Progetto Pilota? La cartuscella che vince e la cartuscella che perde …
08.03.2017, L’opinione (di Franco Genzale dal sito www.orticalab.it)
… questa vince e questa perde, questa perde e questa vince. Puntate, Signori!
Il siparietto De Mita – De Luca è decisamente simpatico. Sono due personalità di collaudata intelligenza e di sicuro carisma. Ma anche dotate della dose necessaria di cinismo politico per esaltare la rappresentazione virtuale dei fatti rispetto a quella reale. Accade così che il botta e risposta sul finanziamento del Progetto Pilota Alta Irpinia diventi un esempio paradigmatico di come la politica possa dare l’illusione numerica della moltiplicazione dei pesci utilizzando – diciamo così – la medesima “frittura”.
Dice De Mita: “Con la firma del protocollo di oggi, De Luca ha dimostrato di essere un uomo d’onore”. Poi aggiunge: “Si era parlato di cento milioni di euro, De Luca si è impegnato per 200 milioni”.
Poi tocca al Governatore restituire i complimenti: “E’ un protocollo che firmiamo sia per la tenacia di De Mita, sia per convinzione. Dietro questo accordo c’è una scelta politica precisa”.
Perfetto: l’Irpinia ringrazia di cuore, sia De Luca che De Mita. Ma attenzione: cerchiamo di non imitare i giocatori delle tre carte che quotidianamente stazionano in Pazza Garibaldi a Napoli. Perché il finanziamento del Progetto Pilota Alta Irpinia propriamente detto era e resta di cento milioni. Non lo diciamo noi. Lo ha detto il Governatore. E lo ha detto ieri, sempre lì a Nusco, pubblicamente come tutto il resto. Nei 200 milioni, infatti, sono ricompresi il cofinanziamento regionale dell’ultimo tratto della Lioni-Grottaminarda (circa 68 milioni) e la Stazione Hirpinia dell’Alta Velocità (circa 32 milioni). Certo, sempre soldi sono. Ma il Progetto Pilota, che peraltro ha altre finalità, non c’entra niente. Questi cento milioni erano già stati programmati dalla Regione per la destinazione d’uso appena ricordata. “La cartuscella che vince e la cartuscella che perde, questa vince e questa perde, questa perde e questa vince. Puntate, Signori!”.
Ciò detto, veniamo al dunque.
Non c’è alcun dubbio che Vincenzo De Luca sia un uomo d’onore. A dimostrarlo c’è, alle spalle, la sua vita di politico e amministratore. Piuttosto, fossimo in lui, ci preoccuperemmo non poco che sia De Mita a dirlo. Ciriaco disse le stesse cose di Stefano Caldoro quando questi, sempre a Nusco, andò a notificargli un consistente finanziamento per opere pubbliche in quel Comune. Sapete come andò a finire: in segno di gratitudine, pochi mesi dopo, De Mita tradì l’uomo d’onore e alleato Caldoro e andò di notte a firmare il Patto di Marano con l’uomo di m…, come all’epoca definiva De Luca, che ieri a Nusco sarebbe diventato “uomo d’onore”, Ma questa è un’altra storia.
Il Governatore è persona seria a prescindere dai giudizi altalenanti di De Mita, quindi. Ed è certamente un politico e un amministratore che guarda con costante attenzione all’Irpinia, come alle altre province, nell’ottica del suo programma di riequilibrio del territorio regionale. Non è una concessione. E’ strategia. Da politico intelligente e pragmatico, De Luca sa bene che un ulteriore impoverimento delle aree interne, sia in termini di Pil che di servizi, sarebbe un problema anche per la fascia costiera. Come sa bene che la saturazione demografica e produttiva dell’area metropolitana può trovare soluzione soltanto “usando” il vastissimo territorio delle aree interne. Che però è utilizzabile solo a condizione che venga “attrezzato”: con infrastrutture materiali e informatiche a sostegno del tessuto produttivo, con un sistema adeguato di servizi sociali. In altri termini, o il cittadino dell’area metropolitana diventa “anche” cittadino delle aree interne, oppure da qui a qualche anno la Campania subirà un duplice effetto devastante sul suo territorio: invivibilità a livelli insopportabili nella zona metropolitana, progressiva desertificazione della fascia interna.
Nel quadro descritto, il Progetto Pilota Alta Irpinia ha una straordinaria valenza strategica, semprechè conservi la sua originaria connotazione sperimentale di un nuovo modello di organizzazione dei servizi. E qui non si può non richiamare il giudizio severissimo espresso dal ministro De Vincenti a proposito del modello di Progetto immaginato dal presidente De Mita: una bocciatura di merito senza appello (consistenza “indefinibile”) con una chiosa politica che bolla come “resistenza al cambiamento” l’esempio di gestione fin qui fornito dagli “attori detentori del potere” in Alta Irpinia.
“Gestione”, dunque: eccola qui la parolina magica con la quale bisogna fare i conti e sulla quale è indispensabile che lo stesso De Luca concentri la sua attenzione e dica parole chiare, esattamente come è abituato a fare fuori dai compiacenti contesti nuscani. Oltre tutto, lo ha ripetuto proprio lui ieri a Nusco: “Il nostro problema non è mai la disponibilità delle risorse finanziarie. Il calvario comincia quando dobbiamo passare dai progetti sulla carta alla realizzazione e all’apertura dei cantieri. La vera sfida è la partita burocratico-amministrativa”.
Il nodo critico è proprio questo. E lo è tanto più – come ha rilevato il ministro De Vincenti – se la partita burocratico-amministrativa, cioè la gestione, viene affidata ad arbitri, che peraltro vestono anche la divisa di giocatori, opportunamente descritti come “detentori di potere e di meccanismi di conservazione che fanno resistenza al cambiamento”.
E allora, caro Governatore, come la mettiamo?
Il combinato disposto tra il Suo ragionato scetticismo burocratico-amministrativo e il pessimo giudizio di De Vincenti sui detentori del potere altirpino porta alla conclusione che nemmeno un centesimo di quel fiume di danaro dovrà essere gestito dagli attuali attori del Progetto Pilota. E’ questa la condizione imprescindibile per evitare l’ennesimo flop di un’ottima idea messa a camminare sulle gambe sbagliate.