Capozzi, l’uomo che scoprì il Laceno
11.01.2012, Il Mattino (di Giulio D’Andrea)
«Fotografia di un’epoca», il volume di Tobia Chieffo sul pioniere del turismo sull’Altopiano.
Gli scatti del pioniere che ha inventato il Laceno, che ha compiuto un autentico viaggio al termine delle grotte. Un omaggio per chi ha portato il grande cinema in irpinia, per l’uomo che con la sua macchina fotografica si concentrava su pastori e paesaggi cogliendone poesia ed eleganza. Se a Bagnoli Irpino si può parlare di turismo è soprattutto grazie ad Aniello Capozzi. Personaggio eclettico, amico di artisti, intellettuali, politici e giornalisti. Ma soprattutto amico della gente.
Molte delle sue fotografie sono state raccolte da Tobia Chieffo e oggi è possibile sfogliare pezzi di storia e costume nel volume «Aniello Capozzi, Fotografia di un’epoca». L’associazione culturale «BagnolièAmore » ha curato un’edizione pregiata, con una tiratura di copie limitata. Venerdì la presentazione a Bagnoli Irpino.
E’ parte del vastissimo archivio fotografico dell’illustre bagnolese. Ben trecentotrenta foto. Di queste, ventuno vengono proposte su due pagine. Dal lavoro ai boschi, dalle grotte de Caliendo alle feste religiose. Gli scatti vengono suddivisi per argomento e raggruppati in diciotto sezioni. Carta patinata, copertina telata e sovracoperta a colori, stampata dalla tipografia Dragonetti.
Qui i primi sciatori del Laceno convivono con le immagini di una Bagnoli luccicante delle estati del dopoguerra. La neve sembra quasi un dipinto, donne e uomini al lavoro vengono colti nei gesti semplici, senza forzature. Sembrano in posa. Aniello Capozzi fu per la montagna quello che Vittorio De Seta fu per il mare. Il primo con l’obiettivo di una reflex, il secondo con la cinepresa.
Ma «Fotografia di un’epoca» è anche un affresco storico. Dell’Irpinia, dell’uomo. Capozzi nasce infatti a Bagnoli nel 1899. E’ il terzo di sei figli e con il padre Lorenzo, guardia comunale, scopre da piccolo l’Altopiano del Laceno. E’ prima cacciatore, poi si avvicina alla fotografia. Dopo la Prima guerra mondiale è barbiere e libraio. Ma la passione per la fotografia resiste. Allora decide di studiare. È va ad Avellino nello studio Solimene, dove conosce altri fotografi. Ha qualche grana con la giustizia durante il fascismo, ma nel 1928 si sposa. Diventa un fotografo apprezzato in provincia e fuori, i suoi scatti vengono pubblicati su riviste, raccolte, giornali.
Il capoluogo inizia a conoscere meglio la natura del Laceno, all’ epoca in esplorata dai più. Con i colleghi Solimene, De Feo, Maggi, De Simone, Barzaghi, Velle, Leoni, Manto partecipa a manifestazioni e mostre ricevendo prestigiosi riconoscimenti. Alla «Mostra del Paesaggio meridionale », nel 1930 a Napoli, Aniello Capozzi fu l’unico irpino premiato. Altra soddisfazione alla «Prima Mostra Irpina dell’arte» di Avellino nel 1932. Su «Rassegna fotografica» di Milano veniva sintetizzato così il suo lavoro: «Alle ombre discrete dei faggeti bagnolesi è ritornato Aniello Capozzi. Con le sue foto ha rievocato i culti e l’arte antica di un artigianato maestro: mostra dai dettagli miracolosi saggia nei rendimenti tecnici.
Da domani attenderà ad allestire in album le cento visioni del Coro seicentesco e della Collegiata pel mistico sentimento d’un regal ospite a Laceno, S.A.R. Umberto di Savoia». E le foto del Principe Umberto in visita a Bagnoli, le manovre militari sull’Altopiano nell’agosto del 1932, vengono pubblicate su tutti i giornali nazionali.
L’Italia scopre Bagnoli, anche perché nel 1936 le immagini di Capozzi escono nel settimo volume di «Attraverso l’Italia – Campania», del Touring Club Italia. Scrive per vari quotidiani, è impiegato al Comune, poi diventa proprietario della sala cinematografica di Bagnoli. Gira anche un lungometraggio. Siamo nel 1955 e comincia l’avventura sul Laceno. Costruisce tre chalet e nasce la «Taverna Capezzi». Si butta in un’impresa ritenuta folle all’epoca: trasformare l’Altopiano in un polo turistico. Ma fine degli anni Cinquanta c’è il boom del «Laceno d’Oro». In Irpinia arrivano personaggi celebri come Modugno, Milva, Taranto, Pasolini, Monicelli, Lizzani, Loy, Agnes. Fotografati insieme ai politici Sullo, De Mita, Maccanico. Tutti a tavola dal Capozzi a gustare funghi e tartufi che ancora oggi sono un vanto per Bagnoli.
Nominato Cavaliere del Lavoro e insignito da Paolo VI della Croce Pro Ecclesia et Pontifice, lascia settantenne il Laceno con il rimpianto di non poter continuare ancora la sua opera ma con la speranza che il suo sogno non venga disperso. Insieme a pochi altri crea negli anni ’70 la «Bagnoli-Laceno»; una delle prime Pro Loco irpine. L’ultimo pconoscimento è quello del presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita, che lo nomina Commendatore. Cinque anni esatti dopo la morte della moglie, si spegne.
Tobia Chieffo, presidente dell’associazione «BagnolièAmore », riprende oggi la sua eredità, il suo patrimonio fotografico. Lo fa per l’uomo e per Bagnoli Irpino.
Aniello Capozzi – La foto d’epoca …
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11.01.2012, Irpinianews
L’associazione “BagnolièAmore” presenta le foto di Aniello Capozzi
L’Associazione culturale “BagnolièAmore” ha curato una edizione pregiata, in una tiratura limitata di copie, di una parte del vastissimo archivio fotografico del concittadino Aniello Capozzi. Il volume, dalle dimensioni di cm 25 x 35 su carta patinata, copertina telata e sovracoperta a colori, presenta 330 foto di varie dimensioni. Ben 21 fotografie vengono proposte a volume aperto, su due pagine, della misura di cm 50. Le fotografie vengono suddivise per argomento e raggruppate in 18 sezioni: Il centro storico, Bagnoli sotto la neve, Lechiese, Il coro, Feste religiose, Il clero, Personaggi e gruppi, La scuola, Umberto di Savoia, Il Fascismo, Elezioni, Sport, Laceno, Il lavoro, I boschi, Pastorizia, Le grotte di Caliendo, Ricordi di Aniello.
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13.01.2012, Il Corriere
Nel libro di Chieffo la leggenda di Capozzi
Sceglie di raccontare il profeta del Lacene Tobia Chieffo. Lo fa nel prezioso volume “Aniello Capozzi-Fotografia di un’epoca”, che sarà presentato questo pomeriggio, alle 16.30, presso il cinema comunale di Bagnoli Irpino. Chieffo, presidente dell’associazione “BagnolièAmore,” racconta la storia di un uomo come Aniello Capozzi che credette con forza nelle potenzialità del Laceno, a partire da quella che fu molto di più di una semplice “taverna-baita, osteria e locanda”, capace di incantare i big del Cinema che giunsero a Bagnoli in occasione del Laceno d’oro, Pier Paolo Pasolini, Gillo Pontecorvo, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Lydia Alfonsi, Nanni Loy, Lando Buzzanca, Claudia Cardinale, Domenico Modugno, Maurizio Corgnati, una giovanissima Milva e tanti altri ancora.
La “Taverna” sarebbe stata il punto di partenza del rilancio del Lacene, dando il via alla costruzione di un vero e proprio villaggio con baite, villini, ristoranti, complessi alberghieri, sentieri. “Profeta, sentinella, oste, eremita, artista, fotografo e mecenate, – scrive Aldo De Francesco nella bella prefazione al volume – la sua “Taverna” divenne una vulcanica fucina: oltre a sfornare piatti dell’antica e squisita sobrietà contadina, tali non per invenzione ma per tradizione, spesso diventava luogo di dispute, di mcontri e confronti, antfie sconta sull’avvenire di Lacene, di consulti e convegni promozionali senza hostess, coupon o cioccolatini. Insomma una ricchezza di essenziale fervore montanaro.
La gente, quale che ne fosse la provenienza, si dava appuntamento sul Laceno con una parola d’ordine: “Vediamoci alla taverna Capozzi”, un impegno comprensivo di prenotazione e di un “pacchetto”, allora un termine ancora sconosciuto nel linguaggio turistico, di gentilezze, cortesie, dolcezze e squisitezze. Vi si pranzava, discuteva; lui, il capo, il condottiero, ne seguiva i discorsi, moderava qualche tono acceso e attizzava la legna nel camino, poi con il flash della sua fedele Reflex e una sintesi giudiziosa traeva te conclusioni, che decisero, passo dopo passo, il destino del pianoro”.
Furono proprio le sue fotografie a far conoscere il Laceno con i suoi scatti pubblicati su riviste, giornali e raccolte. Nel volume di Chieffo, edizione pregiata, stampata in una tiratura limitata di copie, di una parte del vastissimo archiviq fotografico del benemerito concittadino Aniello Capozzi, ritroviamo 330 foto di varie dimensioni, suddivise per argomento e raggnippate in 18 sezioni: Il centro storico, Bagnoli sotto la neve, Le chiese, il coro, Feste religiose, il clero, Personaggi e gruppi, La scuola, Umberto di Savoia, il Fascismo, Elezioni, Sport, Laceno, il lavoro, i boschi, Pastorizia, Le grotte di Caliendo, Ricordi di Aniello.La storia di un uomo diventa così storia di una comunità.
A confrontarsi con l’autore, nel corso della presentazione, il procuratore della Repubblica di S. Angelo Antonio Guerriero, il presidente della Provincia Cosimo Sibilla, il vicepresidente della Regione Campania Giuseppe De Mita.