti.
Eusebio Marano. Vi siete mai chiesti perché negli anni 60-70 il Laceno divenne una delle mete turistiche più rinomate del sud? Perché eravamo amministrati da una classe dirigente lungimirante che aveva interesse a far sì che il Laceno di sviluppasse. Terminata quella fase storica Bagnoli è stata per decenni amministrata da persone incapaci di guardare oltre il proprio naso e soprattutto da sindaci che non avevano “interessi” che il Laceno si sviluppasse ma solo interessi personali e politici.
Politici e imprenditori sarebbero dovuti essere i grandi protagonisti dello sviluppo economico del territorio. La sensazione è che, almeno in alcuni momenti topici, entrambe le categorie hanno per così dire “steccato”. Chi secondo lei è stato meno lungimirante? A chi le maggiori responsabilità del declino in atto?
Gerardo Vivolo. Come già detto entrambe le categorie hanno peccato. Non vi è stata abbastanza lungimiranza e nel tempo vi è stato un appiattimento sia dal punto di vista politico che imprenditoriale.
Eusebio Marano. Il problema principale è che i nostri lungimiranti politici hanno pensato di sviluppare il settore secondario ovvero le industrie e non il turismo. La ragione è molto semplice: le industrie erano un grande serbatoio di voti a differenza del turismo. Si è creato quindi un sistema dove il cittadino doveva essere succube del politico di turno. Sviluppando invece il turismo si andava a creare una classe imprenditoriale indipendente ed autonoma sia dal punto di vista intellettuale che da quello economico. Tutto questo andava a discapito del colle e dei suoi vassalli in loco. Questo servilismo ha contagiato anche i pochi imprenditori locali che si sono adagiati su quello che passava il convento e non hanno mai ritenuto opportuno migliorarsi e rendersi autonomi dalla politica. Negli ultimi tempi è accaduto in po’ di tutto.
Perdita dei 15milioni di euro per il rifacimento degli impianti sciistici, chiusura delle seggiovie, ordinanze di demolizioni o rimozioni di diverse strutture abusive, sigilli ad alcune importanti attività di Bagnoli e Laceno. L’immagine del comprensorio, quella che un tempo si chiamava “Gemma dell’Irpinia”, è apparsa ai minimi storici. Che idea si è fatto?
Gerardo Vivolo. I contrasti tra gli imprenditori esistono dall’alba dei tempi e non soltanto a Laceno. Siamo molto bravi a buttarci la zappa sui piedi. Per quanto riguarda la “situazione Laceno” ad oggi è negativa e preoccupante. Ai turisti non interessa di chi siano le colpe, chi ha o non ha fatto abbastanza; sono interessati ai servizi e alla qualità di essi. Quindi l’immagine del Laceno attualmente è danneggiata e amplificata anche dai mezzi di comunicazione che continuano a riportare solo i problemi, e non ciò che effettivamente funziona. Ormai internet è diventato un mezzo fondamentale per le località turistiche e quindi anche per Laceno. Dovremmo stare un po’ più attenti al suo utilizzo.
Eusebio Marano. Io penso che sia quasi completamente compromessa, una situazione così deprimente il nostro paese non l’ha mai attraversata di chi sia la colpa è sotto gli occhi di tutti solo qualcuno accecato dal troppo sole preso non riesce a vederlo e a capirlo.
Sembra che gli interessi del Laceno e dei suoi operatori spesso divergono da quelli di Bagnoli e dei suoi abitanti. Secondo Lei occorre seguire politiche di sviluppo sinergiche fra i due territori o autonome e specifiche per ciascuna delle due realtà?
Gerardo Vivolo. Io credo che uno sviluppo serio leghi entrambe le parti. Bagnoli non sarebbe tale senza Laceno e Laceno non sarebbe tale senza Bagnoli. Si devono accorciare le distanze sia dal punto di vista mentale che materiale. Detto questo, certamente Bagnoli e Laceno anche lavorando in sinergia devono focalizzarsi su punti ed obiettivi differenti. Laceno deve puntare su un turismo naturalistico e Bagnoli su un turismo culturale. Tutto questo in un contesto ancora più ampio che comprenda altre realtà Irpine, in modo da offrire un pacchetto turistico completo. L’obiettivo comune deve essere quello di invertire il trend negativo del mordi e fuggi.
Eusebio Marano. Bagnoli e Laceno sono un’unica entità non esiste Bagnoli senza Laceno e viceversa ed è per questo motivo che deve seguire una linea di sviluppo sinergica. Non a caso durante il mio mandato da assessore al turismo nella passata amministrazione fu creato prima il centro commerciale naturale, un’associazione di imprenditori e commercianti bagnolesi che poi confluì in blocco rimettendo in moto il Consorzio Turistico Laceno.
E’ un dato di fatto che sia a Bagnoli che sul Laceno tra gli addetti ai lavori c’è sempre stata scarsa collaborazione e cooperazione. L’idea di un grande Consorzio Turistico, omnicomprensivo, non è mai davvero decollato. Molti operatori si sono tirati indietro o addirittura hanno osteggiato il progetto portato avanti, con alterne fortune, da diversi attori negli ultimi 20-30 anni. E’ solo una questione di mentalità, di frivole rivalità personali o c’è dell’altro?
Gerardo Vivolo. Il progetto del Consorzio Turistico a metà degli anni ’90 apparentemente sembrava partito bene ma negli anni ha avuto una battuta d’arresto. A inizio degli anni 2000, uno dei maggiori operatori è fuoriuscito dal consorzio. Proprio in questo intervallo i rapporti si sono iniziati a deteriorare. Certamente un maggiore dialogo avrebbe risolto i problemi sul nascere. Con il tempo poi, le incomprensioni si sono inasprite ed anche se ci sono state altre iniziative di unione tra gli operatori, non si è riusciti mai a raggiungere un’unità completa del Laceno. Essendo questo, a mio avviso, l’unico modo per dare una scossa ed affrontare i problemi in modo serio. Quindi rivolgo un appello agli amici operatori e imprenditori del Laceno: se vogliamo garantire un futuro ai nostri figli, nel nostro territorio, l’unico modo è remare tutti nella stessa direzione, mettendo da parte le incomprensioni per ritrovare l’entusiasmo perduto.
Eusebio Marano. Non siamo maturi per un’aggregazione di imprese, non siamo maturi per stare tutti insieme, ognuno come dissi un poco di tempo fa, quando mi dimisi anche da assessore, pensa al proprio orticello e ragionando così non andremo mai da nessuna parte. Non siamo stati capaci di prendere una posizione chiara ed univoca su questioni di estrema importanza per il futuro del nostro paese e quindi di conseguenza di tutti noi consorziati. La cosa più importante è che non riusciamo a fare sistema tra di noi.
La Pro Loco Bagnoli-Laceno, almeno negli ultimi anni, sta concentrando tutti i suoi sforzi sull’evento “Il Nero di Bagnoli- Sagra della Castana e dei prodotti tipici”. Centinaia di migliaia di visitatori ad ogni edizione. E’ sempre un grande successo. Va bene così o si potrebbe e dovrebbe poter fare di più e di meglio?
Gerardo Vivolo. La Pro Loco Bagnoli-Laceno è una grande risorsa per il nostro paese e ha dimostrato negli anni di saper affrontare grandi sfide. Colpisce l’operosità di tanti giovani che lavorano in un’unica direzione e hanno un solo obiettivo, quello di arricchire e migliorare l’evento “Il Nero di Bagnoli -Sagra della castagna e dei prodotti tipici”. Ottima l’idea di spalmare l’evento su più giorni, dando la possibilità al visitatore di pernottare e conoscere al meglio il nostro territorio. Certamente si può e si deve fare di più. Bisogna pensare alla commercializzazione di un pacchetto turistico completo, in cui può essere incluso non solo il pernottamento ma anche buoni pasto e altri servizi come visite culturali e naturalistiche ecc.. Il turista è sempre più pigro e vuole tutte le comodità possibili senza doversi scervellare nell’organizzazione della sua vacanza.
Eusebio Marano. La Pro Loco è per ora è l’unica realtà attiva presente nel nostro paese, un gruppo di persone fra mille difficoltà riesce ogni anno a realizzare un evento da oltre duecentomila persone. Ovviamente si può e si deve rinnovare e migliorare, ma come si dice: squadra vincente non si cambia.
Si sta per entrare nella campagna elettorale che ci porterà al rinnovo del Consiglio Comunale nel 2018. Qual è il profilo che il Sindaco dovrebbe avere? Quali dovranno essere, secondo Lei, le priorità da indicate nel programma elettorale delle squadre in campo?
Gerardo Vivolo. Non basta il sindaco è la squadra che fa la differenza. Io le parlo da operatore di Laceno e residente di Bagnoli; secondo me le priorità o semplicemente delle proposte, per il prossimo programma elettorale possono essere le seguenti : 1. Portare a compimento la ristrutturazione del comprensorio sciistico. 2. Portare a compimento nel più breve tempo possibile il Piano Urbanistico Comunale per permettere agli imprenditori presenti sull’altopiano di investire e ben vengano anche investimenti esterni, per un corretto rilancio della località. 3. Legato alle seggiovie completare l’idea di Bike Park. Non ci può essere un bike park senza la seggiovia. Il bike park può essere e deve diventare anche un collegamento tra Laceno e Bagnoli, consentendo ai ciclisti di raggiungere il centro del paese attraverso percorsi di diversa difficoltà, che scendono i bellissimi versanti del Laceno. 4. Incoraggiare ed incentivare le associazioni esistenti e stimolare l’associazionismo su altri temi. Associazioni legate allo sport, alla cultura o di promozione di prodotti tipici ecc., possono dare una grande mano, coinvolgendo e sensibilizzando tutti i cittadini. 5. Migliorare la rete idrica. 6. Pensare a progetti pubblici utili e che possano portare un beneficio all’intera collettività.
Eusebio Marano. Qualsiasi amministrazione arrivi sicuramente non potrà essere peggiore di quella attuale. Chiunque avrà voglia di impegnarsi per il nostro paese dovrà avere tanto coraggio, in quanto passerà i prossimi cinque anni a riparare gli errori commessi negli ultimi tempi. Ci vorranno persone animate da tanto amore per gli altri e poco per se stessi, bisognerà mettere da parte tutti gli egoismi e l’odio che c’è in questo paese, se vogliamo un futuro per noi e soprattutto un futuro per i nostri figli dobbiamo fare questo, magari facendo una lista unica al di sopra di tutte le cattiverie e beghe attuali, una lista di persone veramente che non hanno mai avuto a che fare con la cosa pubblica. Chi sarà eletto Sindaco dovrà essere il sindaco di tutti e non solo di chi l’ha votato. C’è bisogno di una ricostruzione morale, economica, sociale e amministrativa del nostro paese e per fare questo non ci sarà bisogno di titoli ma solo di persone che amino realmente il nostro paese.
Interviste a cura della redazione del giornalino “Fuori dalla Rete”