La COLATURA delle alici di Cetara a Bagnoli
01.11.2010, Notizia
Una delle novità più interessante della 33esima edizione della Mostra-Mercato del Tartufo nero di Bagnoli – e che ha dato maggior spessore all’evento “sagra” – è il matrimonio di sapori con le alici di Cetara. Presenti alla manifestazione bagnolese, in rappresentanza del comune salernitano, tra gli altri, il sindaco dott. Secondo Squizzato (nelle foto in basso) e l’Associazione “Amici delle alici”.
Un matrimonio di gusto di grande spessore gastronomico, quello tra le alici di Cetara, già presidio Slow Food e il tubero nero di Bagnoli Irpino. L“Insalata bagnolese di tartufo condita con la colatura di alici” è la proposta che li vede duettare a tavola, e che segna l’avvio di un progetto di collaborazione di più ampio respiro tra i Comuni della costiera amalfitana (mare) ed i territori del Parco Picentini (monti). Un fronte comune, sul piano dell’offerta turistica, tale da soddisfare ogni gusto e/o aspettativa con la presentazione di itinerari naturalistici, culturali e gastronomici di eccellenza.
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Cetara è un antico borgo di pescatori in provincia di Salerno, ancora oggi caratterizzato da un’economia concentrata sulla pesca e sull’artigianato. A Cetara continua a essere presente nella tradizione culinaria, la colatura di alici, erede del Garum, un piatto descrittoci da Plinio e Orazio come una salsa di pesce cremosa che veniva ottenuta facendo macerare strati alternati di pesci piccoli e interi, probabilmente alici e pesci più grandi tagliati a pezzetti, forse sgombri o tonni, con strati di erbe aromatiche tritate, tutto ricoperto da sale grosso.
La colatura di alici che viene prodotta a Cetara è un liquido ambrato ottenuto seguendo un antico procedimento che i pescatori del luogo si sono tramandati di padre in figlio. Si parte dalla tecnica di lavorazione delle alici sotto sale, di cui la colatura è un derivato: le alici appena pescate, in tutto il periodo primaverile, vengono private della testa e delle interiora e poi adagiate in un contenitore, cosparse di sale marino abbondante per 24 ore. Dopo la prima salatura, vengono messe in una piccola botte, il terzigno, e sistemate con la classica tecnica ‘’testa-coda’’ a strati alterni di sale. Completato il lavoro, il terzigno viene coperto con un disco in legno, sul quale si collocano dei pesi. Per effetto della pressatura e della maturazione del pesce, il liquido secreto dalle alici comincia ad affiorare in superficie. È questo liquido l’elemento base per la colatura: raccolto progressivamente man mano viene inserito in grandi bottiglie di vetro ed esposto a fonte di luce diretta del sole per circa quattro o cinque mesi, perché evapori l’acqua e aumenti la concentrazione cosicché, in genere fra la fine del mese di ottobre e gli inizi di novembre, tutto è pronto per l’ultima fase: il liquido raccolto e conservato viene versato nuovamente nel terzigno dove le alici sono rimaste in maturazione. Così, colando lentamente attraverso i vari strati dei pesci, ne raccoglie il meglio delle caratteristiche organolettiche. Viene recuperato attraverso un foro praticato appositamente nel terzigno, trasferito in un altro recipiente e filtrato con l’uso di teli di lino, chiamati cappucci. Il risultato finale è un distillato limpido di colore ambrato carico, quasi bruno-mogano, dal sapore deciso e corposo che a Cetara è il tradizionale condimento per gli spaghetti delle vigilie, oltre che per le bruschette, i broccoli di Natale e altre verdure: tradizionalmente considerato un cibo povero, sostitutivo del pesce fresco, oggi è un condimento ricercatissimo e apprezzato a tutti i livelli.
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Le foto dello stand “Amici delle alici” di CETARA alla 33esima Sagra di Bagnoli