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The walking dead (I morti viventi)

28.06.2017, Articolo di Nello Patrone (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2017, Anno XI, n.3)

nello-patroneInizialmente, contattato da Mimmo Nigro per scrivere un articolo, ho pensato di scrivere qualcosa sul cinema, materia di cui mi occupo. Però poi ho riflettuto, e, siccome la richiesta è stata anche quella di scrivere qualcosa che in qualche modo riguardasse Bagnoli, ho deciso di cambiare la mia idea iniziale.

Ho inserito qualche riferimento cinematografico, a partire dal titolo, ma ho intenzione di parlare di qualcosa che dovrebbe interessare un po’ tutti, una semplice riflessione su quella che, secondo me, è la situazione nel nostro paese.

Bene, siamo a meno di un anno dalle elezioni amministrative, ci prepariamo ai soliti scontri, alle solite richieste e promesse, ma ci prepariamo soprattutto alle solite domande tra la folla:

-Che cosa ha fatto l’amministrazione uscente per noi?

-Che cosa farà la prossima amministrazione per noi?

Siamo alla constante ricerca di qualcuno che possa fare qualcosa al posto nostro. Forse qualcuno, sommerso dalla pigrizia generale, non aspetta neanche questo. Siamo fermi, immobili, lasciamo scorrere il tempo che, imperterrito, avanza e non fa altro che rendere la situazione ancora più critica.

Un po’ come, appunto, in The Walking Dead, siamo i così detti vaganti, i morti viventi per intenderci. Siamo quelli che girano nel nulla, senza una meta. Siamo quelli che quando sentono un rumore, in massa, si spostano tutti in quella direzione! Mentre, nello stesso momento, una piccola minoranza di persone cerca di combattere questa situazione, tra successi, fallimenti, rivincite… Una minoranza che cerca in tutti i modi di restare in vita, una minoranza che cerca comunque di lasciare ai successori un luogo degno di essere vissuto, una minoranza che, in questo paese, è sempre più risicata.

Siamo affetti da questo virus, l’abbiamo contratto perché ci siamo inginocchiati alla maggioranza malata o perché ci è stato iniettato da qualcuno mentre tentavamo di combattere. Sono due i casi, ma siamo comunque malati. Siamo malati ma non abbiamo la minima intenzione e forza per cercare l’antidoto…

Io, ora, ad un anno da un nuovo cambiamento, ho un altro quesito da porre. Ci ho pensato e non poco durante i vari periodi fuori dal nostro paese, ci ho pensato quando sono tornato e l’ho rivissuto e anche quando l’ho lasciato ancora.

È un quesito che dovrebbero porsi i giovani ma anche i meno giovani:

Cosa stiamo facendo noi per il nostro paese, cosa abbiamo fatto e cosa stiamo facendo di conseguenza per noi stessi?

 Dal mio punto di vista, dal punto di vista di un giovane di Bagnoli, i problemi sono due:

1.L’indifferenza dei giovani a qualsiasi iniziativa, o alla maggior parte di esse.

2.Le “cattive” gestioni delle varie associazioni o delle varie proposte (non tutte ovviamente)

Queste opzioni possono essere anche collegate. C’è chi ha fatto, aveva intenzione di fare ancora ma ha smesso per colpa di qualcuno, per colpa di una situazione. Quindi ha abbandonato diventando indifferente a tutto. O semplicemente, c’è anche chi non ha proprio interessi e non ne vuole.

Partiamo prima dal presupposto che: amministrare v. tr. [dal lat. administrare, der. di minister: v. ministro]. – 1. Reggere, curare, regolare, sorvegliare il buon andamento.

Questo è quello che dovrebbe fare un’amministrazione, nulla di più!

Per vivere il nostro paese, per creare qualcosa di utile, per creare delle alternative, per portare qualche novità nel nostro paese non c’è bisogno dell’amministrazione, o meglio anche di quella, ma c’è bisogno soprattutto della volontà di ogni singolo cittadino nel voler migliorare la propria situazione e la propria vita nella comunità. Quindi, come prima cosa, iniziamo a non chiederci più cosa faranno gli amministratori per noi, iniziamo a chiederci cosa faremo noi per noi stessi.

Dal mio piccolo punto di vista, ho trovato sempre un paese fermo al mio ritorno, lo vedo fermo anche ora che sono qua e osservo tutto da vicino. In questi anni ho percepito una voglia di cambiamento pari a zero.

Siamo un paese fermo perché non abbiamo interessi, siamo un paese fermo perché quei pochi interessi che avevamo talvolta sono stati gestiti male, siamo un paese fermo perché i pochi giovani che restano non hanno alternative, anzi, non abbiamo alternative! Non abbiamo qualche attività da poter svolgere durante le giornate, questo sia per colpe nostre, sia per una cattiva gestione delle precedenti.

Non c’è più un gruppo di ragazzi interessato alla musica, continuiamo a vedere i soliti volti noti, quei pochi rimasti, quelli che continuano a farlo da anni. Fortuna che ci sono loro.

Non c’è nessuno disposto a recitare nelle commedie teatrali, non c’è nessuno di veramente appassionato oltre a quei pochi, pochissimi, che ormai lo fanno da anni. Senza la possibilità di un ricambio.

Non c’è quasi nessuno che scende in piazza per fare qualcosa di nuovo, ma ci sono tanti che si interessano se gli alberi sono quadrati, se somigliano a dei pini, o se somigliano a quelli posti all’ingresso di un cimitero.

Senza sapere che il cimitero non è diventato l’ingresso del paese, ma è il paese stesso.

Per fare un esempio e restare in tema, ho seguito un po’ la vicenda e il post sugli alberi in via Roma. Tutti interessati a questi problemi che non lasciano dormire la notte. Tutto questo lo potete trovare sulla pagina di Palazzo Tenta di Facebook. Facebook: il luogo in cui si scoprono tanti scrittori di professione e professionisti di vario tipo. Qualche mese dopo, sulla stessa pagina, sullo stesso social network, tra le stesse persone che si interessano ai “problemi” del paese, Mimmo, su mia richiesta, ha condiviso un mio post. Siccome con degli amici di Sorrento stiamo realizzando uno spot sugli incidenti stradali e sulle morti giovanili, ho chiesto aiuto alla comunità per la realizzazione del progetto.

Premetto…Non voglio essere di parte solo perché faccio parte di questa iniziativa, lo prendo in esempio siccome questo è un progetto che riguarda un problema esistente, sempre attuale, e che ha colpito anche il nostro paese in passato. Resoconto dei due post? Non so quanti commenti, botta e risposta, sotto quello riguardante gli alberi in via Roma. Zero, e ripeto, zero sotto quello che magari dovrebbe interessare realmente una comunità. Neanche uno interessato alla causa. Neanche una domanda. Con questo non intendo dire che cercavo la visibilità paesana, non sono alla ricerca di gloria, non mi serve, non mi serviva neanche in quel momento. Non ci aspettavamo neanche una folla tutta per noi, abbiamo chiesto solo un semplice aiuto alla popolazione. Non abbiamo ricevuto però l’aiuto sperato da parte dei cittadini bagnolesi e lo gireremo a Sorrento tranquillamente. Però concedetemelo, perché dopo questo una domanda mi esce spontanea: sono più importanti gli alberi in via Roma o le vite umane?… Mi riallaccio al discorso della mancanza di interessi di ogni genere.

A cosa siamo veramente interessati? È possibile essere attratti solo dai problemi futili? Quali sono le iniziative che potrebbero e dovrebbero stimolare le persone? Cerchiamo visibilità commentando e insultando chi amministra o cerchiamo di fare qualcosa che riguarda noi e la nostra vita? Ora mi direte, si ma è un semplice spot. Certo, avete ragione. Come magari avete ragione se dite che non saremo noi con uno spot a cambiare il mondo, magari gli incidenti non diminuiranno, forse con una petizione popolare gli alberi si possono cambiare molto più facilmente, ma almeno avevamo sperato nel buon senso dei cittadini Bagnolesi su un tema che è costato la vita di tre nostri amici. Invece nulla. Come questo episodio ne potrei citare altri, anche non riguardanti una mia attività o il mio settore, è la prima volta che chiedo aiuto in questo modo alla comunità, altrimenti potrei sembrare troppo di parte.

Esempio questo per far notare ancora di più il disinteresse che c’è a Bagnoli per qualsiasi cosa pratica. Non so se per paura, per mancanza di volontà, se magari nel nulla generale ognuno si spegne giorno dopo giorno. Il problema è che poi le poche iniziative lanciate cadono nel vuoto.

Non c’è rimasto nulla, forse qualcosa ci è stato anche tolto, ma non facciamo nulla per cambiare. Non c’è una qualsiasi altra attività culturale o sportiva, che non sia il gioco delle carte o il calcio. Siamo fossilizzati a questo.

Eh si, avete capito bene, le carte! Quelle che andavano di moda nei bar negli anni 70/80! Quelle che quando ero più piccolo vedevo giocare da mio nonno con gli amici ormai quasi pensionati o pensionati, e non dai giovani che dovrebbero essere attivi in altro.

Questa non vuol essere una critica a chi magari spende un po’ di tempo per svagarsi con una partita a carte, ma è “triste”, concedetemi il termine, se pensiamo che l’unica attività, l’unico hobby è diventato ormai questo. Oltre al calcio che da anni è sport nazionale.

In quest’ultimo anno sono stato impegnato con i bambini delle elementari per una rappresentazione teatrale della favola di Peter Pan. Alla fine del nostro percorso i genitori, entusiasti, parlavano di voler continuare. Vogliono continuare non solo perché i propri figli sono contenti di questa nuova esperienza, ma soprattutto per toglierli dalla strada, per tenerli impegnati, qualcuno ha addirittura affermato: ”almeno si fa qualcosa di diverso dal calcio”!

Eh, il calcio, uno sport che io personalmente adoro, dovrei essere l’ultimo a parlarne a sfavore. Un calcio che però non può essere l’unica attività altrimenti sei fuori da tutto, altrimenti non sei nel giro. Un calcio che tra l’altro divide e non unisce in questo paese. Prendo anche ora in esempio qualcosa che ho vissuto in prima persona per introdurre il punto 2.

Ultimamente e non solo, si è parlato di divisioni, di un paese spaccato per colpa del calcio. Ma nessuno si è chiesto il perché..!? Nessuno si è chiesto come mai è nata un’altra squadra. Non si è parlato di una squadra, l’USD Bagnoli Irpino, di cui ne faccio parte, creata dai ragazzi. Gli stessi che si sono autofinanziati per poter giocare nel proprio paese. Idea, questa, di un gruppetto di diciottenni o addirittura diciassettenni. Gente rimasta fuori dal giro dell’altra società, gente che magari si è sentita esclusa, anche gente mai stata inclusa perché era addirittura alla prima esperienza, gente disinteressata a quel progetto e a quel modo di fare calcio ma con una voglia di giocare che ha portato alla creazione di una nuova società. Tutto questo non per andare contro qualcuno, sia chiaro, ma per il semplice scopo di giocare a calcio. Purtroppo all’esterno è stato fatto passare altro. Solo perché questi ragazzi hanno chiesto aiuto ad un paio di persone adulte che magari in passato avevano avuto problemi con l’altra società sportiva di Bagnoli. E, prima di tutto, perché questi ragazzi non sono andati dalla società esistente a dire di voler creare qualcosa insieme. In pratica, un ragazzo, messo da parte, dovrebbe andare da quelli che hanno gestito male la sua situazione e quelle dei suoi amici a chiedere di fare anche qualcosa insieme….mi pare illogico. Pensate, per una volta che i ragazzi si svegliano, posano le carte e le birre e fanno qualcosa per loro, di conseguenza anche per il paese, anche se sempre in relazione al solito sport, non va bene..!? Ovvio, perché a Bagnoli, basta osservare attentamente le situazioni e non solo quelle legate al calcio, ecco il punto due, c’è la mania di essere gli unici. Non ci dev’essere la possibilità di creare altro, non ci dev’essere la possibilità di creare una squadra nuova, non ci dev’essere la possibilità di creare un gruppo musicale nuovo, non ci dev’essere la possibilità di creare un gruppo teatrale nuovo, negli anni è parso questo e continua tutt’ora ad essere così.

Bisogna avere l’esclusiva, bisogna sempre pensare al “c’ero prima io”, perché non l’hai fatto con me? Forse dobbiamo iniziare a pensare che questo sistema non fa bene ai giovani, non fa bene alla comunità. Forse si dovrebbe iniziare a pensare che l’uomo è libero e che ha l’intelligenza necessaria per poter decidere se quello che si svolge in una qualsiasi associazione, in un qualsiasi gruppo, fa per lui, si avvicina ai suoi ideali oppure no. E che se non è contento di una cosa ha tutto il diritto di poterci provare con le sue forze a crearne un’altra. Nessuno pensa che, se si crea qualcosa di alternativo, non è per creare attrito, ma perché magari chi ha gestito una qualsiasi associazione non ha fatto in modo di farti appassionare al progetto e di conseguenza non è riuscito ad includerti. A Bagnoli spaventa la concorrenza, a Bagnoli spaventa quando una persona ha intenzione di fare qualcosa che magari esiste già, e non va bene! Non va bene prima di tutto perché si fa poco o nulla e quel poco che si fa non dovrebbe essere contrastato, ma soprattutto perché questo dovrebbe essere come stimolo. Perché la concorrenza, quella leale, quella fatta a modo e forma, dovrebbe stimolare a far meglio, a migliorarsi anno dopo anno, anzi, giorno dopo giorno. Alla fine si può andare anche a cena insieme, se lo si fa in questo modo il paese non si divide, resta unito, anzi, si fortifica!  L’esclusiva rende padroni, ma lascia anche tanti giovani fuori! I gruppi non possono essere di 100 persone (le stesse persone), non tutte le attività se lo possono permettere, e non tutti possono essere contenti. I ragazzi in giro, quei vaganti, sono tanti. In un modo o nell’altro ci sono finiti, ci siamo finiti, purtroppo, la fuori. Un po’ per nostre colpe, un po’ anche per colpa di altri. Sicuramente, pochi si rimboccano le maniche. Sicuramente c’è tanto da fare. Sicuramente non sarà facile. Io però credo in un cambiamento. Lo spero. Negli ultimi mesi ho avuto la fortuna di lavorare, come detto, con i bambini. Da loro ho ricevuto una grossa spinta. Quando lavori per qualcuno, con qualcuno, lo fai anche per te stesso, con te stesso. E’ ripagante in tutto. Trovi il modo di occupare le giornate degli altri e anche le tue. Nei bambini ho notato la voglia di voler fare, la voglia che ogni bambino ha, e dovrebbe avere, di conquistare tutto e tutti. La voglia che però in questo paese per determinati motivi è venuta meno. Siamo tutti dei Peter Pan che hanno perso la voglia di sognare, non riusciamo più a volare. Privi di alcun obiettivo, senza una metà da raggiungere. Forse vi può sembrare troppo tragica la situazione leggendomi, ma vi assicuro, se uscite fuori Bagnoli e poi ci tornate scriverete lo stesso. Lo farete non con l’intento di criticare chi non fa nulla, chi inconsciamente ha sbagliato, o chi magari volontariamente ha sbagliato, non è questo il senso. Scriverete con l’intento di far notare, se ce ne fosse ancora bisogno, la situazione. Talvolta starci dentro non ti permette di percepire tutto, non hai un punto di vista diverso, ti fa confondere con la massa. Scriverete con l’intento di voler contribuire a migliorare la situazione, scriverete se un minimo siete orgogliosi di appartenere ad un luogo in cui siete cresciuti, scriverete se volete un cambiamento. Abbiamo tante possibilità, abbiamo tanti modi per rendere vivo il paese, per creare qualcosa che possa darci, e dare a chi ci sarà dopo di noi, la possibilità di vivere un paese migliore. Bisogna solo capire quello che si è sbagliato, quello che ha portato a questo, bisogna capire che si deve lasciar fare, bisogna capire soprattutto che si deve iniziare a fare, qualsiasi cosa, anche sbagliata, basta che si fa. La mia è una semplice analisi, se così si può chiamare, di un ragazzo che osserva ed ha osservato un po’ tutto prima di arrivare a queste conclusioni, tra partenze e ritorni da e a Bagnoli, un ragazzo che quest’anno ha avuto una spinta non indifferente da un gruppo di bambini, da quelli che saranno il futuro, da quelli che hanno più bisogno di trovare degli appoggi, di trovare qualcuno disposto a dargli delle alternative. Il mio vuol essere un monito a far meglio, a fare, a svegliarci un po’ tutti. Concludo con una citazione tratta da un film, la trovo adatta per tutti e alla situazione:

…”Per quello che vale, non è MAI TROPPO TARDI, o nel mio caso troppo presto, per ESSERE quello che vuoi essere. Non c’è limite di TEMPO, COMINCIA quando vuoi, puoi CAMBIARE o rimanere come sei, non esiste una REGOLA in questo. Possiamo VIVERE ogni cosa al MEGLIO o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa VEDERE cose SORPRENDENTI, spero che tu possa avere EMOZIONI sempre NUOVE, spero che tu possa INCONTRARE GENTE con PUNTI DI VISTA DIFFERENTI, spero che tu possa essere ORGOGLIOSA DELLA TUA VITA e se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la FORZA di RICOMINCIARE da zero!”…. (Il curioso caso di Banjiamin Button).

Ricominciamo……

                                                                                                       

1 Commento »

  • redazione scrive:

    Facendo nostri i rilievi dell’autore dell’articolo, abbiamo rimosso a margine di questo editoriale il comunicato dell asd vincenzo nigro (del 29 giugno) che, molto probabilmente,avrebbe ingenerato confusione dando una informazione “parziale” o comunque “non completa” visto che alcune delle considerazioni sollevate avevano trovato riscontro esclusivamente sui social.

    Ovviamente è voluta la scelta di non riportare i tantissimi commenti postati su facebook tra i diversi attori della contesa attesa l’eccessiva animosità registrata.

    La redazione PT39

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