La leggenda di Tronola
20.08.2016, La poesia (di Aniello Russo)
La leggenda di Tronola
*
***
Paradiso di acque il mio paese,
di sorgenti nascoste nell’intrico
di verdi boschi.
E sei tu, Tronola,
regina delle fonti,
che hai fretta di gettarti tra le braccia
dell’amato Laceno.
*
Mi aggrada riposare
su una riva, accanto all’onda pura
delle tue precipiti parole,
quasi scocchi di baci,
accanto ai sorrisi delle acque
che, a cascatelle,
saltano giù dai ciottoli spumose.
*
Dal mormorio cullato, mi addormento
e sogno. Sogno di trovarmi… no!
Sì, sulla stessa riva.
Scende l’acqua urtando contro i sassi:
ora non sono più scocchi di baci
non sono più sorrisi di cascate…
*
Riecheggiano le onde
rotti singhiozzi come sordi tuoni.
E ripete il ruscello il lamento
di Tronola fanciulla
che per amore si gettò nel lago.
*
Tale la fitta al cuore che mi desto,
dal peso oppresso di una cupa angoscia.
Tronola sventurata,
più non m’inganni:
non sono, no, limpide gocce d’acqua,
lacrime invece torbide tu versi
nel cuore di Laceno
eternamente.
*
E ogni notte la luna racconta,
ferma sopra il paese,
la stessa storia. Sempre.
Si arresta pure il tempo,
mentre la gente in silenzio ascolta,
fingendo di dormire.