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Le liriche del poeta bagnolese Pasquale Sturchio

22.10.2013, La lettura (di Giuseppe Marano)

“….Impetuosi spuntano /  turgidi rosei boccioli /  e appare l’ascoso umido nido /  di rosa profumato!  / Rosa che … arrossisce!!! “

Inutile dire, la poesia di Sturchio abbaglia per il fuoco divorante della carnalità! Ma è solo un assaggio di primo acchito, un pugno rovente “proibito”, un “colpo corto”, detto in gergo di artiglieria…devastante ma soprattutto autodissolventesi per l’estrema incandescenza che porta alla combustione epirotica… Il punto di partenza acuminato! Il fuoco dissolvente…”purificante”, cosa c’è di più alto puro etereo impalpabile divinamente spirituale della sfera del fuoco degli antichi filosofi? Sturchio quella ha di mira e sovente attinge!”

Ed allora quando parliamo (perchè la tocchiamo scottandoci, ustionandoci, con mano) di carnalità, dobbiamo state attenti, ma molto attenti! Perchè l’apparenza, nell’attimo fuggente del primo epifanico contatto con noi, è sempre decettiva, ingannevole…come il fuoco che si addensa al tramonto nell’incavo dei due monti: Monte Spina e La Costa: corro a vedere, e scopro l’illusione celeste (=del cielo)…carnalità polposa palpabile palpitante deliziosamente tattile provocante e provocatoria…rovente! Tutto quello che volete! Ma è un momento dialettico che già è assorbito dall’assenza, dall’utopia del presente concepibile solo in una dimensione atopica ed acronica, librato sul nulla! Abbiamo parlato (perchè?) di combustione epirotica, di purificazione, di conflagrazione…Il sostrato magmatico abissale, se preferite volgarmente, la radice di questo fenomeno linguistico rappresentativo che deve sempre esprimersi per verba è il fuoco! E’ questa la chiave magica che mi permette un approccio più fededegno alla poesia di Sturchio: il fuoco, la combustione…il pùr greco! Seguiamo un po’ l’evoluzione semantica…: da pùr= fuoco, viene purificare…e cos’è il purificare se non la smaterializzazione dell’ingombro realistico dell’immagine nella …spiritualizzazione? La carnalità nel processo dialetttico invisibile inafferrabile irripetibile diventa spiritualità, ma non calma (scrivono pure Mare calmo! Ma dove l’hanno trovato, nell’Iperuranio?) è invece esasperata passionale congestionata insomma che non trova pace! Ma in questo disfarsi nella incandescente e luminosa fusione, si proietta nella sfera dell’etere! Malattia implacabile immedicabile…ma dell’anima che parte però dal corpo caldo tangibile, ma purtroppo inattingibile per il poeta se non nello spasmo illusorio immaginifico dell’iconopea poetica!!! C’è una strofa che disegna col pirografo sottile da incisione-acquaforte, questa matrice magmatica che poi fiorisce nell’esplosione turgida delle vampe eruttive che abbagliano le notti illuni del cosmo com un lampo fermo nell’immenso:

Impetuosi spuntano
turgidi rosei boccioli
e appare l’ascoso umido nido
di rosa profumato!
***
Rosa che … arrossisce!!!

E’ quella inesausta forza magmatica che spunta all’unisono dai fondali travagliati dello spirito annichilito dall’apparizione epifanica stravolgente e dai bocciuoli turgiduli che graffiano l’anima, la  sensibilissima pelle del poeta assorto assorbito aspirato pure da quell’immagine stravolgente, nell’assistere al miracolo dello sboccio…specularmente sboccia l’inno contestuale coestensivo! Ma il tutto è accompagnato dall’alito tragico della … inattingibilità, della preclusione!!! La spina lirica di Sturchio, germinativa del fuoco ispirativo più sincero, penso di averlo incontrato in un motivo apparentemente occulto perchè sapientemente e poeticamente dissimulato dal poeta vigile attento ed occhiuto sul suo segreto annidato nel caldo profondo…più vai giù più trovi il fuoco dissolutore e purificatore del magma ancora non effuso! La sofferenza di Cardarelli (…Pure qualcuno ti disfiorerà/bocca di sorgiva:/Qualcuno che non lo saprà,/un pescatore di spugne/ avrà questa perla rara..)…di Montale (…Esterina i tuoi vent’anni ti minacciano…!), in questo motivo propellente di Stuchio troviamo anche Fedro nel bellissimo epillio: Pullus in sterquilino...è nota la favoletta: ‘No pollastro razzolando nel monnezzale trovò una meravigliosa preziosissima perla, la guardò ‘no poco e le disse: “Figlia mia, sei capitata male, non sei buona manco come becchime per me!…”…Aggiungiamo anche il famoso: “Margarita ante porcos”…Ecco il punctum dolens immedicabile del poeta! Il pollastro che non sa che farsene della magnifica perla, lo “puòrco” che mentre pasce nel brago trova una bellissima sfavillante “margaritha” = (ovviamente il senso metaforico è esplosivamente trasparente con la bellissima donna sturchiana dai bocciuli laceranti la pelle di chi ha …il miracolo di abbracciarla!) Che ne fanno di quella “divina” perla…che se la vita avesse un senso, dovrebbe essere destinata a chi la sappia …esaltare, “valorizzare”: e chi è se non il poeta stesso il defraudato! che assiste a questa somma in giustizia esistenziale di vedersi escluso da quell’attingimento gudurioso-sublimante! Cardarelli soffre come lui, se non più, prospettando a se stesso l’evenienza orrenda che “bocca di sorgiva”, la più avvenente delle donne, potrà capitare tra gli abbracci predatori di un volgare “pescatore di spugne”! Noi diremmo ” ‘no chiònzo” o ” ‘no ‘nzuòrro”. Vedere ad esempio la bellissima Carmelina, o Cardoncella, si chiami come vuoi, con un “pullus” o peggio un “porcus”!

La sofferenza apicale, il male del vivere, trafigurato in lirica, ma non lenito, del poeta Sturchio, è anche qui! La sua spina generativa di dolore e poesia!

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LE POESIE

MI RAPISTI L’ANIMA

Stupefacente quella notte!

Notte infinita, notte di plenilunio!

“La luna è bianca

e tu… brunetta sei!”

***

Al lunare baglior

un sorriso d’amor accenni…

le tue nivee gote

d’improvviso pudor si infiammano!

***

Aria fresca avido di respirar

forte mi assale dei capezzol la sete!

nell’ombroso bosco m’addentrai…

mi rapisti l’anima!

***

Venere infuocata!

fibra e nervo d’acciaio temprati…

Dai nostri lumi cocenti stille cadenti…

Divino amplesso!

PASSEROTTO FERITO

Era d’estate, era d’agosto

sorridendo ed ancora sognando

come tante mattinate,

con la tua bici passeggiavi.

***

Un repentino quanto breve acquazzone

viscido l’asfalto rendeva

una brusca, improvvida frenata

e sei volata … a terra!

***

Pulcino bagnato

Gattino impaurito!

Passerotto ferito!

Rosauguri!

ROSA CHE ARROSSISCE

Su di un balcone

di rose fiorito

una ragazza ricama

un bouquet di rose!

***

Rosa dolce

Rosa elegante

Rosa fragile

***

Rosa simpatica

Rosa romantica

Rosa melanconica

***

Scivola via

la rosa tunica di Rosa!

***

Impetuosi spuntano

turgidi rosei boccioli

e appare l’ascoso umido nido

di rosa profumato!

***

Rosa che … arrossisce!!!

                                                                                                       

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