Elezioni a 5 Stelle
04.04.2013, Articolo di Domenico Nigro ’82 (da “Fuori dalla Rete” – Marzo/Aprile 2013, Anno VII, n.2)
Le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio mostrano un’Italia sostanzialmente divisa in tre blocchi minoritari, di dimensioni simili, e verranno ricordate per la vittoria di un movimento avulso dalla politica, in grado di far convergere attorno a sé il voto di oltre un quarto degli aventi diritti al voto. Un’elezione che è stata soprattutto un referendum sulla vecchia politica, quelle delle chiacchiere inutili e sconclusionate, delle promesse non mantenute, che è stata sonoramente bocciata. L’Italia, e i giovani in particolare, hanno voglia di cambiare. Sono state bocciate le rilevazioni dei sondaggi e i pronostici della vigilia, compresi quelli fatti dai politologi (o presunti tali) bagnolesi.
A Bagnoli il dato è essenzialmente in linea con la media nazionale, con la differenza rispetto al dato nazionale che qui i grillini si attestano come terzo partito. La media di votanti è stata del 70.24% per un totale di 1938 votanti su 2759 aventi diritto (fonte Ministero degli Interni).
Ha vinto, come da pronostici il PD, confermatosi primo partito con il 26,71% dei voti. Un risultato nelle attese, anche se i voti presi sono stati in calo rispetto al 2008. Il PD resta il primo partito, tallonato a breve distanza dal Movimento a 5 stelle che, nel silenzio più assoluto, e senza essere considerato dai politici locali, ha raggiunto il dato del 24,71%. Un risultato straordinario che consegna al nostro paese una forza che non ha riferimenti, non ha leader, ma ha un bacino elettorale enorme, dove rientra il voto dei giovani e dei delusi dalla vecchia politica.
Il dato che emerge con forza è il voto di protesta verso una politica diventata lobbista, una casta autoreferenziale che esprime sempre i soliti volti, le solite idee, quasi le stesse parole. Un voto che segna la stanchezza delle persone, nessuno crede più nei partiti incapaci di conformarsi alla società e alla sua evoluzione. Nessuno, di fatto, è riuscito a intercettare questa crescente necessità di stravolgimento del sistema, fatta eccezione per il Movimento a 5 Stelle a cui ora si chiede di passare dalla protesta alla proposta, cosa che rappresenterà per Grillo e i suoi adepti il vero banco di prova.
In calo rispetto al 2008, il Pdl, che si attesta al 15,9%, perdendo oltre 300 voti in cnque anni. Un risultato per certi aspetti addirittura sorprendente, visto che l’attuale dirigenza del partito latita, evitando accuratamente di svolgere qualsiasi attività politica, evitando addirittura di nominare i rappresentanti di lista nel corso delle votazioni.
Per quel che riguarda il centro, se il risultato di coalizione non appare deludente (il Terzo Polo raggiunge il 20,18%) quello dei singoli partiti vede la continua discesa dell’UDC fermatosi all’11,9% a cui, al contrario, si affianca il risultato della lista Monti che arriva, sorprendentemente, al 7,73%. Nonostante la candidatura forte, dell’assessore regionale (e nipote di..) De Mita, nonostante sia stato l’unico partito a fare campagna elettorale, l’Udc continua a perdere voti, dato che testimonia, meglio di tutti, come la vecchia politica sia stata bocciata definitivamente dagli italiani, venendo tallonata dalla lista di Monti. Un dato che fa riflettere non poco, soprattutto perché testimonia come all’interno dell’Udc bagnolese vi sia una spaccatura profonda, che potrebbe manifestarsi al momento della formazione delle liste elettorali per le amministrative. Per quanto riguarda le altre formazioni, le uniche ad aver avuto un numero di voti rilevanti sono Sel e Rivoluzione Civile. Il dato di quest’ultima, che ha perso la sfida elettorale con i vendoliani per 4 voti, è sicuramente deludente in considerazione del fatto che attorno ad Ingroia convergevano i voti di Rifondazione Comunista e Idv, due partiti nel passato sempre forti a Bagnoli.
La fotografia che esce dalle urne è di un centro sinistra ampiamente maggioritario a Bagnoli, un centro destra in continua discesa. Da valutare il peso del Movimento a 5 stelle, e la sua capacità di radicarsi nel territorio. La vecchia politica del promettere posti non paga, l’affidabilità dei vecchi partiti è ai minimi termini, c’è voglia di un vero e deciso cambiamento.
Proiettare questi dati al voto amministrativo è naturalmente difficile se non impossibile. Sul prossimo voto per il Comune incideranno fattori che esulano dal voto politico e che rendono le amministrative un’elezione a se stante. Resta da capire quale lista riuscirà ad intercettare il voto di protesta uscito con forza; vedremo una lista bagnolese a 5 stelle o se invece il risultato grillino rimarrà circoscritto alle elezioni politiche? Un unico dato pare certo, le liste che si cominciano a preparare non potranno non tenere conto della voglia di novità che emerge dai dati elettorali, vincerà le amministrative chi saprà intercettare la voglia di cambiamento che, soprattutto la fascia giovanile, attende con impazienza da ormai troppo tempo.