01.01.2012, Articolo di Rocco Dell’Osso

Tardivamente ho letto l’articolo di Pasquale Sturchio “Correva l’anno …2011!”, ciò nondimeno mi piace raccogliere la sua esortazione ad una qualche riflessione critica-costruttiva, sulla sua personalissima classifica degli eventi salienti del 2011.

Il giornalino di “Palazzotenta39” non è sparito.

Viviamo purtroppo in una comunità paesana ciarliera, sempre pronta alle chiacchiere di piazza, alle passeggiate frenetiche “sub ilicetum”, ma che dopo un fremito transiente di risveglio culturale, si è riassopita mestamente in un nuovo, lungo, letargo intellettuale.

Nelle mie sporadiche passeggiate “chiazzaiole” quasi sempre il discorso con il mio interlocutore di turno giungeva alla domanda: “che fine ha fatto il giornalino”;  e a tutti ho dovuto mestamente evidenziare che il giornalino si fa con il pensiero scritto dei Bagnolesi, con articoli, poesie, foto, documenti storici, racconti, curiosità, fatti e quant’altro di interesse generale.

Curare la redazione del giornalino è cosa facile; una manciata di ore con publisher e l’impaginazione del giornalino è fatta.  La cosa difficile, e di questi tempi impossibile, è riuscire ad avere del materiale da pubblicare.

Chi ha buona memoria ricorderà che nel corso dei mesi scorsi, più volte è stato pubblicizzato dal sito web dell’associazione l’uscita imminente del giornalino e più volte abbiamo esortato i compaesani (in primis i soci di “Palazzotenta39”) a trasmette il loro contributo scritto sulle argomentazioni più disparate.

Purtroppo i nostri buoni propositi sono stati sempre disattesi e si sono scontrati con l’apatia culturale di chi pensa che debbano essere sempre gli altri a scrivere, a metterci la faccia; tanto loro preferisco restare in disparte per leggere, ed eventualmente sparlare. Magari sedere sullo scranno e giudicare.

Eppure non è difficile prendere consapevolezza che è il giornalino dell’associazione può contribuire a risvegliare le coscienze paesane, e può rappresentare la voce (certo non la sola) di chi ha qualcosa da dire; di chi, come dice il prof. Sturchio, non solo “ha speranza” ma cerca anche di “essere speranza”.

Gradita  mi è l’occasione per esprimere la mia riconoscenza a quanti con il loro modesto contributo (e con un pizzico di coraggio che a tanti manca) hanno consentito la redazione dei vari numeri del giornalino, e ancora più sono grato a quelli che lo consentiranno anche nel prossimo futuro.

Più volte ho avuto modo di valutare il profilo del bagnolese che trovava la spinta ed il coraggio di scrivere un articolo, ebbene la mia personale valutazione mi ha sempre portato  a una conclusione contraddittoria.

Una nota di soddisfazione nel rilevare che la maggioranza degli autori si posizionava nella fascia giovani o giovanissimi, che senza timori reverenziali parlano di attualità e di politica come di poesia.

La nota spiacevole è stata prendere coscienza della latitanza, dell’oblio (con le dovute eccezioni) dei soci dell’associazione, e più ancora dei cosiddetti “soci fondatori”, quelli che per primi hanno avuto un sussulto di risveglio etico e culturale, ma che immediatamente dopo si sono riassopiti in una sorta di demenza senile, continuando imperterriti nelle loro ormai stanche e tediose passeggiate all’ombra dei lecci.