La neve deve restare bianca
09.03.2015, Articolo di Francesco Celli di Infoirpinia (da Fuori dalla Rete – Marzo 2015, Anno IX, n.2)
E’ di pochi giorni fa l’aggressione a Mario Barisano, giornalista dell’emittente locale “Just Tv”. E’ di pochi giorni fa anche l’assassinio di Attilio Di Grezia, ragazzo 30enne di Mercogliano. C’è un filo che lega questi tristi fatti: la violenza. Non fermiamo però a questo la nostra riflessione, andiamo oltre altrimenti resterebbe inutile cronaca.
Ho appena visto il film “Il Camorrista” che racconta la misera storia di Raffaele Cutolo, fondatore della NCO (Nuova Camorra Organizzata). Mi sono chiesto se in un Paese come l’Italia siano accettabili questi film. In un Paese dove si parla ancora di ‘presunta’ trattativa Stato-Mafia nonostante sia stata già certificata giuridicamente; dove abbiamo avuto un Presidente come Andreotti che ha avuto acclarati rapporti con la Mafia; dove abbiamo avuto (ed abbiamo tutt’oggi) un Presidente come Berlusconi che ospitava allegramente in casa Vittorio Mangano (mafioso pluriomicida) ed ha fondato il suo partito con Marcello Dell’Utri condannato per Mafia; dove c’è appena stato un Presidente della Repubblica che ha imposto illegittimamente la cancellazione di intercettazioni telefoniche fra lui stesso e Nicola Mancino, indagato tutt’ora per falsa testimonianza nella trattativa Stato-Mafia.
Mi chiedo se sia normale la produzione di un film che, al contrario di quello di Giuseppe Ferrara dedicato a “Giovanni Falcone”, sembra quasi suggerire che l’onestà è goffa e perdente, mentre la criminalità è furba, scaltra e vincente. Un cult fra i giovani che diventa pericolosamente esempio da emulare: non nei gesti più eclatanti, ma nell’omertà, nell’indifferenza e nell’egoismo su cui Camorra e Mafia fondano la loro forza.
Non c’è nulla di vincente o di valoroso nel sangue di Attilio che ha sporcato di rosso la neve in montagna, vicino Mugnano del Cardinale (Av). Non c’è nulla di vincente nelle ecchimosi di Mario. Non ha vinto nessuno.
Mario è solito dire la verità nelle sue trasmissioni con dati alla mano. Pensate a quelli che lo hanno aggredito: mica sono gli stessi politici che ha attaccato? No. Ma sono quegli stessi politici che possono rivolgersi agevolmente alla Camorra per questi atti: azzittire chi dà fastidio e mina i loro interessi (che magari sono gli stessi della Camorra).
Pensate agli assassini che attendevano Attilio in montagna: cosa facevano prima di ammazzarlo? Parlavano di calcio? Cosa sono diventati dopo averlo ammazzato? Uomini inutili e sconfitti che nella loro vita non potranno mai più trovare la felicità. Attilio era un giovane presunto affiliato al Clan Cava e dalle ricostruzioni balistiche si parla di una punizione camorristica per il proiettile sparato alla nuca. Una punizione per cosa? Per essersi affidato ad un’organizzazione che poi lo ha ucciso?
La neve deve restare bianca.