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Rifugiati negli hotel, il turismo è nei bed and breakfast

09.11.2016, “Il Corsivo” (settimanale dell’Irpinia)

Stabile (Federalberghi): ormai gli operatori non hanno fiducia.

Gerardo-Stabile-1Al termine del ponte prolungato di ognissanti, che ha fatto registrare un picco di presenze e flussi turistici in tutta la Regione, Federalberghi Avellino, rappresentata da Gerardo Stabile, traccia un primo bilancio, offrendo spunti sulla regolamentazione delle attività ricettive e sulle prospettive del comparto, non privo di contraddizioni. In una provincia che punta a sviluppare uno dei settori produttivi in maggiore crescita su tutto il territorio nazionale, il turismo, sono le strutture alberghiere ad arretrare, a vantaggio di soluzioni “low cost”, meno impegnative e più economiche, con minori servizi.

Presidente Stabile, Federalberghi Campania ha da tempo denunciato un crescente abusivismo, ma è pur vero che in Irpinia (e non solo) non sono più gli albergatori i depositari del flusso turistico, ma quella che oggi si definisce la filiera dell’accoglienza.

L’abusivismo denunciato a livello regionale riguarda poco l’Irpinia, ma afferma un principio valido anche sul nostro territorio: non c’è un sistema compatto per la ricettività, che oggi è garantita da bed e brekfast, fittacamere, agriturismi e accoglienza nelle famiglie. Si tratta di tanti segmenti che compongono il “sistema ricettività”, che vanno regolamentati come accade per gli alberghi.

La struttura alberghiera esistente appare sovradimensionata per i flussi turistici reali. Con il perdurare della crisi mantenere aperta l’attività appare proibitivo. L’accoglienza dei rifugiati è l’ultima chance?

Questo argomento viene dibattuto da ormai cinque anni, da quando la crisi è apparsa cronica. Oggi si tratta di una necessità da affrontare. Non prendiamoci in giro: gli albergatori sono in sofferenza e hanno fatturati che obbligano alla chiusura.

Il sistema di accoglienza predisposto dal Governo attutisce la crisi dei mancati introiti, ma può durare?

Se ci fosse un flusso turistico vero, nessuno penserebbe mai di cedere la struttura per ospitare i profughi. Ma sfido chiunque a mantenere le strutture di qualunque livello. Non condanno gli albergatori che hanno ceduto gli stabili.

Le cooperative impegnate sul fronte dell’accoglienza hanno contattato Federalberghi per ottenere delle disponibilità. Qual è la capienza alberghiera?

Parliamo di mila posti letto, spalmati fra Laceno e il Partenio, con riferimento ad Ospedaletto, Materdomini-Caposele, oltre a qualcosa in Valle Ufita.

Si tratta di costruzioni recenti?

Tutt’altro: risalgono agli anni ’70, quando ogni Comune aveva immaginato di dotarsi di una struttura ricettiva.

Dai dati diffusi da Federalberghi Campania, il ponte di Ognissanti ha visto un notevole incremento del flusso turistico. In Irpinia qual è l’andamento registrato?

I cinque giorni di vacanza coincisi con la chiusura delle scuole hanno consentito alle famiglie di fare spostamenti anche in Irpinia, in particolare dove sono stati organizzati eventi.

Intende dire, eventi non collegati alla ricorrenza?

Esatto.

Cioè?

Hanno attirato presenze iniziative collegate alla vendemmia o alle sagre, nel caso di Bagnoli Irpino, che ha visto l’arrivo addirittura di turisti americani.

La dilatazione del programma su cinque giorni ha fatto saltare il record di presenze, però.

A Bagnoli è stata compiuta una scelta: cinque giorni di sagra hanno consentito un flusso lento e si è puntato sulla soddisfazione delle esigenze del turista. Questo ha comportato un raddoppio dei costi, ma non di incassi, in quanto è aumentata la manodopera e i costi di gestione.

Gli organizzatori della sagra rivendicano il merito di una iniziativa che fa a meno dei fondi pubblici. È un esempio da emulare?

Parto dal principio che tutti i grandi eventi dovrebbero usufruire di un contributo per lanciare l’iniziativa, per poi proseguire in autonomia. A Bagnoli manca del tutto la parte didattica e la valorizzazione delle risorse collaterali all’enogastronomia.

E nel resto della provincia?

 Il turismo continua a non essere considerato un settore strategico, e così facendo, si condanna il territorio a morire. Si parla da anni di un cartellone annuale, di agricoltura integrata come nuova frontiera del turismo sostenibile, ma è tutto fermo.

In tutti i settori, in particolare il commercio, industria e formazione, si punta ad organizzare un rapporto più stretto tra l’entroterra e le zone costiere? E sul turismo?

Ci si riesce, ma in minima parte e su due fronti distinti: viene nell’entroterra lo straniero che studia la cartina geografica e sceglie di visitare l’interno e la montagna; oppure chi vive lungo il litorale, attratto dai grandi eventi.

Cosa attrae gli stranieri?

Grazie alla formulazione dei pacchetti turistici ad hoc a Castelvetere arrivano i tedeschi in vacanza ad Ischia. Sono interessati all’aspetto della ruralità, visitano le cantine vitivinicole e sono appassionati di gastronomia e prodotti tipici.

Stringere rapporti con Salerno per incrementare i flussi turistici sarebbe una manovra auspicabile.

Il Comune di Salerno guarda a questa prospettiva: Federalberghi Avellino è stata contattata lo scorso anno per entrare nel partenariato ufficiale delle “Luci d’artista”, ora alla ripresa.

In che modo?

L’Irpinia è stata inserita come porta d’accesso lungo l’asse autostradale Napoli-Bari e avrebbe dovuto assorbire il traffico proveniente dalla Puglia.

Federlaberghi ha accettato?

Purtroppo lo scorso anno non siamo riusciti ad inserirci per mancanza di tempo, mentre quest’anno ci sono state delle esitazioni da parte nostra, che stiamo tentando di recuperare.

Altro nodo importante sul tappeto è la riqualificazione delle strutture di indotto, come la funicolare di Montevergine e la stazione sciistica del Laceno, che rischiano di compromettere anche il turismo mordi e fuggi.

Purtroppo per questi impianti siamo legati al sistema del trasporto pubblico locale e, nonostante i proclami sulla messa in sicurezza degli impianti, si avverte una impellente necessità di fare ulteriori investimenti. Sarebbe opportuna un’analisi dei costi e benefici, per valutare anche gli altri canali di finanziamento oltre a quelli europei. Serve una visione più ampia.

Il potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria avviata dalla Regione Campania in accordo con Rfi apre nuove prospettive di crescita e rottura dell’isolamento della Campania interna. Questo aiuta in prospettiva?

L’infrastruttura ferroviaria è necessaria: il primo passo per la costruzione di una metropolitana leggera Avellino- Salerno. A distanza di dieci anni dall’investimento nel consorzio dei trasporti irpini, ci rendiamo conto che il trasporto su gomma non è sufficiente, soprattutto alla luce dei nuovi tagli. Ma serve tempo.

Quali sono invece le aspettative di Federalberghi sulla riapertura dell’Avellino-Rocchetta?

La ferrovia storica non attraversa il cuore dei paesi, ma li costeggia a valle, quindi dovranno essere i Comuni i protagonisti di questo rilancio, non solo in chiave turistica, ma anche per il trasporto dei pendolari. Certo, il costo del biglietto e i tempi di percorrenza dovranno rendere competitivo il sistema.

La palla passa agli enti locali.

I Comuni hanno l’importantissima funzione di allestire una navetta fra la stazione e il centro del Paese, ma anche di garantire le aperture dei siti che hanno fatto riqualificare: non è pensabile aver speso centinaia di migliaia di fondi per recuperare patrimoni storici che poi restano inaccessibili.

Continua a latitare l’iniziativa sull’istituzione di una cabina di regia per il turismo in grado di costruire. Cosa sostituirà l’Ept?

Come è noto, l’ Ept è in liquidazione. L’ente è sotto l’egida del commissario e risponde all’assessorato regionale, ma non può programmare.

Le iniziative che sono state annunciate intanto, sono risultate vani proclami. Perché?

Devo dire che sono state presentate iniziative anche di grande spessore, dal Museo Nazionale di Avellino all’info point al Convento di San Francesco. Purtroppo, dopo l’annuncio l’iniziativa si è dispersa e non se ne è fatto più niente. Questo conferma che serve una autorità in grado di seguire tutto.

Elisa Forte

                                                                                                       

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