Cinipide, Adamo Patrone: “Attenti alla lotta chimica”
09.10.2013, Il Corriere
La questione cinipide ed il modo per debellare questo parassita anima, ormai, da anni il dibattito in Irpinia. Ad intervenire sulla questione è Adamo Patrone. “Il discorso cinipide – dice Patrone – non è nuovo nella storia della castanicoltura mondiale. La nostra Irpinia l’ha solo ereditata. L’insetto, originario della Cina, fece la sua prima comparsa nel 1941 in Giappone, e nell’ann o di circa 20 anni colonizzò gran parte delle aree castanicole giapponesi, arrecando gravi danni alla produzione.
In questi 20 anni si provò di tutto per debellare l’insetto, dalla lotta chimica sistemica con insetticidi generici a basso impatto ambientale, all’utilizzo in- torno agli anni ‘60 persino del comunissimo ddt vaporizzato. La svolta decisiva avvenne quando negli anni ’70 in Cina venne riscontrata la presenza dell’imenottero Torymus Sinensis. Nel 1982 vennero effettuate le prime introduzione del Torymus in pieno campo nel Giappone centrale e nel Giappone sud occidentale, successivamente vennero effettuati lanci in altre località. L’insetto rientrò sotto la soglia critica di danno in circa 8 anni.
In questi giorni si è ripreso a parlare di lotta chimica. A prescindere dalla sua semplicità concettuale e della sua razionalità, la lotta a calendario è un metodo di difesa obsoleto che pone seri problemi d’incompatibilità nei confronti sia della salute dei consumatori, sia dell’integrità ambientale. I problemi sono scaturiti dall’evidenza dell’impatto negativo avuto dai fitofarmaci di seconda generazione nel lungo termine e di terza generazione nel breve termine.
Il punto debole della lotta a calendario risiede infatti nel presupposto che la difesa debba essere condotta pre ventivamente e non ad infestazioni in atto, indipendentemente, dalla sua necessità, causando diversi effetti collaterali tra cui il notevole impatto sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti, a scapito della salute dei consumatori, il notevole impatto sulle popolazioni dei Hyperlink, l’insorgenza di fenomeni di resistenza da parte della specie oggetto di trattamento.
Quindi stiamo ben attenti a parlare di lotta chimica, poiché chi pagherebbe le conseguenze siamo noi e i nostri posteri” – conclude Adamo Padrone.
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09.10.2013, La nota di Adamo Patrone
A maggior chiarimento …
Relativamente all’articolo pubblicato in data 09/10/2013, porgo questa mia nota all’attenzione del lettore per chiarire alcuni aspetti del mio intervento.
Innanzitutto porto a sottolineare che la mia risposta è indirizzata ad un articolo precedente pubblicato su un’altra rivista zonale, e vuole solo far capire le differenze concettuali tra metodi di lotta diversi, in primo punto.
In secondo punto la lotta chimica che era intesa nell’articolo, voleva essere quella attuata con i prodotti non registrati sul mercato.
Per quanto mi riguarda la nostra castagna è un prodotto biologico e non rischioso per la salute umana, in quanto i prodotti utilizzati per i suoi possibili trattamenti sono registrati e autorizzati a norma di legge.
Mi scuso per il quipruoco indotto alla riflessione del lettore, ma risottolineo che la castagna dell’Alta Irpinia è una castagna priva di qualsiasi sostanza virulenta e pericolosa per la salute del consumatore.
Insomma la nostra castagna è commestibile a tutti gli effetti, dal produttore , passando dal raccoglitore e dal grossista, per poi arrivare al consumatore finale, il prodotto non è oggetto di trattamenti nocivi per la salute dell’uomo.
Chiedo scusa per l’incompresione indotta ma il mio articolo di certo non stava a dare quell’indicazione sul processo di produzione della nostra castagna, che ripeto è un prodotto commestibile a tutti gli effetti e privo di qualsiasi tossina nociva per la salute umana.
Ciao a tutti,
ho scoperto per caso questo articolo e il sito dell’Associazione culturale.
Conosco bene il problema del Cinipide galligeno poichè possiedo due castagneti nel comune di Volturara Irpina.
Volevo sapere se si sta procedendo alla lotta batteriologica in tutta l’Irpinia tramite provvedimenti regionali o se dipende da ogni singolo comune.
Colgo l’occasione per chiedere un’ulteriore informazione, oltre alla lotta batteriologica mi è stato riferito che per proteggere e rinvigorire i castagni a seguito dell’attacco del Cinipide occorrerebbe una potatura, esistono delle sovvenzioni dalla regione o dalla comunità montana per far potare le piante? O le spese sono tutte a carico del singolo proprietario?
Grazie a tutti coloro che volessero darmi qualche informazione in più!