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Castagne crac, 2014 anno zero

08.11.2014, Ottopagine

Si chiude un’annata nefasta per il settore campano. Produzioni in calo del 95 per cento, crolla il fatturato delle aziende. E’ emergenza in Irpinia.

Il 2014 sarà un’annata da dimenticare per la castanicoltura campana, ed irpina in particolare. La raccolta è ormai terminata e i dati produttivi che arrivano dalle province della Campania sono i peggiori degli ultimi 100 anni. Quest’anno si registra un crollo del 95 per cento. Le perdite economiche subite dalla filiera castanicola campana negli ultimi quattro anni superano i 500 milioni di euro.

Numeri decisamente allarmanti che, stamane, saranno al centro di una conferenza stampa presso la sede della Cna in via Pironti. Diversi i fattori alla base della crisi del settore. Il c1nipide galligeno del castagno, arrivato presumibilmente in Campania nel 2007-8, è oggi presente in tutti i comuni castanicoli campani. I danni causati dal terribile insetto hanno messo in ginocchio la filiera castanicola. Basti pensare che le perdite economiche in Campania, nel solo settore agricolo ovvero nelle aziende agricole, superano i 50 milioni di euro. Si sono perse circa 250.000 giornate lavorative nella sola fase di raccolta, altrettante nelle fasi di prima e seconda lavorazione.

«Nell’annata agraria 2012 – si legge nella nota dell’associazione castanicoltori campani -il crollo produttivo è stato legato non solo alla presenza del Cinipide, ma anche all’andamento climatico negativo dovuto alle alte temperatura ed alla assenza di precipitazioni nei periodi primaverili ed estivi. Il Governo ha concesso lo stato di calamità naturale per l’annata agraria 2012. Per l’annata agraria 2013 e 2014 non è possibile richiedere la calamità naturale in quanto le normative europee non lo consentono».

La filiera castanicola campana ha rappresentato e rappresenta il distretto castanicolo europeo sia per volumi prodotti che per qualità e per fatturato. Il 10 per cento della produzione mondiale proveniva dalla Campania, il 20 per cento del prodotto trasformato dall’industria alimentare era di provenienza campana, ed è superfluo ricordare come l’lrpinia rappresenti la provincia di punta a livello regionale e non solo.

Stamane l’associazione guidata da Davide Della Porta illustrerà anche le priorità per provare ad uscire dall’emergenza. Sarà necessario «continuare a implementare la lotta biologica al cinipide galligeno del castagno con il rilascio del Torymus sinensis, come si è fatto soprattutto negli ultimi due-tre anni. La lotta biologica ha bisogno di tempo. Occorrono almeno 5/6 anni dal lancio degli antagonisti naturali per iniziare a riscontrare una riduzione dell’infestazione del cinipide».

Si chiede anche maggiore attenzione nella programmazione comunitaria 2014-2020. Si chiede di portare gli incentivi per l’agricoltura biologica ad almeno 1.200 euro ettaro/anno con impegno alla corretta manutenzione del suolo per i prossimi cinque anni e l’inserimento della castagna nel segmento della frutta in guscio per essere maggiormente sostenuto dalla Pac».

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Il tavolo a ROMA

Le misure per superare la crisi e ripartire: patto tra Ministero, Regione e associazioni

Proseguimento del progetto “bionfocast” anche per il 2015 e approfondimento delle attività di lotta biologica al cinipide con uno stretto raccordo anche delle varie iniziative di ricerca tra ministero, regione ed altri soggetti interessati.· Queste alcune delle priorità individuate al termine dell’ultimo tavolo ministeriale della filiera castanicola della Campania che ha visto la partecipazione del direttore generale dello sviluppo rurale Cacopardi, del funzionario del settore filiere Manzo, di funzionari e dirigenti del settore ricerca e aiuti di stato, della Regione Campania, di organizzazioni agricole ed associazioni di settore e di alcuni sindaci.

Sono state approfondite e verificate tutte le azioni possibili per individuare efficaci strumenti à sostegno del reddito delle imprese, a partire dall’eventuale utilizzo di risorse del Psr Campania 2007/20013 e della prossima programmazione 2014/2020; degli aiuti de minimis; degli interventi compensativi del fondo di solidarietà nazionale; delle procedure di riconoscimento delle calamità naturali (ovviamente la regione dovrebbe fare una precisa ricognizione dello stato socio-economico); della possibilità di utilizzo del piano rete naturale; di interventi legislativi per modificare o integrare varie normative a riguardo.

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Il videoservizio ….

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