Una proposta di legge per salvare la castagna
16.06.2011, Ottopagine
Il 60 per cento della produzione nazionale si concentra in IRPINIA che rappresenta il 10 per cento del dato MONDIALE.
Dopo il tavolo verde per le emergenze fitosanitarie, arriva una proposta di legge a sostegno delle aziende del settore castanicolo in Campania per affrontare le conseguenze economiche determinate dall’infestazione del cinipide galligeno. Obiettivo dei firmatari del provvedimento, i consiglieri regionali Gennaro Oliviero (Pse), Nicola Caputo (Pd) e Rosa D’Amelio, è «intervenire con misure capaci di contrastare il fenomeno prima che l’economia locale, già provata dalla crisi, sia compromessa.
Si tratta di una proposta di legge – spiegano i consiglieri – in grado di contrastare una infestazione la cui rapida diffusione ha portato ad una vera e propria emergenza fitosanitaria. Il castagno rappresenta una risorsa fondamentale sotto l’aspetto non solo economico ma anche sociale ed ambientale, e un mancato intervento costerebbe parecchio soprattutto in termini di posti di lavoro perduti».
Due gli interventi previsti: la possibilità di contrastare efficacemente il cinipide con la “lotta biologica” mediante l’introduzione di uno specifico parassitoide (Torymus Sinensis), che si nutre dello stesso cinipide e l’adozione di immediate misure preventive per contenere la propagazione, il danno ambientale ed economico conseguenti all’infezione in atto. Un intervento necessario per arginare la diffusione di un batterio che rischia di minare un comparto che in Campania rappresenta oltre il 50 per cento della produzione nazionale. Di questa il 60 per cento è prodotta nella sola provincia di Avellino che, con un quota di poco meno di 30mila tonnellate, rappresenta, in base all’ultima rilevazione Unioncamere, circa il 10 per cento della produzione mondiale.
In Campania si contano 5mila aziende agricole impegnate nella fase di produzione e 25 di trasformazione per un’occupazione complessiva di 2mila unità. Un distretto agroindustriale di respiro internazionale che, nel 2009, ha superato i 100 milioni di euro di fatturato, con una quota di export pari a circa il 40 per cento. Il 50 per cento del commercio mondiale delle castagne, in termini di fatturato e di volumi di produzione, è organizzato e gestito da aziende italiane, in maggioranza campane. In Campania vengono lavorate, inoltre, buona parte delle castagne prodotte nelle regioni meridionali (Lazio, Calabria, Basilicata) ed una quota significativa di castagne provenienti da Portogallo, Spagna e Turchia.