Parco Regionale dei Monti Picentini: Piano Laceno
24.12.2015, Articolo di Alessandro Capodanno * (dal sito www.geoturismblog.com)
Prima di descrivere la storia geomorfologica di PIANO LACENO, vorrei fare una panoramica sul complesso sistema orografico nel quale rientra: i MONTI PICENTINI, una area naturale protetta della regione Campania istituita Parco Regionale nel 1995 con sede a Nusco.
II gruppo dei Monti Picentini (che ospita buona parte del Parco) è un apparato orografico ben delimitato rispetto al paesaggio collinare circostante e, come accennato in precedenza, è articolato in quattro grandi massicci separati da importanti faglie e/o da profonde vallate. Nella parte nordoccidentale dell’area, si ergono i monti Terminio e Tuoro, tra di loro separati dalla conca endoreica della Piana del Dragone (a quota media di circa 667 m s.l.m.).
Nella parte nord-orientale, tra le alte valli dei fiumi Calore, Ofanto e Sele, si individua il massiccio del Cervialto che rappresenta la massima elevazione del gruppo; al suo interno si trova la conca endoreica del Piano Laceno posto a quota media di circa 1.050 m s.l.m. La struttura del Polveracchio – Monte Raione è anch’essa di natura prevalentemente carbonatica e costituisce la parte sud-orientale dei Picentini. Essa è compresa tra l’alta valle del F. Tusciano e la media valle del F. Sele raggiungendo la quota di 1.790 m con la vetta del M. Polveracchio. La parte sud-occidentale dei Picentini, tra le valli dei fiumi Irno-Solofrana, Tusciano e Picentino, è occupata dalla struttura prevalentemente dolomitica dell’Accellica-Licinici-Mai. I Monti Picentini sono costituiti da una potente serie di dolomie, calcari dolomitici e calcari di età compresa tra il Trias superiore ed il Cretacico superiore.
La flora del parco è caratterizzata da faggi ad alto fusto (una delle specie italiane più pregiate) da castagni, quercie, quali il cerro, la roverella e il leccio, oltre che dall’acero campestre, dal nocciolo, dal tiglio, dall’orniello, dall’ontano napoletano, dal carpino nero e bianco. Fra le conifere vi sono pini ed abeti. Sono presenti anche aceri, sorbi, frassini, pioppi, tassi ed altre. La fauna, invece, si caratterizza per la presenza della salamandra pezzata, del tritone italico, del picchio nero. Ritroviamo, inoltre, il falco pellegrino, lo sparviero, il tasso, la marmotta, il gufo reale, la volpe, il lupo, la lince e soprattutto l’aquila reale che nidifica sul Monte Accellica.
Il Laceno è una area recettiva al turismo, che nel 2008 è aumentato circa del 30%. A salvaguardia del flusso turistico locale è stato istituito il Consorzio Rajamagra, il cui obiettivo è quello di realizzare interventi di riqualificazione territoriale soprattutto riguardanti la stazione turistica estiva ed invernale, attraverso la realizzazione di impianti polivalenti con funzionalità annuale. Il consorzio si propone di rendere continuo e destagionalizzato il flusso turistico, cioè non solo esclusivo del periodo invernale o estivo. I flussi turistici più alti si registrano soprattutto nel periodo che va da dicembre a marzo, e nel periodo estivo. Picchi vi sono anche ad ottobre in occasione delle note sagre che si tengono in zona e nei comuni adiacenti.
Oltre al consorzio sopra citato, vi sono presenti anche il Consorzio Turistico Bagnoli-Laceno ed anche la Pro-Loco Bagnoli-Laceno, che insieme ad associazioni territoriali locali, si occupano dell’organizzazione di eventi sul territorio, sia sportivi che culturali.
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(*) Alessandro Capodanno