O vero Dio, o vero Uomo
17.08.2016, Articolo di Rosalinda Celentano* (da “Fuori dalla Rete” – Agosto 2016, Anno X, n.3)
Prefazione
Ancora oggi il genio di Pier Paolo Pasolini riecheggia tra le nostre verdi montagne, talora impervie e misteriose, talora un po’ trascurate. La voce di Pasolini per alcuni anni ha dato ai nostri luoghi momenti di gloria cinematografica, soprattutto a chi ha vissuto pienamente il cinema.
Rosalinda Celentano, non solo attrice di fama internazionale ma anche pittrice del suo e del nostro neo-espressionismo culturale, vive il cinema come espressione di se stessa senza maschere. Ha prestato la sua voce e i suoi occhi al male estremo, Satana, nel film “The Passion” di Mel Gibson. Eppure ne è uscita incontaminata. Proprio come ne uscì lo stesso Pasolini, sia pur già cadavere, dopo aver offerto e sofferto al vasto pubblico alcune immagini cinematografiche decisamente scabrose.
Nell’unico Uomo, l’umanità redenta, ha riscosso la sua salvezza. Parole di Rosalinda: “Nel minimo verbo è per ciascuno di noi anime ipersensibili, maledette, che un dì, firmeranno la storia più grande, dopo quella di Cristo!”
Rosalinda qui ci dedica con dolcezza questi solenni righe sul Pasolini, sua figlia spirituale.
Gianni Corso
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In occasione del quarantennale della sua tragica scomparsa, colgo l’occasione di ringraziare innanzitutto Giovanni Corso, colui che mi ha permesso di scrivere due o tre righe riguardo un Gigante Estremo della Poesia (e non solo). Pier Paolo Pasolini non smette di stupire e di far discutere. Manca a tutti, a chi lo ha amato, a chi lo ha conosciuto, a chi come me, avrebbe voluto conoscerlo… e a chi non farebbe male decisamente conoscerlo. Pier Paolo Pasolini intellettuale ribelle moltiplica stili e generi, lasciando un segno inconfondibile. Eretico. Cantò l’innocenza di un mondo rurale, quasi perfetto, scomparso ahimè con l’avanzata violenza della modernità… o meglio di quel mostro che io chiamo tecnologia, un precipizio verso quel regresso umano – disumano.
Denunciò i crimini di potere democristiano, insultato a destra e osteggiato dai cattolici, mal sopportato dalla stessa sinistra, (pur sempre comunista), ma dopo gli scontri di Valle Giulia a Roma, stupì tutti parteggiando per i poliziotti (figli ignari e indifesi del popolo) contro gli studenti (figli della borghesia).
In vita è stato molto odiato. Pasolini viene ucciso al culmine della “strategia delle stragi”, di quella tensione o guerra non ortodossa. Omicidio politico. Con depistaggio di Stato.
Il suo assassinio, dopo quarant’anni deve essere finalmente riconosciuto, fuori da ogni frenesia complottistica.
Pasolini era la voce più “insopportabile” dell’intellettualità italiana, dove annunciava: “Io so i nomi degli autori delle stragi… Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe… Io so i nomi del Vertice”. Pasolini dunque, mostra di aver perfettamente capito il rapporto tra esecutori e pianificatori, ma non ha prove né indizi.
Verità e politica sono inconciliabili. Stava da tempo lavorando ad un’opera che avrebbe sanato la stessa contraddizione – PETROLIO. Un grande romanzo di duemila pagine che doveva essere anche una sua ultima risposta al mondo, una specie di testamento direi, dove conteneva tutto quello che sapeva, che sarebbe poi stata così la sua ultima opera. Venne scritta e finita a più mani, perché Pier Paolo Pasolini fu ucciso barbaramente “prima della fine”.
Massacrato all’idroscalo di Ostia la notte tra l’uno e il due Novembre 1975 da un gruppetto di persone che erano insieme a Pino Pelosi. Ma ancora oggi, se ripenso e ascolto il suo canto, ridurre la sua morte ad episodio sessuale, significa sputare, disperdere la memoria di uno dei più grandi intellettuali politici italiani.
C’era qualcuno, ancora più grande di noi che nel Febbraio 1903 scrisse al popolo lavoratore queste righe – (dove ne parla insoddisfatto sul suo Diario): “Il Potere è divenuto indistruttibile e si regge non più su fondamenti ragionevoli e di carattere spirituale, ma unicamente sulla forza.
Secondo tale dottrina, il Potere non è un qualcosa di divino e di maestoso, ma unicamente la conseguenza d’una brutale violenza esercitata da alcuni uomini a danno degli altri.
E perciò il potere deve essere distrutto” LEV TOLSTÓJ.
Pier Paolo Pasolini dunque fu un vero bersaglio, per un’Italia gretta violenta bugiarda, e di una stampa così ignorante e fascistoide che non potevano proprio tollerarlo.
È particolarmente difficile per me “chiudere” su Pier Paolo Pasolini, essendo lui una Creatura Sublime, ampia come la luce di ogni tempo, di Tutti i tempi a venire.
Lascio questa pagina con “l’audio” di una sua preghiera che diceva: “La Morte non è nel non poter comunicare, ma nel non poter più essere compresi”. PIER PAOLO PASOLINI
Rosalinda Celentano
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(*) Rosalinda Celentano è un’attrice e cantante italiana di fama internazionale. Figlia di Adriano Celentano e Claudia Mori è la sorella minore di Rosita e Giacomo. Una carriera molto variegata, quella di Rosalinda, che spazia dalla musica, (ha partecipato al Festival di Sanremo nella categoria giovani e vinto l’ultima edizione del Festivalbar), alla recitazione, (è stata protagonista con Mel Gibson nel film “La passione di Cristo” interpretando il ruolo si Satana e nella fiction “Il peccato e la vergogna” nel ruolo di Maria Pia Torricelli, solo per citarne alcuni), dalla conduzione di diversi programmi televisivi, alle tournée teatrali. Appassionata di pittura e scultura ha realizzato diverse opere d’arte.
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IL RITRATTO
Morte di Pasolini per tre, 2007
Olio, pastelli, acrilico e insert fotografico su tavola, cm. 60 x 90
I ringraziamenti di Claudia Mori:
La ringrazio molto!
Noi siamo orgogliosi di Rosalinda da quando è nata!
È una creatura speciale, intelligente, sensibile e magnifica!
Questo articolo è una delle tante prove della sua intelligenza e sensibilità.
Condividiamo ogni parola di questo articolo che ha scritto su Pasolini.
Emozionante e perfetto!
Grazie ancora per averlo pubblicato.
Un cordiale saluto
Claudia Mori
Commento di Aniello Russo:
Condivido appieno quanto ha scritto Rosalinda sulle tematiche pasoliniane. Ma in particolare ho apprezzato il riferimento a un aspetto non secondario degli scritti di Pasolini, quando asserisce: “Cantò l’innocenza di un mondo rurale.” Mi aspetto altri contributi dall’articolista…
Credendo di fare cosa gradita, voglio dedicare all’autrice un mio componimento in versi: La leggenda di Tronola
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La leggenda di Tronola
Paradiso di acque il mio paese,
di sorgenti nascoste nell’intrico
di verdi boschi.
E sei tu, Tronola,
regina delle fonti,
che hai fretta di gettarti tra le braccia
dell’amato Laceno.
*
Mi aggrada riposare
su una riva, accanto all’onda pura
delle tue precipiti parole,
quasi scocchi di baci,
accanto ai sorrisi delle acque
che, a cascatelle,
saltano giù dai ciottoli spumose.
*
Dal mormorio cullato, mi addormento
e sogno. Sogno di trovarmi… no!
Sì, sulla stessa riva.
Scende l’acqua urtando contro i sassi:
ora non sono più scocchi di baci
non sono più sorrisi di cascate…
*
Riecheggiano le onde
rotti singhiozzi come sordi tuoni.
E ripete il ruscello il lamento
di Tronola fanciulla
che per amore si gettò nel lago.
*
Tale la fitta al cuore che mi desto,
dal peso oppresso di una cupa angoscia.
Tronola sventurata,
più non m’inganni:
non sono, no, limpide gocce d’acqua,
lacrime invece torbide tu versi
nel cuore di Laceno
eternamente.
*
E ogni notte la luna racconta,
ferma sopra il paese,
la stessa storia. Sempre.
Si arresta pure il tempo,
mentre la gente in silenzio ascolta,
fingendo di dormire.