Cambiare opinione
16.03.2013, di Massimo Gramellini (La Stampa)
Il senatore Rob Portman era un leone della destra americana e non perdeva occasione per ruggire contro i matrimoni omosessuali. Una sera il figlio Will gli ha detto: “Papà, io amo un uomo e non posso fare altrimenti. Sono così da sempre, da quando riesco a ricordarmi di essere qualcosa.” Rob Portman ha dormito male quella notte. Anche quelle dopo. Ma arriva sempre la notte in cui ricominci a sognare.
Una mattina il senatore che detestava tutto ciò che risuonava diverso dalla sua idea di normale si è ritrovato al tavolo della colazione con la moglie, ad ascoltare una voce che diceva “perché vedi, cara, è giusto che Will e il suo ragazzo abbiano una relazione come la nostra, con gli stessi diritti e doveri” e quella voce, incredibile a dirsi, era la sua. Ieri Rob Portman ha firmato l’appello di Obama per i diritti delle coppie gay.
Si dice che soltanto i cretini non cambino mai opinione. E la vita deve avere un debole per noi cretini potenziali, perché ci manda di continuo dei segnali con la posta più celere che conosca: il cuore. La confessione di un figlio, le parole di una canzone, ma anche un gesto raccolto per strada che agli altri non dice nulla mentre a noi ribalta una certezza. Il problema non è cambiare opinione, ma cambiarla in malafede.
Il problema non è cambiare opinione, ma non cambiarla in ossequio a un pregiudizio pigro. Sono completamente d’accordo a metà con il mister, disse una volta un calciatore. Allora mi parve una sciocchezza, adesso una perla di saggezza inconsapevole. Ho cambiato opinione.