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#IOFIRMO #IOVOTONO

09.06.2016, Articolo di Damiano Santoriello (da “Fuori dalla Rete” – Maggio 2016, Anno X, n. 2)

damiano-santoriello-a-gesualdo-incontro-su-riforma-costituzioneMolto probabilmente ad ottobre 2016 saremo chiamati ad esprimerci attraverso un apposito referendum confermativo sull’entrata in vigore o meno delle modifiche costituzionali previste dalla riforma Renzi-Boschi, passata a Montecitorio il 12 aprile 2016 con 361 voti favorevoli e 7 contrari, dunque non con la maggioranza prescritta dei 2/3. Per questo motivo è importante sottoscrivere l’iniziativa della raccolta firme depositata presso la Casa Comunale di Bagnoli Irpino in favore di questo alto momento di partecipazione dei cittadini alla vita istituzionale del Paese. Inutile avventurarsi in tecnicismi giuridici. Preferisco limitarmi ad esternare alcune considerazioni personali che richiamano la linea dichiarata pubblicamente dal MoVimento 5 Stelle.

Perché si scrive una Costituzione? Per dare un’ossatura, una direzione ed una struttura ad un determinato ordinamento giuridico. Sulla Costituzione si giura: non rappresenta un semplice regolamento condominiale che si può cambiare dall’oggi al domani. Modificarla, quindi, significa innanzitutto porci una domanda fondamentale: qual è la direzione che vogliono far intraprendere al nostro Paese coloro che vorrebbero cambiare la nostra Carta Costituzionale?

Rispondere a questo quesito non è per nulla semplice e scontato, anzi si rischia di incappare in contraddizioni e visioni distorte della realtà. Difatti, 47 articoli verrebbero cambiati in un giorno solo! Rimanendo in un’ottica prettamente giuridica, possiamo affermare che tale riforma è “confusa”, in quanto non abolisce il bicameralismo come invece è stato paventato, ma ne verrebbe “cambiato il profilo”: tutto diverrebbe più complesso con non poche conflittualità di attribuzione tra le due Camere, le Regioni, gli enti locali e così via discorrendo. Quello che stanno tentando di fare è molto pericoloso.

Alcuni esempi?

– L’attuale art. 70 (la funzione legislativa delle due Camere) attualmente è composto da 9 parole, nella nuova sarà di 534 parole: ma vi rendete conto adesso di quello che si sta cercando di fare? Si tenta di far scivolare la nostra nazione verso una democrazia scarnificata, rinunciando pezzo dopo pezzo agli elementi sostanziali (la rappresentatività, i diritti sociali ed individuali) in cambio del mantenimento di quelli formali, come il voto e la produzione legislativa.

– Il nuovo art.83 recita che “dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti”, rendendo concreto il rischio di avere un Presidente della Repubblica eletto da un manipolo di persone. Un capo dello Stato – ed anche un bambino lo potrebbe capire – espressione non di compromesso tra le parti ma soltanto del governo in carica. Non più, quindi, un organo di garanzia e difesa del nostro Paese e della nostra Carta. Tutto questo perché si vuole andare verso un presidenzialismo centralizzato nella maniera più truffaldina possibile, come quando si gioca a Monopoly e ti esce l’“imprevisto”: vai alla casella “tot” senza passare dal ”VIA”. Questa continua mistificazione delle parole e della realtà è lo squallore che fa più rabbrividire il cittadino comune. E’ facilmente intuibile che sarà molto più semplice da parte di forze extranazionali, lobby e grandi multinazionali poter interfacciarsi con il governo. Come disse una volta il Giudice Imposimato:“Se una cosa non la si conosce, non è detto che questa cosa non esista!”. Effettivamente già siamo una nazione atipica come poche: non votiamo decidendo un governo dai tempi di Berlusconi, ahimè… figuratevi! Chi ha legittimato i due premier che si sono succeduti? Soprattutto se gli ultimi due sono anche figli del famigerato “Porcellum” dichiarato incostituzionale?

Ed ecco quindi che un Parlamento, utilizzando un eufemismo definirei “abusivo”, vorrebbe cambiare la stessa Carta Costituzionale che li ha “rimproverati”. E’ giusto non cedere al ricatto politico di una crisi di governo, ma ci sono e devono esserci delle responsabilità oggettive politiche: il cammino di questa riforma è cominciato con il governo Letta, non dimentichiamolo.

Si palesa perciò la volontà di menomare e sovvertire una democrazia programmatica e propositiva che ha ad oggetto il miglioramento dei rapporti umani e la coscienza delle persone, in favore di ”leggi di mercato discriminanti e malsane”. Sarebbe opportuno che la Costituzione si attuasse invece di cambiarla, come recita il titolo dell’ultimo libro del Prof. Salvatore Settis. Non a caso il Prof. Perlingieri afferma che tutto deve ruotare attorno all’essere umano in quanto portatore di diritti/doveri e di conseguenza rifarsi sempre all’art. 2 della Carta Costituzionale, che recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

In questa riforma mi dite che fine fa la centralità e l’iniziativa della persona come singolo, se il quorum di un referendum viene aumentato da 50.000 firme a 150.000? Dov’è la partecipazione che garantisce il nostro ordinamento? Tutto viene infittito, ostacolato e volontariamente forzato per estromettere sempre di più la volontà popolare e quella delle minoranze.

Inoltre, diventa doveroso chiarire che il Meetup “Amici di Beppe Grillo – Bagnoli Irpino” prende le distanze dalla raccolta firme a favore della proposta di legge di iniziativa popolare contenente “Disposizioni per la tutela dell’inviolabilità del domicilio e in materia di difesa legittima” (modifiche agli art. 55 e 614 del Codice Penale) avanzata da “Italia dei Valori”, in quanto ci accodiamo al post di Igor Gelarda (Dirigente sindacato di Polizia Consap) pubblicato 7 mesi fa su www.beppegrillo.it, che recita: “(…) Oggi qualcuno vorrebbe abrogare il reato di eccesso colposo di legittima difesa, ma se così fosse rischieremmo il far west. C’è chi invece chiede che il legislatore lavori ad una interpretazione più estensiva del concetto di legittima difesa, per tutelare maggiormente chi si deve difendere o ha ospiti sgraditi in casa. Mantenere la freddezza e la lucidità d’animo in una situazione come quella in cui si è trovato il pensionato a Vaprio d’Adda non è per nulla facile e se con il senno di poi diventa tutto chiaro, nei momenti di confusione e di pericolo, percepito o reale che sia, tutto è maledettamente nebuloso e celere (…). La cosiddetta certezza della pena varrebbe meglio di un modello americano con tante pistole in giro o bonus pistola di sapore demagogico. Non dico di togliere le armi a chi ha diritto a possederle, ma non bisogna assolutamente incoraggiarne la diffusione. Tuttavia è chiaro che se il cittadino si sente in pericolo tenderà ad armarsi. Lo Stato può e deve impedire questa corsa agli armamenti, eliminando le cause della paura: riscrivendo leggi più severe e pene che non prevedono sconti o vie di fuga a chi delinque e costruendo carceri, tante carceri e/o ampliando quelle che ci sono. Tanti posti in più per gli utenti carcerari quanti ce ne servono per dare una sistemazione dignitosa sia a chi ci sta dentro per scontare una pena, sia a chi ci lavora (ovviamente aumentando anche il numero degli agenti penitenziari impegnati). Tante quante ce ne servono per dare una sistemazione dignitosa sia a chi ci sta dentro per scontare una pena, sia a chi ci lavora. Antonio Manganelli, compianto capo della Polizia (dal 2007 al 2013), aveva già denunciato al Senato, nel maggio del 2008, che nulla in Italia è più incerto della certezza della pena, arrivando a parlare di una forma di “indulto quotidiano” nei confronti dei malviventi. E se lo ha detto il Capo della Polizia (…)”.

In conclusione, i cittadini si informino, siano curiosi e raggiungano in modo cosciente ed autonomo la verità dei fatti. Solo così potremmo formare e formarci come uomini autosufficienti e consapevoli della vita del nostro Paese. Una X apposta con la matita su una scheda assume significato nel momento in cui dietro quella X c’è una consapevolezza. Non lasciatevi convincere da chi sostiene che per decidere su qualcosa di vostro bisogna necessariamente delegare a qualcun altro: siate voi gli artefici del vostro sapere e del vostro destino. Chiudete la TV quando demagogia e falsità invadono i media, perché come direbbe il Giudice Imposimato, “potremmo definirla legittima difesa della democrazia”.

                                                                                                       

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