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Intervista all’ avv. Grazia Maria Lepore, assessore alla cultura

08.05.2015, A cura di Giulio Tammaro (da Fuori dalla Rete – Maggio 2015, Anno IX, n.3)

Giovane e preparata ma al contempo inesperta nel campo amministrativo e consapevole dell’impegno che il ruolo richiede, ha accettato con entusiasmo l’incarico conferitole dal Sindaco Filippo Nigro lo scorso mese di gennaio. Lei è Grazia Maria Lepore, giovane avvocato che da qualche mese ricopre l’incarico di assessore esterno con delega in materia di cultura e politiche sociali. Accettare di fare l’assessore alla cultura, oggi, con tutte le difficoltà di fondi ridotti all’osso e di bilanci da far quadrare, è più un impresa impossibile che un onore. Eppure, c’è qualcuno che non resiste alla tentazione e noi non siamo riusciti a resistere alla tentazione di non intervistarla. Quella che segue è una lunga e cordiale chiacchierata dove abbiamo toccato tutti gli aspetti riguardanti il campo socio-culturale. Cogliamo infine l’occasione per ringraziare l’assessore Lepore per la disponibilità accordataci augurandole un buon lavoro.

Iniziamo dalla sua nomina. Succede nell’ incarico all’ ex vicesindaco Maria Vivolo alla guida dell’assessorato alla cultura e alle politiche sociali. Come si è arrivati alla sua nomina e quali sono le condizioni politiche che l’hanno portata ad accettare di far parte dell’amministrazione comunale?

Ho accettato con entusiasmo la nomina ad assessore esterno, consapevole dell’impegno che il mio ruolo richiede. Pur non avendo esperienza nel campo amministrativo, ho deciso di intraprendere questo percorso per la voglia di vedere da un’altra prospettiva la realtà che vivo da quando sono nata, capirne a fondo le problematiche e cercare di dare un contributo per una buona amministrazione del paese.  Quando mi ha proposto la nomina, il Sindaco ha parlato di rinnovamento della classe dirigente e della sua volontà di uscire fuori da schemi vecchi e precostituiti. Diceva, inoltre, che una persona nuova e sganciata da logiche e contrapposizioni antiche potrebbe favorire quel processo di recupero di un minimo di “coesione sociale” indispensabile alla crescita della nostra comunità. La cultura e le iniziative ad essa legate possono svolgere un ruolo importante in tal senso, mettendo insieme le varie sensibilità presenti in paese. In altre parole, la cultura come strumento di aggregazione dopo tante divisioni. Anche per questo mi ha conferito la delega alla cultura.

Quali sono state le prime reazioni alla sua nomina?

Sicuramente la mia prima reazione è stata la sorpresa, seguita dall’entusiasmo di affrontare una nuova avventura che di certo richiede impegno, costanza e determinazione, ma che è in grado di regalare anche molte soddisfazioni. Direi che la sfida si presenta ardua e non priva di insidie, ma questo non mi distoglie dall’intenzione di svolgere un buon lavoro, con la collaborazione di tutti, cittadini compresi. Sono stata investita di un non agevole compito e ho il proposito di svolgerlo al meglio, ricambiando la fiducia che è stata riposta in me.

Si ritiene un assessore politico o un assessore tecnico?

Non credo che un assessore debba essere classificato in base alla distinzione politico/tecnico. Ritengo, invece, che un assessore o amministratore vada distinto per la voglia concreta di fare per il bene comune e di attivarsi per la risoluzione delle varie questioni che si presentano, anche di quelle quotidiane che sembrano di secondaria importanza. L’eventuale propensione politica rappresenta solo una tonalità di colore di un vestito, il corpo che lo indossa è ben altra cosa.

Come reputa il lavoro svolto dal suo predecessore?

Non compete a me valutare l’operato del mio predecessore, ma ai cittadini. Spetta al popolo di Bagnoli dare un giudizio sul lavoro svolto dagli amministratori che si avvicendano nella guida del paese, considerando l’impegno profuso per la comunità e i risultati raggiunti.

Quali scelte e quali priorità caratterizzeranno il suo mandato di assessore e quali sono i primi progetti operativi del suo programma?

Avendo ricevuto la delega di funzioni in materia di cultura e politiche sociali, le mie priorità saranno concentrate in questi ambiti, apparentemente marginali ma di estrema importanza. La mia attenzione sarà rivolta sicuramente ai giovani: l’intenzione è quella di favorire e promuovere le iniziative a favore dell’occupazione giovanile, attivando tutti i progetti di sostegno, eventualmente previsti a livello nazionale o regionale.

Gli studenti devono essere sostenuti con tutti gli strumenti disponibili per assicurare loro la migliore formazione, attraverso iniziative di sostegno al merito.  Di recente qui a Bagnoli si sono tenuti corsi di preparazione per i test universitari per l’ammissione ai Corsi di Laurea ad accesso programmato, organizzati dalla Cirpu, frequentati da studenti di Bagnoli, Montella e Nusco. Da poco è stato attuato il progetto “Scuol@Comune” per l’avvio di un corso di alfabetizzazione informatica in favore dei ragazzi frequentanti la scuola secondaria di primo grado. Ma si profilano altre interessanti iniziative in favore degli studenti: saranno incentivate quelle attività che vedranno protagonisti gli alunni della scuola primaria e secondaria del paese.

Gli anziani, di certo, non saranno messi in secondo piano: come ho già detto in un mio recente articolo, «gli anziani rappresentano una risorsa da tutelare, fonte inesauribile di saggezza, tradizione e ricchezza». Non essendo più impegnati in attività lavorative, hanno bisogno di adoperare il loro tempo in modo costruttivo, dedicandosi ad attività interessanti, piacevoli e magari partecipando attivamente a qualche importante iniziativa, anche a sfondo solidale.

Nell’ambito culturale, credo che la priorità sia quella di mettere in luce l’immenso patrimonio di cui gode il nostro paese. Sicuramente tra i primi progetti operativi rientra il riallestimento della Pinacoteca Comunale in via Garibaldi, al fine di dare una sistemazione appropriata alle opere d’arte di Michele Lenzi e realizzare una mostra permanente.

Bagnoli come tutti i comuni ha enormi problemi di budget. Come pensa di ovviare a questi problemi? E perché non pensare di coinvolgere anche i privati?

In effetti la madre di tutti i problemi è rappresentata dai fondi, mezzo indispensabile per realizzare qualsiasi programma. Sappiamo che gli enti locali, al fine di superare questo problema, ricorrono a forme alternative di approvvigionamento finanziario, quali quelle rappresentate dalle risorse Ue, per poter realizzare i vari servizi e le infrastrutture necessarie per lo sviluppo del territorio e delle proprie comunità. Il punto è individuare il finanziamento giusto per una determinata tematica, nonché organizzare e pianificare al fine di ottenere il risultato perseguito. Quindi, bisogna puntare in primis ai fondi europei, programmati ed erogati direttamente dai governi nazionali e regionali. Nel frattempo cerchiamo di sfruttare al meglio ciò che abbiamo, mi riferisco ai tagli boschivi, per reperire risorse da destinare a progetti ed iniziative a vantaggio della collettività.

La collaborazione con enti, associazioni o altri soggetti privati potrebbe essere una valida strada da percorrere per lo sviluppo di attività e progetti o per dare nuova vita a strutture di proprietà comunale, esistenti ma poco utilizzate (o inutilizzate). Questi spazi, che spesso hanno anche un rilevante significato storico-culturale, se adeguatamente valorizzati, potrebbero diventare una risorsa preziosa per sviluppare iniziative con finalità pubbliche. Occorrerebbe, però, innanzitutto verificare se esiste un interesse al coinvolgimento da parte del mondo dell’associazionismo e dei privati.

Ci sono le condizioni per avviare progetti culturali significativi per i giovani e per tutto il paese?

Le condizioni ci sono nel momento in cui vi è interesse e partecipazione della collettività: credo che sia questa la materia prima quando si pensa di avviare qualunque tipo di iniziativa. Ritengo, dunque, che sia molto importante il coinvolgimento dell’intera popolazione. Le associazioni presenti sul nostro territorio (come la Pro Loco, Palazzotenta39, Bagnolièamore), spinte dall’intento di attivare le risorse culturali del nostro paese, potrebbero svolgere un ruolo di fondamentale importanza. Il mio auspicio è quello di poter lavorare in sinergia con queste associazioni, nell’esclusivo interesse di tutta la nostra comunità e non di una sola parte di essa.

Quali sono dal suo punto di vista le prerogative per valorizzazione il patrimonio artistico bagnolese, proponendo al visitatore le nostre bellezze in gran parte nascoste?

Stiamo parlando di un paese come Bagnoli che ha un grande potenziale per il turismo culturale. Credo sia opportuno iniziare dalle cose possibili e realizzabili in tempi ragionevoli, tese al recupero della nostra identità culturale che sembra essere stata completamente trascurata in passato e che sono nella nostra volontà di realizzare. Il turista moderno vuole scoprire la storia ed immergersi nelle tradizioni locali. Sarebbe utile organizzare un percorso turistico locale, che esalti ed evidenzi il nostro patrimonio artistico, a cominciare dalla Chiesa Madre e il Coro Ligneo, per proseguire con l’esposizione dei quadri di Michele Lenzi nella pinacoteca (in fase di recupero e riallestimento); quindi, mirare al restauro della facciata ex Municipio e risistemazione del dipinto Marco Pino con restauro della struttura di accoglienza (come da progetto presentato di recente), restauro dipinto della Vergine di fronte all’ex Municipio, recupero ai visitatori del campanile di S. Domenico, risistemazione S. Caterina, restauro Castello Cavaniglia (i cui lavori partiranno a breve), restauro S. Lorenzo (ormai prossimo). Poi ci sono i grandi progetti da seguire, che però necessitano di risorse ingenti e tempi lunghi: valorizzazione e recupero del centro storico con le Mura Longobarde, complesso S. Domenico etc.

L’ideale sarebbe inserire questo percorso turistico locale in un contesto generale che sia in grado di esaltare tutte le bellezze dell’Irpinia.

A suo avviso che ruolo gioca l’assessorato alla cultura in un paese come Bagnoli?

Qualche anno fa l’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha dichiarato che «Con la cultura non si mangia», per giustificare alcuni discutibili tagli alle attività culturali. Questa affermazione è stata variamente contestata, finanche dal Premio Nobel alla letteratura Dario Fo, il quale ha bacchettato il ministro replicando che «la cultura è parte integrante dell’uomo».

Credo che la cultura non sia né un costo, né un lusso, ma una risorsa preziosa, fonte primaria di crescita sociale ed economica e fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale. Non dimentichiamo il valore anche economico della cultura, poiché le attività culturali sono in grado di stimolare l’economia e le attività produttive.

Il nostro paese può vantare un invidiabile patrimonio artistico-culturale, che merita di essere valorizzato, perché un paese senza cultura è un paese senza prospettive. La cultura si esprime tramite svariate forme, è fatta non solo di opere d’arte ma anche di tradizioni, che si tramandano negli anni.

Non comprendere il delicato ruolo dell’assessorato alla cultura (nel nostro come in altri piccoli comuni) equivale a sottovalutare le potenzialità delle risorse culturali ed artistiche di cui il nostro paese ha la fortuna di disporre.

Non attribuire il giusto peso alla cultura, intesa in senso ampio, vuol dire anche sottovalutare l’operato delle associazioni socio-culturali attive nel nostro paese. Verrebbe snaturato anche il loro ruolo che, come ho già detto prima, credo sia di vitale importanza. Infine, come ho già accennato, la cultura può giocare un ruolo fondamentale nel processo di ricomposizione della nostra comunità.

Nel suo mandato lei dovrà occuparsi di politiche sociali, con particolare attenzione agli anziani e alle famiglie. Attiverà qualche nuovo servizio per quelle categorie?

Nel Comune di Bagnoli sono presenti diversi centri di aggregazione, punti di incontro pensati per le persone della terza età che possono partecipare ad attività sociali, culturali e ludiche: abbiamo il centro auto-gestito “Ambrogio Salvio”, il circolo socio-culturale “Leonardo Di Capua” ed il centro “M. Lenzi”, gestito dal Consorzio dei Servizi Sociali “Alta Irpinia”. I centri sociali per anziani, essendo luoghi di aggregazione dove questi possono partecipare ad attività di socializzazione e ricreazione, rispondono all’esigenza di soddisfare il bisogno di relazioni sociali e di svago delle persone non più giovani che, non svolgendo più attività lavorative, hanno necessità di impegnare il loro tempo in modo positivo.

Il proposito è quello di rendere più operativi i centri già presenti, magari incentivando le attività culturali, di tutela dell’arte, ricreative e sportive. E magari incoraggiando attività di volontariato in favore di bambini e ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie: ad esempio, si potrebbe pensare ad un’attività di vigilanza scolastica.

Per quanto riguarda le famiglie, proprio in questi giorni si sta concretizzando il progetto “Mamma di giorno”. Si tratta di un progetto sperimentale nei Comuni privi di Servizi per la Prima Infanzia (tra cui Bagnoli Irpino): un servizio per l’assistenza all’infanzia rivolto alle madri lavoratrici con figli 0-3 anni al fine di favorire la conciliazione di tempi e spazi di vita/lavoro. Un servizio che sarà erogato fino a giugno 2015 in modo gratuito per la cittadinanza. A tal fine, verrà utilizzato il locale già adibito a Centro di Prima Infanzia, ma finora mai entrato in funzione. Le mamme di Bagnoli hanno risposto con positività a questa iniziativa, e questo mi fa ben sperare per il futuro: ci sono tutti i presupposti per consolidare questo tipo di servizio e rendere funzionante il Centro di Prima Infanzia in modo continuativo.

E in merito alle problematiche legate al mondo giovanile in futuro ci potrebbero essere degli interventi specificamente a sostegno?

Come ho anticipato prima, sono state adottate iniziative per sostenere i giovani studenti: è in corso il progetto “Scuol@Comune” per la diffusione della cultura digitale tra gli alunni della scuola media inferiore; si sono conclusi i corsi di preparazione per le facoltà universitarie a numero chiuso. C’è l’intenzione di seguire e concretizzare i progetti di sostegno a favore dell’occupazione giovanile, pensati in ambito nazionale o regionale.

Siamo sempre pronti a sostenere i giovani e loro proposte, pensando di consentire loro spazi di aggregazione e di divertimento: ad esempio affidando ai giovani il cinema comunale per le loro iniziative in ambito teatrale, cinematografico, musicale, etc. Pensiamo al Gruppo Giovani “V. Nigro”, associazione culturale giovanile operante sul nostro territorio che quest’anno festeggia i venti anni di lodevole attività.

È in fase di realizzazione un progetto per il campo sportivo (in attesa del bando regionale). Inoltre, c’è l’idea di realizzare un campetto polivalente coperto (fondi permettendo).

C’è infine un’ idea affascinante che intendiamo portare avanti con il progetto pilota aree interne : creare collegamenti tra la scuola e le attività produttive presenti sul territorio, in modo da fornire ai giovani della “ Città dell’Alta Irpinia “ opportunità di accrescimento culturale e favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro. Il nostro ITIS potrà avere un ruolo importante in tal senso, per un percorso dalle grandi prospettive per il futuro dei nostri giovani.

Assessore, come sarà Bagnoli alla fine del suo mandato legislativo?

Sicuramente questa nuova avventura mi richiederà impegno, costanza e determinazione, ma la voglia di fare non mi manca. Nonostante le tante difficoltà in cui ci si imbatte ogni giorno, ho intenzione di svolgere il mio incarico al meglio, sperando che ci saranno le condizioni per poterlo fare. Volendo dare un giudizio “esterno”, credo che finora l’amministrazione abbia lavorato bene, con tanto impegno e sacrificio: è sufficiente essere realisti per vedere il frutto di questo lavoro, che è sotto gli occhi di tutti.

Il mio augurio è quello di riuscire a fare bene, certa della collaborazione degli amministratori, e intendo tutti, oltre che dei cittadini. Perché non dobbiamo mai dimenticare quello che è (o dovrebbe essere) il nostro obiettivo: il bene comune, il bene di Bagnoli. Se riusciremo a realizzare tutto ciò che abbiamo in mente, di sicuro il paese alla fine del mandato sarà diverso, più moderno, più attuale. Noi ce la metteremo tutta.

                                                                                                       

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