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Chieffo: «Dal Laceno la rinascita dell’Irpinia. Ecco il sistema per fare turismo»

15.05.2012, Ottopagine (di Mario Pennella)

«Con l’aiuto dei privati possiamo cambiare le sorti della nostra provincia».

Spenti i riflettori sul Giro d’Italia, ora c’è da guardare avanti. Agli annunci che hanno preceduto la carovana rosa si attendono risposte concrete. Per quanto possa sembrare semplice, però, il difficile viene proprio ora. Smaltito il mese di duro lavoro che c’è dietro l’organizzazione di una tappa del Giro d’Italia, bisognerà ripartire e seguire le direttrici che la buona politica ha indicato quale strada maestra sulla quale incamminarsi per consentire alla provincia di rialzarsi.

Nel frattempo Chieffo candida l’Irpinia per la 96esima edizione del Giro «prevedendo un progetto complessivo, che coinvolga tutti i comuni interessati e le loro risorse?Questo consentirebbe visibilità a tutta l’Irpinia».

Il Giro d’Italia è stata un’ottima vetrina, ma ora?
«Adesso è necessaria l’opera di rilancio e promozione del territorio».
Si spieghi…
«C’è la necessità di far conoscere le risorse del territorio e le sue potenzialità. Per fare questo bisogna proporre un progetto complessivo che pone il Laceno come fulcro del polo turistico. Insomma l’altopiano dovrà essere il punto d’arrivo delle direttrici collegate al turismo e ai prodotti enogastronomici dell’Alta Irpinia».
Anche l’assessore regionale De Mita ha indicato il Laceno come perno per il rilancio del turismo in Irpinia.
«La Regione Campania, attraverso il vicepresidente e assessore al Turismo, l’onorevole Giuseppe De Mita, ha indicato la strada da seguire, dettando regole alle quali non si può derogare».
Cioé?
«Il discorso fatto da Giuseppe De Mita è da me condiviso, quando dice che bisogna mettere un punto agli interventi a pioggia ovvero concentrarsi nella realizzazione di progetti ad ampio respiro; l’altro assunto fondamentale che De Mita pone come conditio sine qua non per il rilancio dell’Irpinia è la individuazione delle direttrici da cui far partire questi progetti».
Una di queste direttrici è il Laceno.
«L’Altopiano del Laceno è una di queste direttrici. È il fulcro per creare attrazione turistica anche nelle zone adiacenti. Ma bisognerà individuare una serie di direttrici, una per ogni area della nostra provincia. Immagino a Montevergine come direttrice per il turismo religioso o ad altre aree per il turismo enogastromico piuttosto che quello legato alle bellezze archeologiche. Una volta individuate queste direttrici bisognerà metterla a sistema, collegarle e creare una rete».
Sul piano concreto cosa serve?
«Bisogna immaginare degli interventi strutturali. Nel caso del Laceno sono quelli già previsti dal nostro studio di fattibilità».
Cioè?
«I lavori di adeguamento delle seggiovie, le grotte, il recupero della piana, il restyling dell’Albergo al lago, la realizzazione centro polifunzionale. In poche parole rivalutazione e rilancio del territorio».
Rivalutazione, rilancio, sviluppo…
«So dove vuole arrivare. Ce lo ripetiamo da tempo, ma ora è giunto il momento di dare una sterzata».
Come?
«Attraverso la programmazione, bisogna disegnare una serie di progetti, programmarli e mettere in moto quel meccanismo che fino a questo momento è mancato. Bisogna fissare i punti attrattori, riconoscere la vocazione dei territori e assegnare a ciascuna area una direttrice».
Ci faccia un esempio.
«Bene. Quando parliamo di Laceno noi parliamo di montagna, quindi: neve, acqua, grotte. Ma anche tartufo. Se parliamo di Taurasi o di Tufo identifichiamo i territori con il vino. Ognuno deve avere una sua specificità. A questo dobbiamo aggiungere tutte le altre peculiarità. Quindi se facciamo riferimento alla Scuola Enogastronomia di Nusco, lì dovrà nascere il laboratorio del gusto, dove si abbinano i cibi al vino. È così che il territorio viene coinvolto nella sua interezza, è così che si può e si deve creare una rete per offrire diverse aspettative».
Il Giro è stata una vetrina importante. C’è il rischio che partita la carovana si spengano i riflettori e tutto torni come prima?
«Intercettare questa manifestazione, portarla in Irpinia a distanza di un anno e dopo 14 anni fare rivivere questa esperienza al Laceno, è stato importante. Ora, però, bisogna immaginare una vetrina permanente».
E il suo Comue lo sta facendo?
«Certo, la stiamo immaginando per il tartufo.?Siamo pronti ad ospitare un convegno europeo e poi a realizzare un mercato stabile dell’Italia meridionale».
E sul piano dell’accoglienza, c’è ancora da lavorare?
«Con il Giro d’Italia ha funzionato tutto bene e l’asticella è stata alzata di molto».
Non è mancato qualcosa?
«Cosa intende?»
Il Laceno si candida ad essere polo turistico. La mostra del tartufo fa registrare migliaia di presenze. Ora il Giro. Eppure non siete presenti nei circuiti di promozione turistica on-line? Non ritiene che anche questo rientri nella qualità dell’offerta?
«Ha perfettamente ragione, però noi amministratori possiamo allestire la vetrina, poi servono i bravi venditori. Serve una cultura dell’offerta e dell’accoglienza. E coltivare la domanda».
In soldoni?
«I privati devono cogliere l’occasione, non può essere solo il pubblico che tira la volata, per restare ancora al gergo del?Giro. Le fasi per la progettazione sono alquanto lineari: politici e amministratori indicano la direttrice e l’obiettivo da raggiungere, individuano gli interventi strutturali e creano i presupposti per realizzare il sistema. Ma questo necessita dell’intervento dei privati consorziati al territorio, che devono diventare protagonisti».
Torniamo al Laceno e ai suoi progetti. Stazione sciistica, albergo al lago, area pic-nic. A che puntiamo siamo?
«Ci siamo mossi nella giusta direzione.?Certo non le nego che tutti questi interventi necessitano, necessariamente, di un disegno più organico del territorio dal punto di vista urbanistico. Però siamo a buon punto. I fondi per la stazione sciistica sono stati sbloccati e siamo in fase di ultimazione dell’iter e presto andremo anche al bando per l’assegnazione dei lavori. Per la ristrutturazione dell’Albergo al Lago attendiamo, a giorni, il parere della soprintendenza; per l’area pic-nic e il centro polifunzionale siamo in attesa dei decreti di finanziamento».
Ci sono in cantiere anche progetti per le attività sportive? Si può immaginare di riproporre il Laceno come sede di ritiro per le squadre di calcio?
«Ecco ritorniamo ai privati. In che senso? Gli allenamenti degli atleti non sono più solo legati all’altura, ma anche ad una sistema personalizzato di preparazione. Il che significa avere in dotazione una palestra attrezzata. Ad oggi nessuno lo ha fatto, ma ci stiamo muovendo anche in questa direzione. Nel frattempo, nel prossimo consiglio comunale porteremo all’attenzione dell’Aula il progetto di un centro sportivo per il tennis».
E il Laceno d’Oro, volano degli anni ‘50 del Laceno, che fine ha fatto?
«L’intenzione è quella di riprenderlo. Abbiamo la piena partecipazione del Comune di Avellino e intendiamo richiamare la figura di Pier Paolo Pasolini».
E la mostra mercato del tartufo?
«Vi aspettiamo in massa l’ultimo fine settimana di ottobre».

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15.05.2012, Il Corriere

Bagnoli, Chieffo: «Il Giro d’Italia per rilanciare il nostro territorio»

L’Irpinia ha salutato il Giro D’Italia con nostalgia sperando che, il prossimo anno, lo possa riabbracciare sempre più forte. Quello del Lago Laceno è un arrivo storico che ha ricordato la grande impresa di Marco Pantani del 1998 ed ha messo in mostra le bellezze della Provincia di Avellino che non è soltanto crisi ed emergenze, ma anche uno straordinario territorio ed ottimi prodotti locali che possono essere, secondo molti, un modo di rilancio.

Entusiasta il sindaco di Chiusano San Domenico Antonio Reppucci.
«Grande festa – dice Reppucci – e felici per la Pedalata mattutina. Aver avuto a Chiusano anche Francesco Moser è stata una grande gioia ed un grande onore. Lo voglio ringraziare a nome di tutta la comunità perché non era sicura la sua presenza e so che ha fatto di tutto per esserci. Francesco, come hanno avuto modo di verificare i miei concittadini ed anche le tante persone non di Chiusano accorse all’evento, è una persona molto semplice e davvero simpaticissima. Un grazie va anche a Maurizio Fondriest ed a Silvia Manetti della Mediolanum per il prezioso contributo che ha fornito per far partire la pedalata da Chiusano».

Felice e soddisfatto per come ha risposto il suo Comune ed il suo territorio il primo cittadino di Bagnoli  Aniello Chieffo.
«Per noi il Giro d’Italia – dice – è stata una vetrina importante anche per misurarci con una situazione del genere e provare a proporre il nostro territorio in modo più compiuto. Abbiamo fatto tutti uno sforzo dagli amministratori alle associazioni, agli operatori turistici fino alla popolazione. Queste sono prove importanti che creano una tradizione ed un’abitudine sulle quali fondare un turismo sempre più forte che dia una migliore offerta e grandi opportunità. Penso che dobbiamo mantenere forte l’attenzione sull’offerta turistica perché penso che, nonostante le tante difficoltà, ci sono margini di crescita e l’Irpinia può ripartire alla grande».

                                                                                                       

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