Sagra 2015: Gioco del caso – Lancio del formaggio
01.11.2015, Articolo di Federico Lenzi
Il giorno 1 novembre 2015 il Consorzio turistico Laceno organizza alle ore 17:00 una rievocazione di questo antico gioco presso la piazza Di Capua.
Una caciotta di formaggio rotola per le strade del centro storico saltellando sui sanpietrini, tra gli incitamenti della folla stipata dietro le balle di fieno e gli occhi trepidanti di speranza del lanciatore seguono la forma allontanarsi non siamo a una rievocazione storica delle città del centro Italia, ma nel comune di Bagnoli Irpino dove rivive lantica tradizione popolare de lo iugo rl casu.
Quello del lancio del formaggio è unantica tradizione dei popoli italici dediti alla pastorizia che abitarono lItalia prima dellavvento di Roma e di più elaborati ludi. Si ha notizia sin dagli Etruschi della pratica di questo gioco, poi trasformatosi nel gioco della ruzzola con lutilizzo di una forma in legno e durato fin allottocento. Nonostante ciò, in molte comunità italiane dedite alla pastorizia ed isolate sulle montagne il legno non è riuscito a prendere il posto della forma del formaggio ed il gioco ha mantenuto le sue connotazioni originarie. Del passato rimane anche la collocazione geografica del gioco, che si concentra nelle regioni appenniniche come Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Marche, Umbria, Lazio e Calabria.
Secondo Burat questo gioco era praticato lungo i tratturi nel periodo della transumanza dai pastori, per procacciarsi il buon auspicio nel lungo viaggio dai monti alle pianure. Nella tomba dellolimpide presso la necropoli dei Monterozzi a Tarquinia abbiamo la prima raffigurazione storica di questo gioco. Se ne parla anche nel III secolo A.C. nella commedia Persa di Plauto, dove si allude ai banchieri che si allontano dai mercati più velocemente della ruzzola. Nel medioevo giocare ad ruellas era molto popolare, ma visto di mal occhio dalle autorità: portava spesso a risse e col tempo il premio in formaggio divenne in denaro, lasciando il posto al gioco dazzardo. Questo gioco iniziò ad essere vietato in molte zone e la forma di cacio fu lentamente sostituita da una ruota in legno. Con lumanesimo ci fu una riscoperta del gioco, ma dal 1761 fu definito gioco dazzardo e permesso solo nel periodo del carnevale. Nel 2003 lUnesco ha dichiarato che questo gioco fa parte dei Patrimoni orali e immateriali dellumanità.
Nel cinquecento bagnolese lo storico locale Sanduzzi ha trovato accenni a questa antica pratica, infatti riporta: Nei giorni di Carnevale, in cui i nostri cittadini a causa dellinverno erano obbligati ad un ozio forzoso, si divertivano a giocare per le strade dellabitato con le forme di cacio, o coi caciocavalli, ed il gioco consistea nello spingere a mano questi latticini lungo le vie interne, ed il vincitore era colui, che li aveva spinto più lontano degli altri giocatori, ed avea raggiunto prima di tutti un determinato numero di punti. Il gioco cominciava da una estremità della Borgata, e più spesso dal limite inferiore del Borgo, e terminava allaltro estremo corrispondente, ed alle volte si usciva fuori dallabitato, se non si era raggiunto il numero dei punti prestabilito. Il premio del vincitore era il caciocavallo o forma di cacio, con cui si giocava, che per il più si consumava fra i giocatori in un improvvisato banchetto. Essendo questo gioco dimbarazzo ai passanti, fu molte volte vietato, ma i Bagnolesi vi annetteano tale importanza da ribellarsi al conte Garzia II Cavaniglia, che volle impedirlo, ed allora furono paghi, quando nella transazione, avvenuta fra lui e il Comune, fecero sancire, che essi erano liberi di praticare questo gioco dal 17 gennaio di ogni anno, quando ha inizio Carnevale, fino al primo giorno di Quaresima senza licenza alcuna degli Uffiziali del Feudatario. Il gioco è sopravvissuto con la civiltà agro-pastorale che ha dominato queste montagne fino allinizio del XX secolo.
In occasione della manifestazione Tartufando, il giorno 1 novembre 2015 il Consorzio turistico Laceno organizza alle ore 17:00 una rievocazione di questo antico gioco presso la piazza Di Capua. Possono partecipare in numero illimitato i produttori/rivenditori di prodotti caseari del comprensorio Bagnoli-Laceno. Nel gioco si utilizzano forme di pecorino bagnolese del peso di 1,5/2 Kg, del diametro di 15.17 cm e con spessore di 10-12 cm. Si effettuano tre lanci a giocatore e si misura il lancio più lungo realizzato (in caso di parità si considera il secondo lancio più lungo). Nel centro storico rivivrà quel mondo che ha splendidamente raccontato DAnnunzio nel Libro Segreto: « Il sapore della Maiella è tutto nel nostro cacio pecorino… È il cacio nerastro, rugoso, durissimo: quello che può rotolare su la strada maestra a guisa di ruzzola in gioco. Miro e rimiro. Non mangio più. A dieci anni ero anch’io ruzzolante su la strada di Chieti; e sapevo legarmi al braccio lo spago e avvolgerlo intorno al cacio e prendere la rincorsa per tirare, entrando in furia se la mia gente rideva di me. »
Per informazione e iscrizioni:
UFFICIO TURISTICO Bagnoli-Laceno
Via Roma 17 83043 Bagnoli Irpino (AV)
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ASSOCIAZIONE PRO-LOCO BAGNOLI- LACENO
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