Terremoti e pregiudizi
08.02.2017, L’approfondimento (di Antonio Cucciniello)
Fondamentalismi, fantasiose teorie sui terremoti, negazione della storia e della scienza: le “malattie infantili” del genere umano?
Dopo gli sciagurati interventi degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei in Iraq, il fallimento delle cosiddette “primavere arabe”, la repressione di Assad e Putin in Siria, i fondamentalisti dell’Isis e degli altri gruppi radicali islamisti hanno messo delle solide fondamenta in questi paesi, organizzato stragi anche in Europa, fatto scempio non solo dei cadaveri dei loro presunti nemici ma anche dei monumenti simbolo delle civiltà che odiano profondamente.
Qualche mese fa, un fondamentalista dello “sviluppo a prescindere, senza se e senza ma” e della chiusura alle altre culture, Trump, nuovo rappresentante dei No-global e miliardario “uomo forte”, è stato eletto Presidente degli Stati Uniti anche per reazione all’avanzata dell’Isis e ai successi della politica di Putin (Trump e Putin, a detta di Grillo e Salvini, possono essere “un beneficio per l’umanità” ! Quando le manifestazioni climatiche estreme , “bombe d’acqua e di neve”, tornado, ondate di caldo, inondazioni, frane, valanghe, determinate anche dai recenti mutamenti climatici, diventeranno la norma, allora sapremo chi ringraziare!!).
Recentemente, in Italia, un predicatore focoso ed oltranzista (certamente uno dei “nemici” delle politica di Papa Francesco) tuonava, dai microfoni di Radio Maria, contro la legge sulle Unioni Civili sostenendo, addirittura, che la stessa aveva scatenato l’ira vendicatrice di Dio con la rottura delle faglie sotterranee dell’Appennino Centrale determinando, così, la serie sismica di Amatrice e di Norcia. Non solo, ma il noto giornalista Socci aveva la spudoratezza di dichiarare: <<Mentre il terremoto devasta la terra di San Benedetto cuore dell’Europa Cristiana Il papa rende omaggio a Lutero che ha distrutto la cristianità……..invece dovrebbe consacrare l’Italia mettendola sotto il patrocinio della Madonna>>.
Contemporaneamente, alcuni fondamentalisti della difesa dell’ambiente “senza se e senza ma”, tra i quali si distinguevano alcuni consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle e “sedicenti rivoluzionari” dell’estrema sinistra, in modo soft su alcuni giornali e in modo esplicito su piattaforme web di vario tipo, mettevano in relazione i terremoti con le “trivellazioni nel Mediterraneo che stanno indebolendo la massa che blocca la faglia….le sacche vuote di gas e petrolio alimentano questo processo…..” ( Sic !!! ) ed altre amenità del genere.
Vorrei informare questi “predicatori” che, in netto contrasto scientifico rispetto a tali assurdità, alcuni sismologi e geologi giapponesi stanno facendo addirittura delle ricerche con trivellazioni delle faglie interessate da rotture in recenti terremoti, al fine di capire meglio il fenomeno stesso.
Ma, soprattutto, per rinfrescare la loro corta memoria, vorrei consigliare la lettura dell’importatissimo libro di Mario Baratta << I terremoti d’Italia >>, dall’anno 1 al 1899, Arnaldo Forni Editore ( che acquistai, nel 1981 per un lavoro di ricerca in una classe della scuola media inferiore), libro che dovrebbe essere presente in tutte le biblioteche comunali e che suggerisco anche agli amministratori locali, ai dirigenti e ai docenti delle scuole e a tutti coloro che amano il proprio territorio perché può essere un punto di partenza, unitamente alle preziose informazioni e ai dati statistici aggiornati che si possono ricavare dal sito dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), per una politica di Protezione e di Prevenzione civile sempre più efficace (edificazione e ristrutturazione antisismica degli edifici, politica della prevenzione che aiuti sempre meglio le buone strutture della Protezione Civile e che coinvolga in modo continuativo e non episodico, sia con incontri sulle normative antisismiche e sugli incentivi per le ristrutturazioni che con efficaci esercitazioni, i cittadini e gli alunni delle scuole).
Condivido pienamente quanto ha scritto Erasmo D’Angelis, sull’Unità, nel suo articolo “Protezione e prevenzione civile” del 24 gennaio 2017:
<< Siamo un Paese che ha bisogno di aprire gli occhi sull’atroce verità che ci vede tra i primi al mondo per perdite di vite umane e per danni economici da catastrofi naturali. Non esiste un territorio come il nostro, di una bellezza infinita ma con un infinito catalogo di rischi naturali del sottosuolo e di superficie. Lungo la dorsale appenninica non c’è area che non sia sismica, che non abbia vulcani attivi o silenti. La nostra anima profonda è segnata da tante cicatrici. La nostra identità è fatta di borghi scrigni di storia e cultura che convivono con faglie sismiche, di città universali costruite sulle sponde di corsi d’acqua pericolosi. Questa eredità pazzesca avrebbe dovuto imporre cautela, vincoli, delocalizzazioni, regole, rispetto delle norme, difese strutturali, edilizia sicura. L’Italia invece è tra i pochissimi paesi industrializzati dove la regola del Novecento è stata quella del mantenimento del livello dei pericoli, a volte del loro progressivo aumento dovuto all’intensità delle edificazioni spesso senza alcun rispetto dell’idrografia e della geologia dei luoghi, con il massacro di tanti territori e tanto cemento condonato>>.
Riporto, perché esemplari nella loro semplicità ma altamente significative per tutti, esperti e non, alcune accurate descrizioni tratte dal libro sopracitato:
- 1693, Valle di Noto, Catania, Siracusa.
<< Verso la sera del 9 gennaio , ……, in Siracusa fu sentito un fremito sotterraneo…… finché al giorno 11 un violentissimo parossismo distrusse completamente molte floride città, fra le quali dobbiamo segnalare Catania ……..Seguono dapprima le notizie, poi le considerazioni:
Acireale (abitanti 12895, morti 739), rovinato completamente.
Avola (ab. 6225, morti 300), completamente distrutta.
Catania (ab. 24000, morti 16050), quasi completamente distrutta.
Modica (ab. 18203, morti 3400), per metà abbattuta.
Noto (ab. 12043, morti 3000), tutto distrutto con la Matrice, le chiese, i conventi e i monasteri.
Palazzolo Acreide ( ab. 1572, morti 700), tutta atterrata.
Ragusa (ab. 9946, morti 5000), solo una terza parte dell’abitato rimase in piedi.
Scicli ( ab. 9832, morti 2000 ), rimasero in piedi solo alcuni palazzi.
Siracusa ( ab. 15399, morti 4000 ), in gran parte la città rimase distrutta.
………………….
Oltre agli accennati terremoti, molte altre repliche funestarono in quell’anno e nei successivi la valle di Noto…..>>
Gli studiosi dell’INGV hanno stimato pari a 7,32 la magnitudo epicentrale, 11 grado della Scala Mercalli nella zona di massima distruzione (60.000 morti, il più forte terremoto registrato in Italia).
- 1694, Settembre. Avellino e Basilicata.
<<Nel giorno 8 settembre un disastroso terremoto colpisce le province di Salerno, di Avellino e di Potenza…..Seguono le notizie sui danni arrecati alle varie località …..
Provincia di Avellino: Circondario di Ariano.
………..
Carife (90 morti, molti feriti), abbattute la Chiesa Maggiore e tutte le case….
Castel Baronia (40 morti, molti feriti), cadute buona parte delle case……
………..
Circondario di S. Angelo dei Lombardi.
………
Calitri (311 morti), interamente diroccato.
Conza (dai 40 ai 300 morti), metà degli edifici diroccati.
Guardia dei Lombardi (280 morti e 150 feriti), quasi affatto rovinata.
Lioni (10 morti e 100 feriti), dirute quasi tutte le case.
S.Angelo dei Lombardi (700 morti e 200 feriti), ruinate quasi tutte le case.
Teora (dai 300 ai 400 morti), quasi rovinata.
Bagnoli Irpino- rovinato il Convento dei Padri Domenicani.
…………………….
Provincia di Potenza.
………….
Circondario di Melfi.
………..
Pesco Pagano (230 morti e 300 feriti), quasi tutto distrutto.
Ruvo di Puglia (400 morti), quasi tutte le case cadute, nemmeno una abitabile.
…………..
Circondario di Potenza.
……………
Ruoti (50 morti), molte case rovinate.
Tito (100 morti e 450 feriti), la maggior parte delle case diroccate.
………
Provincia di Salerno: Circondario di Campagna.
………..
Laviano (15 morti), molte case lesionate.
Ricigliano (dai 57 ai 260 morti), tutto lesionato.
Santo Menna (40 morti, 250 feriti), per metà distrutto.
Valvano (43 morti), molte case cadute.
…………
Danni a case, chiese, ecc. ci furono a Napoli e Provincia, in Provincia di Caserta, di Lecce.
Fenomeni tellurici.
…….Parecchie furono le mutazioni avvenute nel regime delle acque e le squarciature nel suolo, ….., un monte presso Teora si squarciò dalla cima per una lunghezza di 10 miglia ………….>>
Complessivamente ci furono circa 6.000 morti.
La Magnitudo stimata successivamente è pari a 6,73; 10 grado della Scala Mercalli.
- 1703, 14 Gennaio- 2 Febbraio. Norcia, Aquila.
<< Di questo grande periodo sismico, uno dei maggiori che abbia afflitto l’Italia Centrale presento riunite e discusse parecchie notizie……
La prima grande scossa avvenne al 14 gennaio 1703 verso le due di notte
secondo il Baglivi fece rovinare completamente Norcia. Cascia fu la città che, dolpo la precedentemente nominata, ebbe i maggiori danni. Il citato autore ammette che il centro di scuotimento sia stato fra Norcia, Cascia e Leonessa…… Il terremoto del 14 gennaio produsse parecchie mutazioni nel regime della circolazione idrica sotterranea: a Roma….in alcuni pozzi crebbero le acque di oltre 10 palmi di altezza……
La seconda grande scossa avvenne alle 21 circa del 16 gennaio; ……con questo scuotimento l’epicentro mostra un spostamento verso l’Aquila …..
La terza grande scossa. Alle 18 del 2 febbraio 1703 il tremoto replicò più impetuoso ed a segno, che nello spazio di un miserere la città dell’Aquila intera fu poco meno che rovinata…….
L’Aquila fu tutta distrutta, con mortalità grande (2500 morti, 200 feriti).
Montereale (500 morti su 6000 abitanti), quasi gettata a terra.
Cittareale (500 morti su 1000 abitanti).
Accumoli (300 morti), Amatrice (circa 200 morti) quasi del tutto spianate.
In sintesi, nell’Aquilano i morti furono 7,694, 1.136 i feriti.
Nel territorio di Norcia i morti furono circa 2000, in quello di Cascia circa 600/700, nel territorio di Spoleto circa 200 morti.
Le repliche durarono dal 1703 al 1704, con episodi che interessarono diverse faglie a Nord ed a Sud di Amatrice……….>>
Certo che ci sono differenze tra il periodo sismico sopracitato ed il periodo che va dal terremoto dell’Aquila del 6 Aprile 2009 ( 309 morti, magnitudo 6,29 , 9/10 grado della Scala Mercalli ) a quelli di Amatrice, Accumoli ( 24 agosto 2016, circa 300 morti, magnitudo 6,0; 9/10 grado Scala Mercalli ), Norcia ( 30 ottobre 2016, Magnitudo 6,5; 9 grado della scala Mercalli ) e Montereale ( 18 gennaio 2017, magnitudo da 5,4; 6 morti ) ma sono da sottolineare le analogie per quanto concerne la zona interessata, l’intensità delle scosse, il grande numero di repliche ed il perdurare delle stesse.
Sempre per gli amici fondamentalisti e per chi ha la memoria corta, completo con l’elenco di altri disastrosi terremoti italiani dal 1700 ad oggi:
- 1706, 3 novembre – Maiella ( circa 2400 morti, magnitudo 6,84;10/11 grado della Scala Mercalli ).
- 1732, 29 novembre – Avellinese, Irpinia ( circa 2000 morti, magnitudo 6,75; 10/11 grado della Scala Mercalli ).
- 1783, 5 febbraio – Calabria e Messinese ( circa 50000 morti, magnitudo 6,74; 10/11 grado della Scala Mercalli ).
- 1857, 16 dicembre – Basilicata ( circa 12000 morti, magnitudo 7,12; 11 grado della Scala Mercalli ).
- 1905, 8 settembre – Calabria Tirrenica Centrale ( 500/ 600 morti, magnitudo 6,95; 10/11 grado della Scala Mercalli ).
- 1908, 28 dicembre – Messina e Reggio Calabria ( circa 100000 morti, magnitudo 7,12; 11 grado della Scala Mercalli ).
- 1915, 13 gennaio – Avezzano, Marsica ( circa 30000 morti, magnitudo 7,08; 11 grado della Scala Mercalli ).
- 1930, 23 luglio – Irpinia ( Bisaccia, Lacedonia ) ( circa 1400 morti, magnitudo 6,67; 10 grado della Scala Mercalli ).
- 1968, 15 gennaio – Valle del Belice ( 370 morti, magnitudo 6,41; 10 grado della Scala Mercalli ).
- 1976, 6 maggio – Friuli ( circa 900 morti, magnitudo 6,45; 9/10 grado della Scala Mercalli ).
- 1980, 23 novembre – Irpinia, Basilicata ( 2914 morti e circa 9000 feriti, magnitudo 6,81; 10 grado della Scala Mercalli ).
Se solo i nostri governanti, dagli anni ’50 ad oggi, a livello nazionale e locale, di maggioranza e di opposizione ( non solo democristiani e socialisti come Forlani, De Mita, Craxi, Martelli, ecc. ma anche i “sempreverdi” D’Alema, Bossi e Berlusconi, e tanti, tanti sindaci ) avessero letto alcune delle accurate descrizioni del Baratta rispetto ai ricorrenti terremoti italiani , forse il denaro speso ( anche considerando lo spreco dello stesso per la corruzione e gli abusi ), nelle ricostruzioni in Irpinia, Umbria e all’Aquila, sarebbe stato senz’altro inferiore a quello documentato e avrebbe potuto essere utilizzato per una prevenzione seria, soprattutto per gli edifici.
Non per fare polemiche gratuite, ma mi sembra opportuno ricordare che, nello stesso periodo, molti dei nostri governanti non solo non hanno fatto molto per contrastare l’aumento iperbolico del numero dei professionisti della politica, a cominciare da quello dei parlamentari, la spesa dei loro stipendi e dei loro vitalizi, ma hanno fatto lievitare il debito pubblico finanziando spesso opere inutili e non sempre completate, e con il consenso, talvolta, addirittura, su sollecitazione anche dei partiti dell’opposizione, dei sindacati e degli stessi cittadini, hanno favorito scellerati e pericolosi condoni edilizi. legiferato sulle “baby-pensioni e sull’aumento del numero dei pubblici dipendenti senza un minimo controllo del loro operato, ecc.
Questo “allegro” spreco di denaro pubblico, che molti, politici e non, dimenticano spesso nelle loro critiche ai governanti di turno, è diventato un grosso macigno che limita la possibilità di un rigoroso piano di salvaguardia delle costruzioni nelle zone a rischio e che, secondo molti esperti , potrebbe costare circa 40 miliardi di euro.