Un amore incomprensibile
28.04.2016, La poesia (di Antonio Cella)
UN AMORE INCOMPRENSIBILE
Io lo so che, per te,
non esiste la parola: cattiveria.
Che nel tuo magistero
non trovi spazio
quella, ancor più grave, che
noi uomini chiamiamo: vendetta.
Sono, però, oltremodo convinto che,
se fossi te,
spezzerei i chiodi arrugginiti,
e nelle carni altrui
getterei il pianto di
ogni donna madre.
Ma, tu sei TU:
soffri e porgi l’altra guancia.
Non ti accorgi che
noi del mondo
più non ti cerchiamo?
Ti teniamo lì,
in testa al letto,
mentre godiamo, gozzovigliamo,
crocifiggiamo!
Il Tuo nome invochiamo
soltanto quando soffrono
le carni.
E allora? Cosa aspetti?
Innalza un po’ più in alto
il tuo calvario e:
trita, lacera, spezza quei cuori
che annullano la pietra!
Ci troveremmo forse
più vicini.