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«Il turismo in Irpinia non è mai davvero esistito»

09.04.2012, Ottopagine (di Rossella Strianese)

Calo vertiginoso delle prenotazioni nel week end pasquale, ma non c’entra solo la crisi economica.

La combinazione fra crisi economica e tempo incerto frena le prenotazioni di Pasqua e manda in tilt le previsioni degli operatori turistici. Ma se in altre località del Paese si ragiona sulle percentuali di calo in attesa di tempi migliori, per l’Irpinia il quadro è due volte più scuro perchè in questa terra «il turismo non è mai davvero esistito».

A sostenerlo è il responabile del settore Alberghi e turismo di Confidustria Avellino, Massimo Maiella, imprenditore e albergatore di lungo corso, che sull’argomento ritiene che sia arrivata l’ora di dirsi tutta la verità, nuda e cruda, senza usare mezzi termini. «Abbiamo cercato per anni una linea univoca con la pubblica amministrazione per dare un assetto organico allo sviluppo turistico di questo territorio, senza ottenere nulla».
Manca la volontà politica?
«Forse. Di sicuro non c’è costanza, le iniziative sono sempre legate a idee temporanee, si va avanti a colpi di feste di quartiere sprecando tempo e denaro. Come Confindustria abbiamo fatto delle precise richieste, già da otto anni, durante il tavolo di concertazione tra pubblico e privato, per mettere a sistema le risorse turistiche della nostra provincia. Tutto è rimasto lettera morta».
Cosa avevate richiesto?
«Innanzitutto un cartellone unico degli eventi che si svolgono in Irpinia durante l’anno. Dieci eventi, non di più, da riproporre con date cadenzate, fisse, che consentano di vendere pacchetti in anticipo, avanzare promozioni. Poi abbiamo chiesto un censimento dei beni ambientali e storici da inserire nei percorsi turistici con incentivi per gruppi, famiglie, stranieri e una migliore organizzazione della logistica. Infine la borsa del turismo irpino, una proposta che avrebbe aperto nuovi orizzonti con l’arrivo di tour operator anche da fuori. Sono queste le cose che portano stanzialità. Il mordi e fuggi può essere utile per i ristoratori. Ma quello non è turismo».
Anche gli albergatori però sembrano appiattiti sulle offerte per cerimonia. E’ una questione culturale?
«Si, è anche un limite culturale. Ma stiamo uscendo progressivamente dalla logica della cerimonia come unica fonte di guadagno. Molti albergatori si reggono unicamente sul sistema della ristorazione, ma qualcosa sta cambiando…»
Ci sono segnali di mutamento?







«Si, e sono quei segnali piccoli ma veri, concreti, che fanno ben sperare. Finalmente l’imprenditoria irpina ha capito che bisogna pedalare da soli».
Ci può fare qualche esempio?
«Il corso di bruschetta. Un banalissimo percorso enograstronomico tra le cantine e il polo dolciario di Ospedaletto, che abbiamo offerto in un pacchetto attraverso Groupalia con una serie di tour operator italiani ed esteri. E vuole sapere cosa è successo?».
Dica…
«Abbiamo prenotazioni per oltre 500 week end, per tutto l’anno. Questo dimostra che non ci vuole poi tanto, basta una molla creativa. Il resto lo fa il nostro territorio, le nostre imprese, che hanno molto da offrire».
Ma questo esempio può diventare il tassello di una rete più grande, o è destinato a rimanere un evento isolato?
«Se il privato si mette in rete può farcela. Bisogna riparire dal basso, la spinta deve arrivare dai singoli imprenditori. Ma dobbiamo crederci. E dobbiamo affidarci a chi per mestiere sa vendere il territorio. Il fai da te, o al contrario la fatalistica attesa che sia sempre il Comune, o l’ente di turno a doverci togliere le castagne dal fuoro, non funziona. Ormai lo hanno capito tutti. Ci vuole ancora uno scatto di orgoglio però, un po’ di fiducia».
Abbandonare dunque del tutto la speranza di creare sinergie con il pubblico?
«No affatto. Anzi. Ma bisogna trovare altre formule. Quella che abbiamo messo in campo ad esempio con il Coni provinciale ».
Di che si tratta?
«E’ un accordo che sarà siglato proprio martedi prossimo, appena dopo la psquetta, presso l’Unione degli Industriali. Un’intesa che vede per la prima volta albergatori, Coni provinciale e tour operator impegnati a promuovere quello che abbiamo. E noi abbiamo una manifestazione che si chiama Sport Days organizzata dal presidente del Coni, Giuseppe Saviano, ormai da molti anni e con grande successo. Un evento che porta in Irpinia centinaia di ragazzi e decine di famiglie».
Sport Days si svolge nei primi venti giorni di giugno. Cosa dovranno fare in questo periodo i tour operator?
«In pratica cercheranno di veicolare questa manifestazione vendendo le varie strutture alberghiere irpine per ospitare chi vorra fare un tuffo nel verde e nello sport, mangiare bene, visitare luoghi interessanti e belli. Per chi viene dalle metropoli il verde è una conquista. Noi che lo abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni non sempre sappiamo apprezarne le potenzialità».







                                                                                                       

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