A proposito del “Master di Formazione per maestri di sci”
19.06.2013, Note critiche (di Pietro Pagnini)
In riferimento all’articolo “A maggio sul Laceno 170 maestri di sci” (da Ottopagine del 03/2012)
Descrivere argomenti quali il Master di Formazione “per maestri di sci” e parlarne come valore apportato al territorio circostante, in relazione anche alla formazione professionale … ci fa pensare a qualcosa di strumentale. Ancora, considerare un valore aggiunto, la legge regionale recentemente approvata, in materia di “ordinamento della professione del maestro di sci in Regione Campania”, capace di produrre formazione professionale ed occupazione, anche per la stazione sciistica del Laceno, ci fa quasi tenerezza.
Le competenze in materia non riguardano il territorio, sono state demandate ad organismi più in alto della Regione Campania e gli interessi scaturiti non riguardano questo territorio.
Le spiegazioni sono le seguenti.
Al master di che trattasi, indetto dalla F.I.S.I. – Co.Scu.Ma., hanno partecipato una minoranza di maestri di sci presenti nel territorio nazionale, 140 su circa 8.000, trattasi di una vacanza aggiornamento per gli addetti al settore sci alpino etc. etc..
Per la precisione, il master è stato svolto ad Avellino in quanto la Provincia si è accollata le spese di ospitalità, per questo è stato convinto il Presidente dell’A.M.S.I. a portare il gruppo sul territorio.
Le utilità prodotte da questo evento sono state ben poche e tutte in direzione della struttura ricettiva, scarsa anche la visibilità di tale evento per gli ovvi e menzionati motivi e contenuti.
La legge regionale, dopo circa 20 anni di tentativi, finalmente arriva in porto, tra le righe, con la stessa sarà possibile organizzare in Regione Campania, selezioni, corsi di formazione e corsi di aggiornamento per maestri di sci, nelle discipline alpine e nordiche, oltre la formazione di maestri di snow board.
In prima battuta appare un miraggio, BELLISSIMO, UTILISSIMO, FINALMENTE….
PERO’, c’é un però, alcuni dicono c’è sempre un però, purtroppo per questo argomento il però è maiuscolo ed in grassetto…
Dicevamo appunto che la legge regionale approvata consente, di organizzare attraverso bandi regionali, le selezioni per l’accesso ai corsi di formazione per maestri di sci, quindi, indire esami e nominare commissioni di esame. Tali commissioni, purtroppo, saranno composte in netta maggioranza da ISTRUTTORI NAZIONALI e da una minoranza di Maestri di sci e/o allenatori regionali.
Questa legge regionale, così approvata, A CHI DEMANDA IL COMPITO DI SALVAGUARDARE E GARANTIRE L’OCCUPAZIONE E LA FORMAZIONE NEL TERRITORIO.
Fino ad oggi, sembra favorire solamente il protrarsi di speculazioni da parte di alcuni privati addetti a questo settore formativo.
Per informazione, gli Istruttori nazionali, fanno parte del corpo docente addetto alla formazione dei maestri e/o allenatori di sci che per ovvie opportunità sono residenti in altre regioni del territorio nazionale, con tutto quanto ne consegue per quanto sopra esposto.
Detto ciò appare evidente, nell’ambito di una selezione, il peso assunto dagli Istruttori nelle varie commissioni e l’incidenza prodotta sugli esiti formativi.
Risultato, senza entrare in particolari, nelle selezioni sono promossi in grande o assoluta maggioranza, coloro che provengono da altre regioni, anche perché preparati ed allenati dagli Istruttori stessi ….
Attenzione però, questi partecipanti, provenienti da altre regioni, sono sicuramente gli allievi più bravi e veloci nelle prove cronometrate, perché come poc’anzi detto, sono ben preparati ed allenati per le attività agonistiche.
La domanda sorge spontanea anche a noi neofiti, nell’abilitare un maestro di sci, cosa ci auguriamo che sappia esercitare nella propria professione?
Dovrà sicuramente saper sciare ed aver acquisito, con buona padronanza, le tecniche sciistiche, ma è altrettanto importante, direi prevalente, che sia predisposto all’insegnamento, con capacità di trasmettere contenuti tecnici e non solo quelli.
Penserei prioritario in un maestro la tempestività nel prevedere le difficoltà che un allievo necessariamente incontra, oltre la capacità di proporre, anche in modo individuale, le soluzioni necessarie a facilitare l’allievo nell’apprendimento.
Per il maestro di si è importante essere propositivo ed armonico soprattutto con i bambini e con le persone mature, capace di aiutare gli allievi a superare i numerosi conflitti che in montagna vengono a verificarsi anche per le spesso avverse condizioni ambientali.
Se siamo d’accordo sulle priorità, possiamo affermare che per abilitare un buon maestro di sci non è necessario che questo sappia sciare tra le porte di uno slalom a grande velocità, queste qualità devono appartenere agli atleti, a coloro che fanno agonismo, che fanno GARE, l’insegnamento e l’avviamento allo sci è un altro MONDO, collegato ma…
Dovremmo augurarci dal maestro di sci che possegga molte qualità, magari meno tecniche, ma con queste leggi regionali e con le opzioni presentate dal COLNAZ in sede europea, ed allegate alle normative, dai nuovi soggetti abilitati, non possiamo aspettarci molto altro che aspetti prevalentemente e puramente tecnico-agonistici.
Il risultato nella situazione attuale, come nella situazione precedente in assenza di legge regionale, in Campania e per il Laceno, non siamo in grado di formare nuovi maestri di sci…..
L’alternativa futura, potrebbe essere quella di utilizzare meglio altre risorse del territorio e pensare di formare assistenti bagnanti, sarà più facile ed utile considerando la presenza del “Lago..a Laceno”.
Per i nostri addetti ai lavori… legislativi potrebbe essere la soluzione.