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Nei libri

di Luciano Arciuolo

(Articolo tratto da “Fuori dalla rete”, agosto 2010 – Pubblicato sul sito di “Palazzo Tenta 39″ di Bagnoli Irpino il 26.08.2010)

Qualche riflessione dopo la presentazione, domenica 1 Agosto, della raccolta di poesie “Nei libri” e dei racconti di “Dieci volte ‘90”.

Perché si scrive?

Si scrive per raccontare, agli altri ma soprattutto a se stessi, emozioni, sensazioni (di gioia ma più spesso di tristezza), situazioni di disagio, di rabbia.

Si scrive perché si ha qualcosa da dire.

E quando questo qualcosa diventa un libro, esso assume la potenza di un messaggio accessibile a tutti, che tutti possono accettare o confutare, ma che comunque aiuta a riflettere e, forse, a crescere.

Quando una società smette di produrre libri, e più in generale cultura sotto ogni forma, essa è prossima alla fine. Perché è la cultura che fa girare il mondo, che può aiutare a cambiarlo e a migliorarlo.

“Nei libri / è la storia del mondo/ e il suo futuro”.

Un libro è uno dei pochi posti dove si può trovare la Storia e, contemporaneamente, il Futuro dell’umanità.

Io sono cresciuto in un periodo storico in cui i giovani credevano che il miglioramento della società umana fosse un fatto ineludibile; che il cammino dell’uomo avesse un solo senso di marcia: quello che lo portava verso un futuro inevitabilmente migliore, senza guerre e senza ingiustizie, senza fame e senza povertà.

Ci sbagliavamo, come abbiamo dovuto ammettere negli ultimi decenni, in cui la società è diventata infinitamente più ingiusta; in cui la fame e le guerre sono aumentate invece di diminuire; in cui l’estendersi della alfabetizzazione degli italiani non ha affatto significato un miglioramento delle loro condizioni socio-culturali medie.

Per molti della mia generazione prendere atto di questa verità è stato uno choc terribile, al quale ognuno ha reagito in modo diverso, spesso disinteressandosi del destino sociale e culturale del loro paese e della loro realtà.

Da questo punto di vista i giovani del terzo millennio sono più “fortunati”, perché oggi, in una situazione in cui, ad esempio, molte ragazze assumono a proprio mito Noemi Letizia, dovrebbe paradossalmente essere più facile risollevare le sorti del mondo che li circonda.

Dovrebbe essere più facile, ma non è affatto detto che la Storia vada in questa direzione.

Dipenderà dalla volontà e dalla forza che soprattutto i giovani metteranno in questo tentativo di cambiamento. Dipenderà anche dalla cultura; dipenderà, quindi, anche dai libri che ognuno di noi leggerà o, preferibilmente, scriverà.

                                                                                                       

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