La insostenibile supponenza degli inetti
12.03.2015, Articolo di Antonio Cella (da Fuori dalla Rete – Marzo 2015, Anno IX, n.2)
Asserire pubblicamente che per quanto attiene al ricupero dei finanziamenti per l’ammodernamento delle seggiovie del Rajamagra non esistano problemi di sorta, è una vera spacconata. Trattasi, piuttosto, della convinzione fondata sulla consapevolezza dell’autore dell’asserzione di poter contare, fare assegnamento, nell’intervento risolutorio di persone amiche che occupano gli scranni alti della politica nazionale.
Incredibile! Tra i tanti “nei” caratteriali che qualificano i nostri comportamenti nella società, il soggetto cui ci riferiamo ha scelto proprio la megalomania per esprimere le sue “certezze”. Tendenza molta marcata nei secoli scorsi: ne erano affetti Nerone, Napoleone, Hitler, Maradona e forse, più recentemente, anche qualche politico made in Italy. Ma, sotto sotto, questi grandi uomini avevano sicuramente delle qualità, (altrimenti non sarebbero stati tali), che han reso congeniale l’accoppiamento del sostantivo di che trattasi alla loro grandeur. Il megalomane, infatti, per essere tale, necessita di un corposo bagaglio di spregiudicatezza culturale, di uno spiccato spirito di iniziativa, di cinismo e di una sublime quanto spietata carica di coraggio. E non credo proprio che dette peculiarità possano appartenere a chi, per mera inerzia, si lasci sfilare dal portafoglio una sostanziosa somma di denaro che avrebbe potuto cambiare molte cose sull’altopiano Laceno.
Non vi so dire in che mondo viva questa gente. Possibile che l’umiltà di Papa Francesco non abbia minimamente interessato il loro modo di pensare e di agire? Soltanto chi è inconsapevole delle proprie insufficienze può permettersi l’azzardo di sproloquiare e vantarsi di godere l’amicizia del potente di turno o dell’ombra che rimane delle sue lontane vestigia. Non è facile dire: “lo sai chi sono io?” che sa di pane stantio, ammuffito. E chi lo dice, non fa altro che esprimere la inadeguatezza e la fragilità di chi ha la convinzione di poter fare, di poter dire, di poter ottenere.
La politica non la si inventa! Chi è convinto di conoscerla e di praticarla e poi inciampa maldestramente nel demenziale “inguacchio” di Via Tuoro, è per me soltanto un portatore sano della stessa, che non ha la forza di edificare, e rema contro gli interessi della collettività.
Se nel DNA non si ha ben saldo il famoso “quid” berlusconiano, ossia: l’ispirazione, il piglio giusto e la ferma determinatezza per affrontare la politica, si rischia di essere travolti dalla stessa. Allora, a che serve cimentarsi per il solo piacere di occupare un ruolo di prim’ordine quando non si è all’altezza della situazione e si è certi che il risultato degli improbabili approcci saranno al di sotto delle aspettative? Ora come ora, possiamo solo auspicarci che, quanto prima, il caso che ci sta a cuore possa essere risolto da un esperto in materia amministrativa che, preferibilmente, rivesta le competenze politiche e intellettuali di un commissario prefettizio. E per intellettuale non si intenda soltanto il possessore di cinque lauree, il detentore di incarichi pubblici di rilievo (non scordiamoci mai della figura dell’utile idiota) ma anche chi è provvisto di una specializzazione, ovvero una persona che abbia acquisito una profonda competenza in un particolare ramo o settore scientifico, tecnico, professionale, culturale o sportivo; chi, a prescindere dal titolo di studio, si serva non soltanto delle proprie capacità intellettive, ma anche di quelle doti che concorrano alla realizzazione di un prodotto d’eccellenza o di un risultato che riscuota il consenso generale nel mondo del lavoro, culturale o scientifico. Alla luce di tanto, non ci resta che piangere.
Non sono un maitre à penser! Per essere tale, occorrono ben altre qualità. Tuttavia, quando mi trovo al cospetto di giovani colti, preparati, non posso fare a meno di suonare la carica, di spronarli a muoversi: il paese ha bisogno di aiuto, ha bisogno della loro intelligenza per ritornare a vivere! Questa mia invocazione è rivolta a chiunque possa fare qualcosa di costruttivo. E chiedo: è proprio impossibile per chi è impastato di cultura sturziana tentare di far propria, sia pure in microscopica parte, la scaltrezza, il modo di imporsi, il piglio furbesco, l’orgoglio e, diciamolo ancora, l’umiltà di Tommaso Aulisa?
Dov’è l’on.le De Mita, nume tutelare non soltanto di Nusco ma di diecine di paesi che gli orbitano intorno? Quale posizione occupa, oggi, nei suoi pensieri il nostro paese? Che fine han fatto i voti che per circa sessant’anni ha mietuto nei nostri campi? Io, pur nutrendo una certa simpatia nei suoi confronti, non l’ho mai votato: sono di estrazione socialdemocratica, disciplina che invano Matteo Renzi sta tentando di far indossare al suo partito di riferimento. Dov’è finito lo statista nostrano che per sette anni è stato Segretario nazionale della D.C.? Che per circa due anni ha presieduto il Consiglio dei Ministri? Che ha ricoperto incarichi di Ministro dell’Industria, Ministro del Commercio Estero, Ministro per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno d’Italia?
Non credo proprio che gli impegni da Primo cittadino della città di Sant’Amato gli impediscano di intervenire presso i dipartimenti regionali per tentare di rimuovere gli ultimi ostacoli che frenano la liquidazione di quanto ha formato oggetto di convegni e di interventi giornalistici di ampio respiro. E credo, in subordine, qualora fosse impossibile abbattere la burocrazia dell’Ente di Via Santa Lucia in merito a quanto appena detto, che nessuno possa ostacolarlo nel promuovere, attraverso la politica del bene comune, (Nusco è Bagnoli, come lo sono Montella, Cassano, Avellino e Montemarano!) l’assegnazione di un finanziamento ex novo di pari importo per le sciovie di Laceno, (al netto di una somma da liquidare al gestore degli impianti quale indennità per l’avviamento e la conduzione tenuta per lungo tempo dallo stesso, come previsto dalla consuetudine e forse anche dal Codice Privato) da utilizzare nell’immediato futuro.
Ora sono io, ultimo degli ultimi, ad aver lanciato un S.O.S. in nome dell’Irpinia all’On.le De Mita, perché:
LUI può!
LUI, l’on.le De Mita, che è stato sicuro artefice della recentissima assegnazione del finanziamento regionale di circa sette milioni di euro a favore delle “SUORE STIMMATINE” e dell’Associazione “AIAS CRM” di Nusco; LUI, che ha miracolato centinaia di giovani collocandoli nelle banche, nei ministeri, nelle poste, negli ospedali, nell’esercito e nelle numerose fabbriche che sono sorte, dopo il terremoto dell’Irpinia, nelle aree industriali di mezza Campania; LUI, che ha trasformato con i fondi della ricostruzione il suo paese in una “bomboniera”, che figura nelle prime postazioni nella hit parade dei Borghi Medioevali più belli d’Italia: LUI sì che può!
Il politico di razza, l’intellettuale, è come il buon padre di famiglia: riesce sempre a portare a casa il necessario al sostentamento della sua prole.
Commento di Nello Molinaro:
Non resta che la speranza , affinchè ,il sole continuerà a sorgere splendente sul Laceno
Caro Antonio, Hai la dote di trasformare il tuo pensiero in parole che nel corso del loro viaggio prendono la sembianza di foglie vellutate trasportate dal vento, e nella pausa climatica, cadendo vengono raccolte dalla tua mano che armoniosamente le depone sul biancore della carta. E’ piacevole leggere i tuoi articoli, il cui elevato grado scrittorio li rende penetranti nella mente del lettore , i tuoi passaggi, le tue constatazioni , con cui porti a conoscenza di noi lettori le tue tesi, giuste o sbagliate che siano non è d’importanza, perché comunque, dimostrano il coraggio e la perseveranza che accompagna il tuo comportamento espositivo che attui per far conoscere i fatti. In tutto questo bel leggere , certo che non è tutto approvabile, alcuni tuoi passaggi espositivi presentano lacune che li rendono discutibile nel fine perché è rilevabile l’assenza in te del ricordo che mi induce ad invitarti , a percorrere la storia in cui sono scritti i fatti succedutosi negli anni, relativa all’estenuante e stanchevole questione delle seggiovie. Per questo è inopportuno nonché errato cercare come hai fatto di stringere in un angolo colui che ritieni l’unico responsabile , perché così non è ! è una sintesi in cui sei pervenuto contestabile , perché colui che ritieni colpevole si è trovato a contrastare e risolvere atti rimasti incompiuti dalle precedenti amministrazioni ! situazioni da risolvere in un limitato tempo . – Tutti dal 2012 decaduti ed eletti hanno commesso grossolani errori omettendo di adempiere ai doveri pur assegnatogli dalla legge, accettando uno status quo coperto da un rimando continuo della sistemazione della questione in essere tra pubblico e privato, sottoponendosi volere dell’ultimo. Eppure tutti i membri “rappresentanti del popolo passati e presenti si sono scontrati con il loro tenuto atteggiamento, pur in contrasto con quanto hanno, evidenziato e denunciato nei ripetuti loro articoli pubblicati , dichiarando l’attuale privato , come occupatore abusivo di suolo demaniale! Un incoerenza indescrivibile da parte di rappresentanti del popolo , coperta da meschini ed inutili sotterfugi, dimostrando che nel loro atteggiamento non vi è niente di politico, come al contrario hai voluto evidenziare, perché la polis in tale comportamento viene di fatto sostituito da interessi prettamente personali, nel barattare situazioni personalistiche dovute a legami di parentela, di favoritismi verso amici degli amici, astenendosi a toccare gli interessi di qualcuno munito di una vasta famiglia portatore di voti , è quanto purtroppo esiste nelle piccole comunità è una piaga irrisolvibile che si scontra con l’interesse vero del popolo tutto che ne viene sottomesso e ne paga le pene. . Risolvere il caso in tale situazione è come scalare un montagna più alta dell’Himalaia, l’esempio è stato dato dal gentil sesso ex vice sindaco che si è opposto alla decisione della propria giunta che pur rappresentava , scontrandosi con il primo cittadino per beghe personali fin ad arrivare a quanto ne si è a conoscenza , ancor di più la stessa pubblicizzando cinematograficamente le accuse al suo compagno di viaggio fino al momento dell’esonero dall’incarico, ed a continuato come una farfalla svolazzando sull’ente regionale alla ricerca di insolerti suoi amici, da cui ha ottenuto fin ad oggi unicamente chiacchierate promesse che ancora si ha il coraggio di far persistere come pubblicato e rilevabile fino all’ultima ora, cioè in sintesi per le persone munite di una normale intelligenza cognitiva si comprende che , che l’unico risultato ottenuto è il nulla . Quello che rimane di questa attesa questione è l’infausto comunicato che il popolo ha dovuto leggere, il tutto provocato dalla leggerezza di tutti i preposti rappresentanti da esso eletti, nell’affrontare il caso e nel ricomporre lo scontro tra “pubblico e privato” in atto ancora dopo un decennio circa, un comportamento evasivo che ha di fatto ha destabilizzato la situazione , trasferendo nell’ignoto il suo sviluppo e la sua risoluzione! In tutto questo marasma di parole, di articoli, di scontri verbali etc. l’unica cosa chè è certezza e ne rimane tale fino alla risoluzione delle questioni in atto è quello di aver permesso che l’interesse del privato sovrastasse a quello del popolo a cu si è trasferito l’unica ed infausta ricompensa quella di donargli un danno incomparabile ( riprendo tua frase : permettendo di fargli sfilare il portafoglio dalle tasche) un portafoglio con una cifra esorbitante sicuramente generatrice di decine di posti di lavori, che sarebbe stato oro per l’asfissiante situazione occupazionale locale. Ma quello che porta allo sconforto è che tutti irragionevolmente invece di adoperarsi ed imporsi per risolvere il caso, hanno cercato di divenire ad una propria pur inesistente giustificazione comportamentale , generando scontri verbali alla ricerca di una propria ragione pur consapevole della sua inesistenza, e non cercando di intraprendere la strada pur dovuta per redimersi degli errori fatti .Una questione irrisolta inquinata da una situazione incancrenitosi negli anni, durante i quali tutto e di più è stato permesso al privato ed omesso al popolo ,Una situazione bisognosa di essere incanalata su una corretta via rispettosa di tutti i soggetti in campo e nell’applicazione delle norme di diritto vigente. L’incautela comportamentale con cui , è stata impostata la questione nell’accettazione dello status quo “pur condannato da tutti gli amministratori succedutosi” è ritenuto ,certamente, un comportamento sconvolgente per chi con un minimo e sufficiente senso intellettuale ha seguito la questione e che ora inerme è costretto ad apprendere l’infausto risultato. Qui è introvabile l’unico responsabile perché tutti “lo ripeto” lo sono stati e continuano ad esserlo fin quando non risolvono il caso, eppure per rimettere tutto sulla retta strada non vi era bisogno di dichiaratosi scienziati, ne come da te detto di qualche megalomane , ma era bastevole che il soggetto preposto con semplicità assoluta , applicasse quanto dettatogli dalla legge cioè precisando : che l’incaricato primo cittadino o chi per esso (primo e dopo) quale “rappresentante del popolo” si attenesse ad una formis comportamentale normale che lo avrebbe portato ad esigere al ritenuto defraudatore il rispetto delle norme di diritto , da richiedere con atti pur dovuti ed impostogli dagli articoli del codice in virtù della carica ricoperta- Ora nel tuo maestoso e profondo ed in parte ineccepibile scritto , hai richiamato l’intervento Demitiano per raggiungere lo scopo ,come ultima strada da seguire”.Un personaggio che in un mio precedente articolo ho richiamato insieme a fu altri grandi uomini politici irpini, elevandone il suo impegno per la terra irpina , oggi nolendo o volendo si comprende la perdita di tale presenza nei territori irpini e salernitani che pur hanno dato e fatto pervenire tanto per lo sviluppo degli stessi, abbandonati ormai al loro infausto destino Oggi purtroppo alla nostra età dobbiamo essere consapevoli che i nostri territori sono manchevoli di personaggi capaci di comandare una nazione(ministri, segretari di partito, presidenti del consiglio) uomini che la terra irpina ha prodotto nei tempi che furono e che oggi i giovani non ne hanno consapevolezza, della grandezza dei loro avi, e l’ impegno da essi profuso per la propria terra nativa. Tu sei stato un social democratico e ti apprezzo, i sono stato un Dc e me ne vanto – ora non ci resta che guardarci negli occhi con un sguardo su cui aleggiano i ricordi dei tempi che furono , non ci resta che augurarci che un vecchio politico da te invitato a farlo, risolva il caso.
Ti saluto . Nello Molinaro