Bagnoli, il 16 agosto festeggiamenti in onore di San Rocco
14.08.2016, La ricorrenza (Il parroco don Stefano Dell’Angelo)
La Chiesa annuncia Gesù “unico salvatore dell’uomo” e propone i Santi come modelli di vita cristiana, perché ci proteggono e intercedono per noi, ottenendoci dal Signore le grazie necessarie per la salvezza eterna.
San Rocco è un luminoso esempio di santità, un testimone e un eroe dell’amore al Signore e ai fratelli, soprattutto agli appestati, gli ultimi della società del suo tempo.
La vera devozione a San Rocco non è soltanto richieste di grazie per la salute fisica e le cose materiali, ma innanzitutto imitazione dei suoi esempi per avere protezione e aiuto contro la “peste” dell’animo che è il peccato. Vera devozione, quindi, è impegno continuo a vivere in grazia di Dio, in pace con gli altri e solidale con tutti, secondo il Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa!
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Il concerto del gruppo VOCI DEL SUD”
ll gruppo Voci Del sud, gruppo Campano che si occupa di musica tradizionale e antropologia musicale, si esibirà il 16 agosto 2016 in onore dei festeggiamenti di San Rocco a Bagnoli Irpino (Av).
La serata sarà un momento rituale e di esplicamento del rapporto tra la forma musicale della Tarantella e il legame che questa ha con il territorio. L’intento è quello di raccontare il feeling proprio dei canti tradizionali, l’incantesimo dei ritmi sui tamburi e la ciclicità delle melodie, ampliando il variegato mondo tra folklore e rispetto per gli avi, per la terra e per la culture arcaiche.
Al termine del concerto il rito della “VACCA DI FUOCO“.
Pietro Meloro: fisarmonica e voce
Sebastiano Roscigno: voce
Alessio Meloro: zampogna, clarinetto, ciaramella, tromba, tamburello,voce
Rocco Zambrano: chiatarra, voce, tamburello
Walter Vivarelli: tamburi a cornice
Giovanni Montesano: basso
Marianna Ricciardi: voce e ballo
Raffaella Coppola: ballo
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A mezzanotte la “VACCA DI FUOCO”
Dagli appunti di storia Bagnolese del Prof. Michelino Nigro.
La tradizionale “Vacca di Fuoco”, spettacolo unico nel suo genere, si svolge a conclusione della festa di San Rocco: il simulacro di una mucca, montata su rotelle e riempita fino alle corna di mortaretti, bengala e di ogni altro materiale scoppiettante, viene fatta girare per la piazza Leonardo Di Capua con i fuochi d’artificio accesi, creando così uno sfavillio di colori ed esplosione di mortaretti che lambiscono la folla assiepata ai margini della strada, scatenando entusiasmo e frenetica allegria. La manifestazione è certamente coinvolgente e spettacolare e rappresenta una sorta di rito di catarsi ed iniziazione.
La” Vacca”, in passato, era fatta di cartapesta, per cui alla fine della manifestazione, si bruciava completamente e di tutta la struttura non restava niente; è probabile che, originariamente, il rito e la tradizione prevedevano giusto questo: la distruzione e la rinascita. Negli ultimi tempi, opportunisticamente, ma contro la trazione e la storia del rito, la vacca è stata costruita in lamiera per non doverla rifare ogni anno, per cui non si porta la stessa alla distruzione totale con la possibilità dell’impiego per gli anni successivi.
Questa scelta, economicamente valida, ha fatto perdere il senso del rito, oltre che falsarlo.
Per spiegare la tradizione della Vacca di fuoco, bisogna scavare nel passato, quando il “Giuoco della vacca” era presente in ogni festa di Bagnoli.
A conclusione di qualsiasi festeggiamento, una Mucca vera (in carne ed ossa) veniva fatta girare per le strade del paese, dopo averla pungolata opportunamente facendola così imbizzarrire, tra una folla festante, con schiamazzi, grida e spari di mortaretti. L’animale inferocito tendeva ad incornare tutti quelli che le venivano a tiro. Quando l’animale era sfinito dalla triste agonia, veniva portato alla periferia del paese, in particolare a Largo Castello, dove sotto un secolare albero di tiglio esistito fino a pochi anni fa, veniva macellato e arrostito a beneficio degli astanti ed in particolare dei più poveri del paese che godevano così dei benefici della festa.
Il rito è senza dubbio antico e di origine pagana. Il “ giuoco “ della vacca era praticato da giovani pastori e contadini; era una sorta di “corrida “ nostrana , dagli aspetti rusticani. La manifestazione era crudele, l’animale veniva tormentato fino all’estremo, quasi con cattiveria e perversione. Il rito proponeva lo scontro atavico dell’uomo contro le forze della natura e il tentativo di dominarle e sottometterle; in esso venivano esaltati il coraggio e l’abilità. Il sangue, il sudore, l’ansimare dei contendenti tra la polvere creavano eccitazione in tutti i presenti: la vacca rappresentava la preda ed il premio e tutti festeggiavano la vittoria e la supremazia dell’uomo sull’animale.
Il poeta Pietro Paolo Parzanese, in visita a Bagnoli, dove si trattenne tra il 9 ed il 15 agosto del 1835, per il panegirico di San Lorenzo, assistette alla tradizione del “giuoco della vacca “. Restò impressionato dalla crudeltà e si disse meravigliato che un popolo tanto civile come quello bagnolese praticasse un rito per molti aspetti “Barbaro”. Inutile dire che molti erano i bagnolesi già contrari al rito, e che spesso avevano manifestato il loro disappunto. Il giudizio negativo espresso dal Parzanese diede, sicuramente, un valido contributo a questa corrente di pensiero.
Nel 1867 il sindaco Pescatori, con delibera comunale, fece divieto “del giuoco della vacca “ad ogni festa assicurando nel contempo elargizioni per i più poveri da parte del comune. Per salvare la tradizione dispose che una vacca finta, incendiata fra spari di mortaretti, venisse fatta girare per la piazza principale del paese a conclusione dell’ultima festività, che è appunto quella di San Rocco.
Il fascino della vacca di fuoco ha sempre attirato visitatori e turisti da tutta la regione e si spera di vivificare la tradizione sempre con nuovo slancio e rinnovato entusiasmo.
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IL PROGRAMMA