Lehman Brothers (Settembre 2008)
28.07.2017, La poesia di Luciano Arciuolo (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2017, Anno XI, n.3)
Nel settembre 2008 fallisce la più grande banca del mondo, la Lehman Brothers, appunto. E’ l’inizio della crisi economica più lunga della storia contemporanea. Il Capitalismo che, dopo la caduta del muro di Berlino, era imperante, promise a tutti il paradiso terrestre, attraverso la globalizzazione. Ma era un paradiso di carta. Perché la globalizzazione ha prodotto un’economia di carta, quella della finanza internazionalizzata. Il mondo è veramente cambiato, ma in peggio: nessun benessere diffuso. Ricchi sempre più ricchi e tutti gli altri sempre più poveri.
Qualche dato (del World Economic Forum, una specie di Confindustria mondiale, che ogni anno, a Davos, in Svizzera, fa il punto della situazione economica mondiale):
- 8 persone hanno la stessa ricchezza di metà dell’umanità;
- L’1% della popolazione mondiale ha la stessa ricchezza dell’altro 99%;
- Negli ultimi 25 anni l’1% della popolazione ha visto moltiplicare per 182 il proprio reddito, mentre il 10% più povero vive con lo stesso reddito di 25 anni fa;
- Il reddito medio dei 26 paesi più ricchi è diminuito del 3% tra il 2008 e il 2013;
Questo è il presepe che ci avevano promesso. Non solo: questa situazione può facilmente spiegare il mondo di oggi: terrorismo; migrazioni; nazionalismi (che un secolo fa condussero il mondo verso due guerre mondiali. O lo abbiamo dimenticato?)
La poesia è pubblicata nella raccolta “Nei libri” del 2010.
Lehman Brothers
(Settembre 2008)
***
Non avevate più alibi
Caduto il muro.
E un nuovo Eden
Ci avete narrato.
Tutti ricchi
Tutti ricchi e felici
Tutti ricchi felici e immortali.
Fiumi di miele.
Bandito il grigiore.
Natale ogni giorno.
Ma era di cartapesta
Il vostro presepe.