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C’è chi dice …

07.11.2012, Articolo di Giovanni Nigro (da “Fuori dalla Rete” – Ottobre 2012, Anno VI, n.4)

… che la vita bagnolese è rigorosamente sedentaria e poco laboriosa. Infatti, i dati rilevano lo scarso numero di giovani impiegati nel mondo del lavoro. Si fa capo così alle varie statistiche e alle varie percentuali italiane e soprattutto la Campania. che ha un tasso di disoccupazione del 7% nella distribuzione della “Forza Lavoro” su una popolazione tra i 15 e i 64 anni, tutto però giustificato dal numero di inattivi nella regione che è pari al 54%.

In tutto il paese tra la piazza e le proprie case il disoccupato bagnolese prova e riprova a crearsi uno spazio nella società civile italiana. La vita del paese basa i suoi diretti “introiti” nel turismo e nella cosiddetta “vita rurale”, come le castagne, i tartufi, i funghi, ecc. Ma con il turismo non si può fare tanto affidamento anche perché per cercare un posto di lavoro bisogna rigorosamente accontentarsi. Il bagnolese si accontenta, ma non sempre viene poi ricambiato. E così si chiama il forestiero che il Laceno forse non sa nemmeno dov’è, ma sa che andando riceverà un redditizio gruzzolo. Magari sarà poi anche fortunato a riuscire ad ammaliare il proprietario dell’azienda per lasciare da parte un ragazzo del posto. la vita rurale invece preoccupa di meno perché sono attività ed espressioni private con i propri interessi.

L’unico interesse comune è la “Sagra delle castagne”, ormai giunta alla 35esima edizione e ancora oggi richiesta e ampiamente sponsorizzata. Sponsorizzata perché l’uso perlopiù pubblicitario ha dato vita in tutti questi anni ad un evento e ad una vera e propria “migrazione” popolare per il centro storico bagnolese. Il cittadino guarda osserva e fa caso a tutto anche alla sistematica corsa per l’accaparramento di un lavoro in questi 3 o 4 giorni di festa per il paese. Oppure di trovare qualcosa da vendere facendo uno “stand” oppure improvvisandosi esperti di un’arte sconosciuta al resto del mondo. Si riporta in vita così il gusto e la ricercata semplicità della sempre più gettonata “vita d’altri tempi”.

La scarsa produttività di lavoro potrebbe quindi essere ricompensata dalla miriade di novità lavorative che potrebbero far riflettere il giovane bagnolese e potrebbe far suscitare in lui il desiderio di fare. Fare che vuol dire, in un contesto particolare, creare. Si potrebbe dunque pensare di crearselo il lavoro e non di aspettarlo a braccia aperte che arrivi da qualche palazzone alto. Semmai riducendosi ed inchinandosi a chi busserà la tua porta nel 2013.

“La speranza è l’ultima a morire” si dice e quindi si aspetta l’evento della Sagra che giustamente facilita il corso della vita quotidiana dei bagnolesi per occupare 3 o 4 giorni della propria vita di giovane che tutto sommato non è male nel paese perché si sa che nella verde Irpinia lo svago si trova e anche se non lo si trova si potrebbe sempre ricorrere al parlare e a farsi domande sulle entrate e le uscite in questo mondo di crisi generale.

E si potrebbe anche parlare della Sagra che infatti e probabilmente suscita qualche bella somma di denaro che chissà com’è il bagnolese si domanda e vuole sapere dov’è?

                                                                                                       

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