Digressioni
di Flavio Di Mauro
(Articolo tratto da “Fuori dalla rete”, agosto 2010 – Pubblicato sul sito di “Palazzo Tenta 39″ di Bagnoli Irpino il 19.08.2010)
Non intendo parlare in questa mia digressione né di politica né di fatti accaduti, ma di come le persone intrattengono rapporti con altre, e di come spesso sono circondate da ipocriti e non se ne accorgono.
Certo, tutto il mondo è paese, e non vedo perché noi dovremmo fare eccezione, fatto è però che le cose, per mia opinione, stanno peggiorando e tutto si ripercuote sul senso e sugli obiettivi che ognuno spera di poter raggiungere in futuro, sempre più incerto e imprevedibile.
Devo dire che non molto tempo fa, alcuni principi ,alla base dei rapporti tra le persone erano rispettati, come lo erano i rispettivi ruoli, abbastanza marcati, che ognuno svolgeva e adempiva in modo corretto e secondo coscienza sapendo che sbagliando ne avrebbe subito le conseguenze; “chi sbaglia deve pagare”, è il detto di uso comune e a mia memoria così accadeva nella maggior parte dei casi, gli errori si pagavano a volte anche molto caro. Oggi, invece, si ha l’impressione, confortata da alcuni fatti, che paga solo chi ha commesso reati come il furto o l’omicidio, ma spesso capita che la fa pure franca. Con questa semplice osservazione voglio far notare come oggi è difficile individuare le responsabilità perché gli individui sono diventati presuntuosi ed egocentrici, e si reputano i detentori della verità assoluta; se aggiungiamo che le norme che dovrebbero regolare e salvaguardare i più deboli nei rapporti di una società sono diventate talmente tante che per un comune cittadino ,anche involontariamente è facile infrangerle ,come per il furbo di turno evitarle o aggirarle (vale il detto fatta la legge trovato l’inganno) e ovvio che solo il più debole o onesto è destinato a soccombere.
Mi potrete additare come “il moralista di turno” che fa la predica; in effetti è proprio questo che mi propongo di fare anche se di morale ne è stata fatta e si fa tutt’ora , ciononostante si sono dette solo parole al vento : anche chi si ergeva a padrino della morale ha dovuto poi fare i conti con essa e l’ha scampata per il rotto della cuffia (prescrizione del reato o perchè non costituiva reato).
Nel comune discorrere sento sempre più spesso la frase” quello l’ha fatto, allora perchè non lo posso fare pure io ? ”Questo dimostra come si basa tutto sul proprio tornaconto personale, non esistono sani principi, altruismo, tutto viene fatto solo se si ha un ritorno economico o una parte da condividere.
Come rispondere al dilemma :” mi posso fidare di quella persona? Sia essa professionista o politico?”. Oggi nella maggior parte dei casi la risposta è scontata: non mi fido! a prescindere, come diceva Totò, perché siamo talmente diffidenti ,e a buon ragione, che non siamo portati più a considerare la fiducia come base di un rapporto sociale, ma, a volte il tornaconto, a volte la simpatia a volte altre aspetti comunque irrazionali.
La ragione di questi comportamenti sono diversi , io spesso la individuo nella mancanza di indirizzo all’interno del nucleo familiare che si pone come scopo principale la “sopravvivenza” mettendo in second’ordine quello dell’educazione dei propri figli.
La cultura poi ,aumentata sicuramente nelle persone, non ha aumentato di converso, o non sempre ,la professionalità e il corretto e onesto uso di essa nei rapporti con le persone. Spesso si ha a che fare con individui incompetenti nonostante i suoi studi dovrebbero dimostrare il contrario , e persone competenti nonostante non abbiano nessun titolo.
La cultura spesso non viene usata a servizio della società ma contro di essa e quindi contro altri individui.
Per esperienza personale e professionale, ho constatato che chi dirige o programma indirizzi e obiettivi, lo fa solo per adempiere al suo ruolo, ma senza usare logica o criterio di sorta, tanto che quando si chiedono spiegazioni spesso si evitano o si evadono le risposte perché imbarazzanti.
Troppo spesso si sente dire che siamo circondati da incompetenti , a volte è un modo di dire a giustificazione delle frustrazioni della vita odierna ma più spesso è lo specchio della realtà.
Un mio insegnante discorreva sul fatto che andava di moda la persona con la cultura enciclopedica (aggiungo che sa tutto e non sa niente); in effetti può essere apprezzabile un individuo di tal fatto, poiché oggi, per non essere gabbato, la persona deve poter essere in grado di valutare ogni aspetto dei rapporti complessi con le altre persone; purtroppo però la professionalità specifica viene compromessa e trascurata.
Chi ha predicato che il “dubbio è l’ancora di salvezza dell’intelligenza “ ha contribuito a questo stato di cose. Non si può prescindere da delle certezze , altrimenti faremmo discussioni all’infinito e nessuna decisione potrà mai essere presa o condivisa; saremmo sempre in uno stato di inconcludenza .”Il dubbio (o se si vuole anche la diffidenza ) è alla base della conoscenza perché è la condizione essenziale per la ricerca della verità” … aggiungo che non si raggiunge mai.
Con questo cosa voglio dire ..! semplice, che oggi siamo legittimati dal fare polemica su tutto perché i dubbi e la diffidenza ce lo impongono come pure la “giungla” in cui viviamo. Nonostante questo sia giustificato, le conseguenze sono più gravi: l’inattività , il provvisorio, l’indifferenza a certi problemi dati per irrisolvibili, rifiuto di compromessi pur di non darla vinta agli altri.
Siate liberi di condividere o meno le mie considerazioni che servono per riflettere nient’altro,mi permetto un consiglio: durante le ferie rilassatevi non fate polemica.