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God save the queen

di Alejandro Di Giovanni

(Articolo tratto da “Fuori della Rete” 06/2010 – Pubblicato sul sito di “Palazzo Tenta 39 di Bagnoli Irpino il 19.06.2010)

A conti fatti sembra che il nostro pianeta, che ospita tutta quella sontuosità chiamata natura, rappresenti uno dei pochi piaceri stimolanti in grado di rigenerare i nostri sensi. La primavera emoziona la vista, irradia l’ olfatto, conforta l’ udito,  risveglia i piaceri … arriva come onda spumeggiante di bellezza in un mare piatto di bruttura. L’ uomo lega i suoi ritmi vitali a quelli scanditi dalla natura, rinasce al profumo dei fiori, al tatto del morbido letto di un prato, al suono della natura che canta attraverso i suoi tenori, alla vista superba di colori dipinti dalla terra, e tutto ciò si può gustare chiudendo gli occhi, o assaporando i doni elargiti da un ciliegio. Sua maestà natura non domina più la terra, essa oggi è rilegata in angoli sparsi, ghettizzata, segregata. Ha governato fin dall’ alba dei tempi, ora ha fatto il suo tempo e l’ uomo ha deciso così che sul pianeta a regnare fosse lui, e tutto ciò che gli consegue. Non c’ è spazio né tempo per la salvaguardia dei boschi, serve legna, carta … il verde si faccia fottere, e anche il blu dei mari, le petroliere che affondano e compromettono l’ ecosistema sono un prezzo da pagare (per le acque ed i suoi abitatori) affinché noi possiamo scorazzare con i nostri mezzi super cilindrati: così il pianeta verde sta tramutando nel pianeta grigio, ricoperto di cemento e smog, acciaio e immondizia … al diavolo pure tutte le creature del pianeta, gingilli da mostra in celle di zoo o marionette divertenti in numeri da circo, tutto deve essere asservito al piacere ed alla curiosità (dis-) umana. Questa cultura ha generato mostri di consumismo, consumiamo un’ esorbitante numero di beni non di bisogno a servizio esclusivo della nostra immagine sociale, masse di cianfrusaglie inculcate dalle pubblicità ipnotiche stanno riducendo il mondo in una discarica, poiché inoltre non siamo nemmeno in grado di gestire i rifiuti ( a proposito, chissà cosa combineremo con il nucleare! ).

Ogni bene comprato è un rifiuto, ma a noi interessa solo il nostro appagamento. Cosa dire poi del proliferare di case, ogni uomo benestante deve avere la possibilità di poter alloggiare in ville ed appartamenti sparsi per le varie zone, da quelle sulle spiagge a quelle in montagna che sono ahimè un orrore per la vista … ah, avrete sicuramente notato le decine e decine di villette a Laceno, uno scempio per la natura e per l’ intelligenza umana, case disabitate, vuote, al servizio di facoltosi signori che trascorrono dieci giorni l’ anno sull’ altopiano: se proprio dovevano essere erette case per queste povere annoiate persone, non potevano essere queste di legno, baite che rispettassero la natura ed il paesaggio? Ma stiamo parlando di orrori commessi più di 50 anni fa, oggi trovo importante e necessaria la posizione dura adoperata contro i tagliatori sconsiderati di piante nei nostri boschi, poiché la ragione di alcuni compaesani è palesemente limitata, ed in questi casi un sostegno legislativo e repressivo è d’ obbligo.

Tanto oramai è compromesso, ma qualcosa si può ancora fare, partendo dai comportamenti di noi singoli individui ( senza pensare che non possano servire a nulla! ), comprare solo ciò che in effetti ci serve, differenziare, non sprecare materie prime, acquistare mezzi a basso tasso di inquinamento … beh il decalogo è noto. Una cultura diversa dal basso urge immediatamente, dall’ alto a me sembra che ci si fermi solo ai buoni propositi: in materia di energie rinnovabili è stato fatto poco, il petrolio è ancora vitale non per la produzione di energia ma per gli interessi di stati e lobby, l’ energia prodotta in maniera alternativa, ossia da fonti che si rigenerano e che quindi non si esauriscono (il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future) rappresenta un’ obsoleta scoperta: sole, vento, acqua … sono fonti pulite dietro le quali però è difficile speculare.  Così si svela facilmente il segreto: l’ economia prima dell’ ecologia.

I boschi lamentano alberi, i mari sputano nero, i cieli grigi rimpiangono l’ azzurro … la natura si dispera!

Vittime inconsapevoli sono gli animali, disorientati, straniti, morenti … al di là dell’ avvelenamento i soprusi sono all’ ordine del giorno, alla nostra maggiore sensibilità credo che alcune cose debbano aggiungersi:

abolire la caccia come sport ( tirate al piattello, alle pietre, agli alberi … non mancano le cose alle quali sparare! ), salvaguardare le specie a rischio e non permettere mai l’ uccisione di un’ animale per impellicciare puttane viziate,  impassibili e facoltose.

Chiudere gli zoo, tutti, e i circhi con animali da spettacolo:  possiamo divertirci senza dover umiliare assiduamente altre vite?

L’ uomo sembra avere per il momento altre priorità, la natura, i paesaggi, la fauna, i colori, i profumi … fanno parte di qualcosa per la quale oggi si può prescindere. Non so come la faccenda finirà, nessuno di noi può saperlo, spero solo che la regina possa un giorno riprendersi il suo regno. Nella speranza inutile riposta nei comportamenti umani, divengo per un secondo credente:

GOD SAVE THE QUEEN.

                                                                                                       

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