PEREGRINATIO del Corpo di San Bernardino da Siena – Il 27 e 28 aprile a Montella
17.04.2012, L’evento
Il corpo di san Bernardino da Siena, sepolto nella Città dell’Aquila in Abruzzo, dopo i tragici eventi del terremoto del 2009 attende di tornare nella basilica a lui dedicata. La Provincia dei Frati Minori Irpino-Sannita “Santa Maria delle Grazie” ha organizzato la peregrinatio dell’insigne reliquia a conclusione delle celebrazioni nel centenario della sua costituzione. Il culto vivo e ininterrotto a questo grande santo francescano presso il Convento san Francesco a Folloni e la presenza nella Comunità montellese dell’Arciconfraternita di san Bernardino hanno persuaso gli organizzatori a scegliere come tappa della peregrinatio la nostra Città nei prossimi giorni 27 e 28 aprile. Di questo vogliamo essere grati noi Confrati insieme ai Parroci, ai frati, a tutti i fedeli e alle Autorità cittadine con una viva partecipazione allo straordinario evento. La presenza di san Bernardino a Montella è un evento di grazia che intende risvegliare in noi l’amore per Gesù Cristo accogliendo il corpo e il messaggio di questo grande evangelizzatore: “Nel Nome di Gesù”.
ATTIVITÀ IN PREPARAZIONE ALL’EVENTO – 20>26.04.2012
20 APRILE ore 10.00 primo momento, ore 17.30 secondo momento della Giornata di Studi: “In nomine Jesu. Il programma sociale di san Bernardino da Siena” Presso la Biblioteca del Convento San Francesco a Folloni – Montella (AV)
24 APRILE ore 18.30 S. Messa, presso Santa Maria del Piano in Montella
25 APRILE ore 18.30 S. Messa, presso Santa Maria del Piano in Montella
26 APRILE ore 18.00 Liturgia penitenziale e S. Messa, presso Santa Maria del Piano in Montella
PROGRAMMA
27 APRILE – VENERDÌ ore 17.00 Accoglienza dell’urna a Largo Piediserra ore 18.30 Concelebrazione eucaristica presieduta da Mons. Francesco Alfano ore 19.30 Processione aux flambeau da S. Maria del Piano al Santuario San Francesco a Folloni (Percorso: Piazza Bartoli, via del Corso, largo dell’Ospizio, via S. Capone, viale san Francesco) ore 22.30 Veglia di preghiera animata dai giovani del Convento Al termine delle celebrazioni il corpo del santo sarà vegliato dai Confrati dell’Arciconfraternita di san Bernardino. IL SANTUARIO RESTERÀ APERTO TUTTA LA NOTTE per coloro che vogliano soffermarsi a pregare.
Per quanti non possono scendere a piedi in processione, sarà a disposizione un SERVIZIO NAVETTA andata e ritorno dal Parcheggio in via Michelangelo Cianciulli al Santuario San Francesco a Folloni, dalle ore 19.00 alle ore 24.00 con partenze ad intervalli di mezz’ora.
28 APRILE – SABATO ore 9.30 > 10.30 Visita degli alunni delle scuole elementari e medie ore 10.30 S. Messa per gli alunni delle scuole ore 11.00 Momento di preghiera animato dai religiosi dell’Arcidiocesi ore 15.30 Liturgia di congedo. Il corpo di san Bernardino da Siena lascerà Montella alla volta di Mirabella Eclano (AV) accompagnato dai Confrati dell’Arciconfraternita.
STORIA DELL’ARCICONFRATERNITA DI SAN BERNARDINO DA SIENA IN MONTELLA
L’Arciconfraternita di san Bernardino da Siena in Montella è figlia dell’azione evangelizzatrice dei frati francescani, operanti nel territorio dell’Alta Valle del Calore sin dalla metà del XIII secolo. Le prime notizie relative alla sua istituzione risalgono a pochi anni dopo la canonizzazione di san Bernardino avvenuta nel 1450. Infatti nel 1482 i Confrati erigono un altare al loro santo Patrono presso l’antica chiesa del Convento di Folloni: importanti testimonianze del culto a san Bernardino sono da leggere nella “croce aragonese” (1457), esposta nel locale museo, e nel portale ligneo di accesso all’antica chiesa, che si conserva nel chiostro del complesso conventuale.
L’Arciconfraternita raccoglieva sin dai primi anni un numero cospicuo di Confrati, provenienti da tutti i centri abitati gravitanti attorno al Convento San Francesco a Folloni; il numero è destinato in pochi anni ad aumentare, tanto che alla metà del Cinquecento si registra un migliaio di persone, tra cui anche molte donne. Questo primo sodalizio fa da precursore all’affermarsi crescente di questa esperienza ecclesiale di laici consociati, e nel corso dei tre secoli successivi a Montella si erigono altre undici Confraternite, con titolazioni differenti, distribuite tra le varie chiese e oratori della Cittadina, tuttora attive ed operanti grazie alla partecipazione anche delle nuove generazioni. Sempre accompagnata dalla guida spirituale dei frati, l’Arciconfraternita agli inizi del ‘600 trasferì la sua sede presso la chiesa Collegiata di Montella alla cui realizzazione aveva partecipato attivamente con cospicui contributi. I Confrati erano ben consapevoli che la costruzione di Santa Maria del Piano ai Favali rispondeva a un progetto di largo respiro ecclesiale e civile. Si poneva nella nuova fabbrica un fondamento di unità, al fine di raccogliere una comunità frammentata in una ventina di villaggi sparsi, denominati “casali”. Questo lungimirante progetto era nato più di un secolo prima dal pensiero e dalla ferma volontà del Vescovo di Nusco fra Giovanni Pascale (morto nel 1491), montellese e frate del Convento di Folloni. L’azione del Vescovo fu caldamente appoggiata e condivisa dai maggiorenti dell’Universitas di Montella, in gran parte iscritti all’Arciconfraternita, e sostenuta dai feudatari Cavaniglia che, legati da parentela a papa Leone X, nel 1521 avevano ottenuto per il Capitolo della Collegiata importanti riconoscimenti e diritti.
Nel corso della sua storia l’Arciconfraternita è stata sempre presente e parte attiva nel contesto civile e sociale della comunità, specie nei periodi più burrascosi e tormentati, anche quelli che hanno caratterizzato i secoli XVIII e XIX, compreso il periodo del Risorgimento, conservando la sua identità nel dare attuazione viva e riconoscibile al programma sociale di san Bernardino nella testimonianza di una carità vissuta “nel Nome di Gesù”.
Le vicende della storia del periodo postunitario, che hanno influito sulla consistenza numerica e sull’attività delle Confraternite, le hanno ridotte ad essere solo luogo per vivere le proprie devozioni, troncando il rapporto vitale con la società in cui sono inserite. Gli interventi legislativi della storia civile ne hanno impoverito l’anima, riducendole a semplici aggregazioni ecclesiali di laici, svalutando l’iniziale obiettivo che univa culto e carità, fede e intervento attivo. Ulteriormente scoraggiante è quanto si riscontra nell’immaginario collettivo, specie di coloro che non conoscono la storia di queste aggregazioni religiose, un’idea che ne limita l’azione ad un generico fenomeno folkloristico, misconoscendo il grande bagaglio spirituale di cui esse sono portatrici.
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