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Lo scontro fra PD e UDC e la triste ed inesorabile decadenza del PDL bagnolese

10.11.2012, Articolo di Domenico Nigro ’82 (da “Fuori dalla Rete” – Ottobre 2012, Anno VI, n.4)

Il cammino verso le prossime amministrative.

L’appuntamento con le elezioni amministrative è sempre più vicino, sta per cominciare l’ultimo semestre che concluderà il percorso di questa amministrazione ed ormai la campagna elettorale entra sempre più nel vivo. Nelle precedenti uscite del giornalino si era posto l’accento su una possibile alleanza Pd – Udc, ipotesi non fantasiosa ma che ora appare più remota, anche alla luce dei manifesti proposti, alla fine dell’estate, alla cittadinanza dai gruppi di minoranza e maggioranza, manifesti incentrati nello scambio di accuse di inoperatività per Bagnoli tra i gruppi.

Lo spaccato che esce fuori dai manifesti è di una profonda rottura tra i partiti del centro sinistra, un tempo alleati a Bagnoli, oggi avversari. Pesa la campagna del 2008, i toni usati e soprattutto l’esito finale, che qualcuno non ha ancora digerito, e che altri hanno continuato a “festeggiare” in una maniera troppo esaltata e poco elegante. Una legislatura amministrativa evidentemente non è stata sufficiente a smorzare i toni, e pertanto oggi appare abbastanza scontato immaginare come la prossima campagna elettorale sarà una nuova sfida, dai toni durissimi, tra una lista civica, a trazione PD, ed altra lista marcatamente UDC, una sorta di rivincita a cinque anni di distanza. Una contesa dove sarà difficile sentir parlare di programmi futuri, di turismo e occupazione, ma dove si cercherà unicamente di svilire l’avversario, rimpallandosi accuse di sottomissioni, spartizioni di incarichi, raccomandazioni ecc.

Certamente non mancano elementi che possano scombussolare il quadro immaginato. Pesa, più  della politica nazionale, la prossima campagna elettorale per la scelta del sindaco di Avellino. Nel capoluogo, stando a quando trapela da più parti, si lavora per un’alleanza PD-UDC: due i nodi da sciogliere perchè questa si concretizzi: la scelta del candidato alla carica di sindaco e l’estensione di tale alleanza a tutti i comuni interessati al voto. Facile immaginare che se accordo dovesse esserci ad  Avellino, anche le sezioni locali dei due partiti dovranno accodarsi a tale decisione.

In attesa di conoscere futuri sviluppi, ricordando che le liste da presentare saranno di 7 elementi, i partiti locali sottotraccia lavorano già sulle candidature. Nel PD tutto ruota attorno la figura dell’attuale sindaco; se l’avv. Chieffo dovesse confermare la ricandidatura, cosa peraltro assai probabile, è facile immaginare che la lista per il 2013 non si discosterà molto dall’attuale compagine amministrativa, con qualche conferma e un paio di new entry da inserire a mo di rottamazione in stile Renzi.

Nell’UDC invece la situazione appare più fluida: molti sono i potenziali candidati alla poltrona di sindaco. Tra vecchi nomi, giovani ambiziosi, e adulti in rampa di lancio già da qualche anno, indicare un nome favorito è oggi complicato. Per ora tutti partono alla pari, la scelta da fare dovrà tenere conto della salvaguardia di equilibri interni delicati, dosando con il bilancino le ambizioni di tanti e attendendo che dall’alto giunga il placet definitivo.

Resta da capire come si schiererà  il Nuovo PSI, corteggiato dall’UDC ma che ancora non ha fatto intuire le sue intenzioni, se cioè si alleerà con altre liste o ne formerà una nuova.

Per quel che riguarda il centro destra, da dire c’è poco. Sulla situazione bagnolese del PDL occorrerebbe un interno giornalino per spiegarne lo stato, ma farlo sarebbe come sparare sulla croce rossa. Il PDL è stato distrutto, nella fase embrionale, da lotte personalistiche condotte da persone che stanno in politica per mettersi in mostra, e non perchè spinti da ideali, valori o spirito di sacrificio verso la collettività. Il risultato di una divisione che dura da anni, e che non può essere risolta fino a quando ci sarà ancora chi rivendica potere e ruolo decisionale in virtù di ruoli ricoperti in un passato, ormai quasi remoto, è che ancora una volta il centro destra si dividerà nell’appoggiare le liste in campo, cercando di elemosinare un posto in qualche lista. Una sconfitta netta, senza neanche partecipare alla contesa elettorale,  lasciando che gli elettori si orientino a scegliere “il male minore” sono i contorni di una triste ed inesorabile decadenza.

                                                                                                       

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